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Npl, garanzie statali verso la proroga

Il governo ha avviato il percorso che dovrebbe portare a una seconda proroga delle Gacs, le garanzie statali sulle tranche senior nelle cartolarizzazioni dei non performing loans. La notizia era nelle speranze degli operatori, oltre che nelle regole iniziali che permettevano una prima proroga di un anno e una seconda di sei mesi. Il passaggio ai fatti dipende sempre dall’autorizzazione della Dg competition, che ha ricevuto il nuovo dossier italiano. Il via libera europeo attualmente in vigore scade il prossimo 6 settembre, dopo la proroga di un anno già concessa dalle autorità europee per il programma partito nel 2016 con il decreto attuativo del 3 agosto di quell’anno. Ma l’innesco della nuova procedura può essere letto anche in chiave politica: le trattative per la formazione del nuovo governo sono in pieno corso, e non è chiaro quale sarà la temperatura dei rapporti Roma-Bruxelles nei prossimi mesi.
In questo quadro ancora ricco di incognite, anche un dossier ad alto tasso tecnico ma ad altrettanto elevata sensibilità politica come quello delle garanzie pubbliche che accompagnano lo smaltimento delle prestiti incagliati, scesi a marzo dell’11 % su base annua secondo l’ultimo report Bankitalia (si veda l’articolo sotto), avrebbe rischiato di inciampare. L’invio della pratica con la nuova richiesta, quindi, prova a metterlo in sicurezza e a facilitare un percorso che dopo la freddezza delle prime fasi ha incontrato un’attenzione crescente da parte degli operatori.
Sono del resto diverse le banche che hanno già ottenuto la Gacs sulle tranche senior delle proprie cartolarizzazioni (da UniCredit a Banca Popolare di Bari, da Creval a Bper, da Carige a Monte dei Paschi), mentre un numero altrettanto elevato di istituti ha già avviato i processi per richiedere lo strumento nei prossimi mesi. Tra questi c’è ad esempio BancoBpm, che ha messo in cantiere la richiesta della garanzia sulla tranche senior relativa alla cartolarizzazione di 5miliardi di Npl. Analoga la mossa di Bper che punta ad ottenere la Gacs su almeno 3 miliardi di bad loans.
Dal punto di vista della finanza pubblica, l’eventuale estensione delle Gacs non appare problematica, anche perché le garanzie si trasformano in un costo effettivo solo in caso di escussione, e sono limitate alle tranche senior, quindi più sicure. Per far partire il meccanismo, due anni fa, era stato creato un fondo da 120 milioni, che è stato poi alimentato con i pagamenti degli istituti per le garanzie concesse. Proprio l’assenza di un mercato maturo per gli Npl, anzi, è stata tra le motivazioni dei rilievi mossi da Eurostat alla contabilizzazione degli interventi salva-banche, che ha fatto crescere di 4,6 miliardi il deficit e di 11,2 miliardi il debito 2017. In quest’ottica, la conferma delle Gacs potrebbe aiutare allo sviluppo di un sistema che muove ora i primi passi, e a evitare sorprese future.


Autore: Luca Davi, Gianni Trovati
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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