Fotofinish per le banche europee sulle nuove regole per la gestione dei crediti non permorming. Domani la Commissione Europea, anticipando di qualche giorno le linee guida della Banca Centrale Europea, presenterà la sua proposta sul trattamento delle sofferenze in termini di requisiti di capitali delle banche. Mentre la BCE si prepara a dettare una linea più rigida, la Commissione segue un approccio più soft, avendo riconosciuto che fissare dei tempi per accantonamenti sugli stock esistenti sarebbe stato un salasso per i bilanci delle banche, a cominciare da quelle italiane. Il documento della Commissione, infatti, dovrebbe prevedere accantonamenti progressivi nell’arco di 8 anni per i crediti deteriorati garantiti da collaterali. Per quelli non garantiti da collaterali, il periodo sarà ridotto a 2 anni.
Sempre domani la Commissione approverà le indicazioni per la creazione di bad bank nazionali e una direttiva per stimolare la nascita di un mercato secondario degli NPL a livello europeo. Il modello della bad bank è basato sulle esperienze positive di Spagna e Irlanda, e prevede sia la possibilità di una partecipazione pubblica sia l’opzione del coinvolgimento esclusivamente del settore privato. Il ventaglio dei suggerimenti è ampio e sarà ogni Stato a scegliere quali strumenti sono più adatti al suo scenario. Da Bruxelles arriveranno anche indicazioni sui meccanismi che incentivano il ricorso ad accordi extra giudiziali, sulla scia del patto marciano approvato in Italia. Centrale sarà il tema di un passaporto europeo per le società che si occupano di crediti deteriorati, una novità che permette agli attori interessati di allargare il loro mercato e che potrebbe contribuire ad alzare i prezzi degli Npl. Nei Paesi dove i crediti deteriorati sono molto elevati, Bruxelles stima che l’intervento possa aiutare a ridurli dell’1,5%. Per l’Italia potrebbe significare un calo dello stock delle sofferenze del 10%.
Intanto lo scorso 8 marzo si è mossa anche l’Autorità bancaria europea, che ha avviato una consultazione su un documento per la gestione dei crediti non performanti delle banche europee, tra cui sono inclusi anche i forborne ovvero quei prestiti per i quali si sono riviste le condizioni. Secondo il documento, gli istituti con una percentuale documento in consultazione chiede in particolare un’opinione sulla soglia del 5% per il rapporto tra crediti deteriorati e totale dei prestiti alla clientela come soglia cruciale per stabilire che una banca debba obbligatoriamente predisporre una strategia di gestione dei deteriorati e un processo di governance che la implementi. Rispetto ai forborne, l’EBA precisa che le concessioni di revisione delle condizioni del credito vengano permesse soltanto nel caso in cui il loro obiettivo sia quello di ripristinare un percorso di rimborso sostenibile dal debitore. In sostanza non si possono utilizzare le ristrutturazioni del debito per ritardare il passaggio dello stesso tra quelli in sofferenza. La consultazione terminerà l’8 giugno e il prossimo 25 aprile è prevista un’audizione pubblica.
Come risulta dall’EBA Risk Dashboard alla fine del terzo trimestre 2017 i crediti deteriorati delle banche dell’Unione europea ammontavano a 854 miliardi di euro, pari al 4,2% del totale dei prestiti. Ben 12 Stati membri, tra cui l’Italia, presentavano sistemi bancari con crediti deteriorati superiori al 5%.
Fotofinish per le banche europee sulle nuove regole per la gestione dei crediti non permorming. Domani la Commissione Europea, anticipando di qualche giorno le linee guida della Banca Centrale Europea, presenterà la sua proposta sul trattamento delle sofferenze in termini di requisiti di capitali delle banche. Mentre la BCE si prepara a dettare una linea più rigida, la Commissione segue un approccio più soft, avendo riconosciuto che fissare dei tempi per accantonamenti sugli stock esistenti sarebbe stato un salasso per i bilanci delle banche, a cominciare da quelle italiane. Il documento della Commissione, infatti, dovrebbe prevedere accantonamenti progressivi nell’arco di 8 anni per i crediti deteriorati garantiti da collaterali. Per quelli non garantiti da collaterali, il periodo sarà ridotto a 2 anni.
Sempre domani la Commissione approverà le indicazioni per la creazione di bad bank nazionali e una direttiva per stimolare la nascita di un mercato secondario degli NPL a livello europeo. Il modello della bad bank è basato sulle esperienze positive di Spagna e Irlanda, e prevede sia la possibilità di una partecipazione pubblica sia l’opzione del coinvolgimento esclusivamente del settore privato. Il ventaglio dei suggerimenti è ampio e sarà ogni Stato a scegliere quali strumenti sono più adatti al suo scenario. Da Bruxelles arriveranno anche indicazioni sui meccanismi che incentivano il ricorso ad accordi extra giudiziali, sulla scia del patto marciano approvato in Italia. Centrale sarà il tema di un passaporto europeo per le società che si occupano di crediti deteriorati, una novità che permette agli attori interessati di allargare il loro mercato e che potrebbe contribuire ad alzare i prezzi degli Npl. Nei Paesi dove i crediti deteriorati sono molto elevati, Bruxelles stima che l’intervento possa aiutare a ridurli dell’1,5%. Per l’Italia potrebbe significare un calo dello stock delle sofferenze del 10%.
Intanto lo scorso 8 marzo si è mossa anche l’Autorità bancaria europea, che ha avviato una consultazione su un documento per la gestione dei crediti non performanti delle banche europee, tra cui sono inclusi anche i forborne ovvero quei prestiti per i quali si sono riviste le condizioni. Secondo il documento, gli istituti con una percentuale documento in consultazione chiede in particolare un’opinione sulla soglia del 5% per il rapporto tra crediti deteriorati e totale dei prestiti alla clientela come soglia cruciale per stabilire che una banca debba obbligatoriamente predisporre una strategia di gestione dei deteriorati e un processo di governance che la implementi. Rispetto ai forborne, l’EBA precisa che le concessioni di revisione delle condizioni del credito vengano permesse soltanto nel caso in cui il loro obiettivo sia quello di ripristinare un percorso di rimborso sostenibile dal debitore. In sostanza non si possono utilizzare le ristrutturazioni del debito per ritardare il passaggio dello stesso tra quelli in sofferenza. La consultazione terminerà l’8 giugno e il prossimo 25 aprile è prevista un’audizione pubblica.
Come risulta dall’EBA Risk Dashboard alla fine del terzo trimestre 2017 i crediti deteriorati delle banche dell’Unione europea ammontavano a 854 miliardi di euro, pari al 4,2% del totale dei prestiti. Ben 12 Stati membri, tra cui l’Italia, presentavano sistemi bancari con crediti deteriorati superiori al 5%.