L’Ape volontaria, anticipo pensionistico a totale carico del lavoratore, usufruibile dal 2018 per chi ha almeno 63 anni d’età e 20 di contributi, è ottenibile attraverso un prestito bancario che deve dunque necessariamente essere restituito, una volta liquidata la pensione. La futura pensione mensile al netto della rata di ammortamento dell’Ape, non deve essere inferiore a 702,65 euro al mese, corrispondente a 1,4 volte il trattamento minimo. L’ammortamento del prestito avrà una durata ventennale e l’assegno pensionistico risulterà penalizzato non solo dalle rate di restituzione del prestito, ma anche dal pagamento di un’assicurazione obbligatoria contro il rischio di premorienza del pensionato e di un contributo al fondo di garanzia. Proprio perché trattasi si un prestito l’accesso allo stesso prevede però condizioni vincolanti per le persone che hanno debiti pendenti. Nello specifico la normativa prevede che ne siano esclusi:
- quanti hanno nei confronti di una banca o di un operatore finanziario, un’esposizione per debiti scaduti o sconfinanti (ossia in eccedenza rispetto all’apertura di credito concessa) e non pagati da oltre novanta giorni, l’Ape non può essere dunque concessa, a meno che i debiti non siano estinti per qualsiasi causa.
- chi è registrato negli archivi della centrale rischi gestita dalla Banca d’Italia, oppure in un sistema di informazioni creditizie gestito da privati, a causa adempimento di uno o più prestiti, quali mutui, finanziamenti o altre forme di indebitamento;
- chi ha avviato o è oggetto di procedure di composizione della crisi da sovraindebitamentoai sensi della legge 27 gennaio 2012, n. 3; a meno che non sia stata chiusa la procedura di composizione della crisi.
- A chi ha pignoramenti in corso o estinti senza integrale soddisfazione dei creditori; eccezione nel caso siano trascorsi 36 mesi dalla chiusura infruttuosa della procedura esecutiva
- Chi ha protesti a proprio caricoe è registrato nell’archivio degli assegni bancari e postali e delle carte dì pagamento irregolari istituito presso la Banca d’Italia, denominato centrale di allarme interbancaria – CAI.
Ape volontaria, il mutuo prima casa un vincolo?
Inoltre L’Ape volontario non può essere nemmeno concesso se il rateo dell’anticipo sulla pensione, da solo o sommato ad altri debiti pregressi a carico del futuro pensionando, supera il 30% della stesso. Ragione per cui, come testimoniano molti lavoratori che hanno tentato la simulazione gratuita sul portale Inps, risulta molto difficile ottenere l’anticipo pensionistico per quanti hanno mutui e/o finanziamenti in corso. Basiti specie quanti si sono visti negare la possibilità avendo unicamente sulle spalle il mutuo acceso con la banca per l’acquisto della prima casa. Il bene primario degli italiani, investimento prioritario di molte famiglie, per molti, rischia di divenire di impedimento alla futura pensione?
L’Ape volontaria, anticipo pensionistico a totale carico del lavoratore, usufruibile dal 2018 per chi ha almeno 63 anni d’età e 20 di contributi, è ottenibile attraverso un prestito bancario che deve dunque necessariamente essere restituito, una volta liquidata la pensione. La futura pensione mensile al netto della rata di ammortamento dell’Ape, non deve essere inferiore a 702,65 euro al mese, corrispondente a 1,4 volte il trattamento minimo. L’ammortamento del prestito avrà una durata ventennale e l’assegno pensionistico risulterà penalizzato non solo dalle rate di restituzione del prestito, ma anche dal pagamento di un’assicurazione obbligatoria contro il rischio di premorienza del pensionato e di un contributo al fondo di garanzia. Proprio perché trattasi si un prestito l’accesso allo stesso prevede però condizioni vincolanti per le persone che hanno debiti pendenti. Nello specifico la normativa prevede che ne siano esclusi:
Ape volontaria, il mutuo prima casa un vincolo?
Inoltre L’Ape volontario non può essere nemmeno concesso se il rateo dell’anticipo sulla pensione, da solo o sommato ad altri debiti pregressi a carico del futuro pensionando, supera il 30% della stesso. Ragione per cui, come testimoniano molti lavoratori che hanno tentato la simulazione gratuita sul portale Inps, risulta molto difficile ottenere l’anticipo pensionistico per quanti hanno mutui e/o finanziamenti in corso. Basiti specie quanti si sono visti negare la possibilità avendo unicamente sulle spalle il mutuo acceso con la banca per l’acquisto della prima casa. Il bene primario degli italiani, investimento prioritario di molte famiglie, per molti, rischia di divenire di impedimento alla futura pensione?