Carige si prepara a cedere un miliardo di sofferenze con il supporto delle garanzie statali (Gacs) e 700 milioni di incagli tra 2018 e 2019. Mentre viene accantonato (per ora) il progetto di emettere un prestito subordinato da 300 milioni. Ieri il cda della banca genovese ha approvato (assente il vicepresidente Vittorio Malacalza), la strategia sulle non performing exposure (Npe) per il periodo 2018-2020. E ha deciso che, «allinterno del portafoglio totale di crediti in sofferenza pari a circa 1,7 miliardi al 31 dicembre 2017, verrà selezionato un importo fino a un miliardo, da cedere in forma di cartolarizzazione pubblica, avvalendosi della Gacs sul titolo senior». Lavvio delloperazione di cessione delle sofferenze, comunica la banca, «è previsto nel secondo trimestre 2018 e il perfezionamento, con relativo deconsolidamento contabile e regolamentare, entro la fine dellanno corrente. Inoltre, allinterno del portafoglio Utp (unlikely to pay) che, al 31 dicembre 2017, ammontava a circa 3 miliardi», sono previste «cessioni e stralci di posizioni Utp con esposizione lorda pari a circa 500 milioni da realizzarsi nel corso del 2018 ed ulteriori 200 milioni circa nel 2019». Le operazioni di cessione e stralcio e la gestione del credito deteriorato, concorreranno «ad accelerare la riduzione dello stock complessivo del 56% dai livelli di fine 2017 (-34,5% la riduzione realizzata nel 2017)». I tre obiettivi di Carige al 2020 sono di abbassare «limporto del credito deteriorato a circa 2,1 miliardi (circa un miliardo al netto dei fondi svalutativi)», livello reputato dallistituto «significativamente migliore rispetto ai target Srep che indicavano 4,6 miliardi per il 2018 e 3,7 miliardi per il 2019»; di avere un rapporto tra crediti problematici e totale impieghi pari all11,6% (se si considerano le esposizioni lorde) e al 5,8% (se si considerano le nette); e infine di raggiungere un tasso di copertura medio «al 53,7% (coverage degli aggregati superiori ai target Srep: sofferenze al 63%, Utp al 42,1%, past due al 18%)». Il cda ha anche «preso atto che non si sono ancora verificate le condizioni di mercato utili ad emettere un prestito subordinato con le caratteristiche attese». Ma, secondo rumors di mercato, il progetto potrebbe essere solo rinviato.
Autore: Raoul de Forcade
Fonte:
Il Sole 24 Ore
carige – gacs – npl – npe – cartolarizzazione pubblica
Carige si prepara a cedere un miliardo di sofferenze con il supporto delle garanzie statali (Gacs) e 700 milioni di incagli tra 2018 e 2019. Mentre viene accantonato (per ora) il progetto di emettere un prestito subordinato da 300 milioni. Ieri il cda della banca genovese ha approvato (assente il vicepresidente Vittorio Malacalza), la strategia sulle non performing exposure (Npe) per il periodo 2018-2020. E ha deciso che, «allinterno del portafoglio totale di crediti in sofferenza pari a circa 1,7 miliardi al 31 dicembre 2017, verrà selezionato un importo fino a un miliardo, da cedere in forma di cartolarizzazione pubblica, avvalendosi della Gacs sul titolo senior». Lavvio delloperazione di cessione delle sofferenze, comunica la banca, «è previsto nel secondo trimestre 2018 e il perfezionamento, con relativo deconsolidamento contabile e regolamentare, entro la fine dellanno corrente. Inoltre, allinterno del portafoglio Utp (unlikely to pay) che, al 31 dicembre 2017, ammontava a circa 3 miliardi», sono previste «cessioni e stralci di posizioni Utp con esposizione lorda pari a circa 500 milioni da realizzarsi nel corso del 2018 ed ulteriori 200 milioni circa nel 2019». Le operazioni di cessione e stralcio e la gestione del credito deteriorato, concorreranno «ad accelerare la riduzione dello stock complessivo del 56% dai livelli di fine 2017 (-34,5% la riduzione realizzata nel 2017)». I tre obiettivi di Carige al 2020 sono di abbassare «limporto del credito deteriorato a circa 2,1 miliardi (circa un miliardo al netto dei fondi svalutativi)», livello reputato dallistituto «significativamente migliore rispetto ai target Srep che indicavano 4,6 miliardi per il 2018 e 3,7 miliardi per il 2019»; di avere un rapporto tra crediti problematici e totale impieghi pari all11,6% (se si considerano le esposizioni lorde) e al 5,8% (se si considerano le nette); e infine di raggiungere un tasso di copertura medio «al 53,7% (coverage degli aggregati superiori ai target Srep: sofferenze al 63%, Utp al 42,1%, past due al 18%)». Il cda ha anche «preso atto che non si sono ancora verificate le condizioni di mercato utili ad emettere un prestito subordinato con le caratteristiche attese». Ma, secondo rumors di mercato, il progetto potrebbe essere solo rinviato.
Autore: Raoul de Forcade
Fonte:
Il Sole 24 Ore
carige – gacs – npl – npe – cartolarizzazione pubblica