Le banche sembrano aver aperto, dato il periodo di crisi nel comparto compravendite immobiliari, ai surrogatori seriali. Si tratta della possibilità di concedere una nuova opportunità a chi in passato ha già effettuato una o più surroghe, persone, che non pienamente soddisfatte del proprio contratto di mutuo ambiscono a provarci ancora, date le continue mutevoli condizioni di mercato. Per surroga del mutuo s’intende, infatti, la possibilità concessa a colui che ha stipulato un contratto di mutuo con una specifica banca di poter passare ad un’altra che gli offre condizioni migliori senza per questo dover sobbarcarsi costi aggiuntivi. La portabilità del mutuo fu introdotta del 2007 grazie al decreto Bersani, che concede da ormai più di dieci anni la possibilità al mutuatario di sostituire banca e di stipulare un nuovo contratto di mutuo, a lui più favorevole. La novità ad oggi è determinata dall’atteggiamento delle banche che rispetto al passato hanno ora deciso di aprire le porte anche a quei clienti che sono potenzialmente meno affidabili, dati i loro bilanci. Chiaramente la platea interessata ad un eventuale cambio è sempre più ampia dal momento che vi è una situazione particolarmente vantaggiosa, gli indici Euribor sono negativi e gli spread sui mutui a tasso fisso sono quasi azzerati, ragione per cui si affacciano alla possibilità anche coloro che sono alla seconda o terza surroga. L’unica regola che le banche si sono imposte e che siano passati almeno 6 mesi, per talune banche il limite passa a 12, rispetto alla stipula del contratto precedente di surroga. L’atteggiamento delle banche è effettivamente degno di rilievo se si considera che generalmente gli istituti non vedono di buon occhio quanti applicano questa operazione di frequente, i cosiddetti surrogatori seriali, appunto. Giacché questo comportamento potrebbe essere interpretato come preludio di un inadempimento, e soprattutto perché i costi dell’operazione – perizia, trasferimento, rogito notarile – restano a carico della nuova banca che rischia di sostenere delle spese per un cliente, poco affidabile, che a distanza di qualche mese, potrebbe verosimilmente trasferire per surroga il nuovo contratto di mutuo ad un altro Istituto di credito. Il fatto che le banche abbiano deciso di cambiare approccio e di accogliere anche i clienti meno affidabili è determinato dalla consapevolezza che i tassi odierni sono davvero ai minimi storici e dunque chi surroga oggi difficilmente nel prossimo futuro cambierà banca trovando condizioni migliori, dunque per la banca il ‘surrogatore seriale’ diviene un potenziale cliente ‘sicuro’ per l’avvenire.
Le banche sembrano aver aperto, dato il periodo di crisi nel comparto compravendite immobiliari, ai surrogatori seriali. Si tratta della possibilità di concedere una nuova opportunità a chi in passato ha già effettuato una o più surroghe, persone, che non pienamente soddisfatte del proprio contratto di mutuo ambiscono a provarci ancora, date le continue mutevoli condizioni di mercato. Per surroga del mutuo s’intende, infatti, la possibilità concessa a colui che ha stipulato un contratto di mutuo con una specifica banca di poter passare ad un’altra che gli offre condizioni migliori senza per questo dover sobbarcarsi costi aggiuntivi. La portabilità del mutuo fu introdotta del 2007 grazie al decreto Bersani, che concede da ormai più di dieci anni la possibilità al mutuatario di sostituire banca e di stipulare un nuovo contratto di mutuo, a lui più favorevole. La novità ad oggi è determinata dall’atteggiamento delle banche che rispetto al passato hanno ora deciso di aprire le porte anche a quei clienti che sono potenzialmente meno affidabili, dati i loro bilanci. Chiaramente la platea interessata ad un eventuale cambio è sempre più ampia dal momento che vi è una situazione particolarmente vantaggiosa, gli indici Euribor sono negativi e gli spread sui mutui a tasso fisso sono quasi azzerati, ragione per cui si affacciano alla possibilità anche coloro che sono alla seconda o terza surroga. L’unica regola che le banche si sono imposte e che siano passati almeno 6 mesi, per talune banche il limite passa a 12, rispetto alla stipula del contratto precedente di surroga. L’atteggiamento delle banche è effettivamente degno di rilievo se si considera che generalmente gli istituti non vedono di buon occhio quanti applicano questa operazione di frequente, i cosiddetti surrogatori seriali, appunto. Giacché questo comportamento potrebbe essere interpretato come preludio di un inadempimento, e soprattutto perché i costi dell’operazione – perizia, trasferimento, rogito notarile – restano a carico della nuova banca che rischia di sostenere delle spese per un cliente, poco affidabile, che a distanza di qualche mese, potrebbe verosimilmente trasferire per surroga il nuovo contratto di mutuo ad un altro Istituto di credito. Il fatto che le banche abbiano deciso di cambiare approccio e di accogliere anche i clienti meno affidabili è determinato dalla consapevolezza che i tassi odierni sono davvero ai minimi storici e dunque chi surroga oggi difficilmente nel prossimo futuro cambierà banca trovando condizioni migliori, dunque per la banca il ‘surrogatore seriale’ diviene un potenziale cliente ‘sicuro’ per l’avvenire.