I dati ufficiali dell’Istat forniscono una fotografia del mercato immobiliare italiano in controtendenza rispetto al resto d’Europa, da anni si registra una trend calante dei prezzi degli immobili. Nello specifico il valore al ribasso del 2017, prezzi calati di 0.4% rispetto al 2016, segna la sesta flessione consecutiva. Se da un lato, dicono gli esperti, la flessione dei prezzi ha indubbiamente favorito il mercato, le compravendite degli immobili sono salite, complici anche i tassi di interesse molto bassi per i mutui, dall’altro la tendenza del valore basso potrebbe avere un effetto negativo rispetto agli investimenti, specie tra coloro che hanno maturato la convinzione che il prezzi non saliranno per molto tempo e che dunque investire nel mattone non porterà benefici nell’immediato. All’opposto, invece, potrebbero trovarne giovamento quanti magari contano di comprare oggi investendo per il futuro. Una sorta di investimento sul mattone in prospettiva di lungo periodo, confidando, che dopo il calo, vi sia la ripresa dei prezzi come nel resto d’Europa. Ove si registra già una risalita del prezzo degli immobili da circa 3 anni. Fa eccezione la Spagna che ci ha tenuto compagnia in questo ribasso dei prezzi, sebbene ora dopo essersi stabilizzati, siano in timida ripresa. In Italia, emerge dai dati che fatto 100 il valore al 2010, il prezzo degli immobili al 2017 è calato a 77.83, ossia di oltre il 22%.
In Europa invece?
Nel resto d’Europa i dati sono in controtendenza, tenendo sempre come riferimento il prezzo degli immobili al 2010 e confrontandolo con il 2017, si osserva, solo per fare qualche esempio che:
- in Svezia si è registrato un incremento del 50%,
- seguono Germania e Svizzera con un + 22%,
- il Regno Unito con + 14%.
Ragione per cui chi ha acquistato in passato ha fatto un ottimo affare. In Italia, oggi, si riscontra un incremento degli immobili di nuova costruzione che affiancandosi agli edifici già esistenti in vendita fanno ulteriormente abbassare il prezzo di vendita per eccesso di offerta. Il rischio per chi cerca di vendere è quello di entrare in un circolo vizioso in cui i proprietari potrebbero faticare ad uscirne, in quanto riluttanti ad abbassare il prezzo non concludono la vendita, in attesa di tempi migliori, peccato che l’immobile ‘invecchi’ portando ad un ulteriore ribasso del prezzo dello stesso. Ragione per cui l’immobile resta invenduto. Gli esperti in conclusione dicono che fino a quando non vi sarà un incremento considerevole del Pil e una ripresa del potere di acquisto delle famiglie italiane, difficilmente è ipotizzabile che vi sia una ripresa dei prezzi immobiliari.
I dati ufficiali dell’Istat forniscono una fotografia del mercato immobiliare italiano in controtendenza rispetto al resto d’Europa, da anni si registra una trend calante dei prezzi degli immobili. Nello specifico il valore al ribasso del 2017, prezzi calati di 0.4% rispetto al 2016, segna la sesta flessione consecutiva. Se da un lato, dicono gli esperti, la flessione dei prezzi ha indubbiamente favorito il mercato, le compravendite degli immobili sono salite, complici anche i tassi di interesse molto bassi per i mutui, dall’altro la tendenza del valore basso potrebbe avere un effetto negativo rispetto agli investimenti, specie tra coloro che hanno maturato la convinzione che il prezzi non saliranno per molto tempo e che dunque investire nel mattone non porterà benefici nell’immediato. All’opposto, invece, potrebbero trovarne giovamento quanti magari contano di comprare oggi investendo per il futuro. Una sorta di investimento sul mattone in prospettiva di lungo periodo, confidando, che dopo il calo, vi sia la ripresa dei prezzi come nel resto d’Europa. Ove si registra già una risalita del prezzo degli immobili da circa 3 anni. Fa eccezione la Spagna che ci ha tenuto compagnia in questo ribasso dei prezzi, sebbene ora dopo essersi stabilizzati, siano in timida ripresa. In Italia, emerge dai dati che fatto 100 il valore al 2010, il prezzo degli immobili al 2017 è calato a 77.83, ossia di oltre il 22%.
In Europa invece?
Nel resto d’Europa i dati sono in controtendenza, tenendo sempre come riferimento il prezzo degli immobili al 2010 e confrontandolo con il 2017, si osserva, solo per fare qualche esempio che:
Ragione per cui chi ha acquistato in passato ha fatto un ottimo affare. In Italia, oggi, si riscontra un incremento degli immobili di nuova costruzione che affiancandosi agli edifici già esistenti in vendita fanno ulteriormente abbassare il prezzo di vendita per eccesso di offerta. Il rischio per chi cerca di vendere è quello di entrare in un circolo vizioso in cui i proprietari potrebbero faticare ad uscirne, in quanto riluttanti ad abbassare il prezzo non concludono la vendita, in attesa di tempi migliori, peccato che l’immobile ‘invecchi’ portando ad un ulteriore ribasso del prezzo dello stesso. Ragione per cui l’immobile resta invenduto. Gli esperti in conclusione dicono che fino a quando non vi sarà un incremento considerevole del Pil e una ripresa del potere di acquisto delle famiglie italiane, difficilmente è ipotizzabile che vi sia una ripresa dei prezzi immobiliari.