L’Osservatorio Nazionale NPL Market di Credit Village ha censito oltre 240 transazioni di portafogli crediti da gennaio a dicembre 2017, giunti a questo punto possiamo affermare che dopo 72 miliardi di NPL e le dismissioni già annunciate per il 2018 il problema degli NPL lato banche risulterebbe parzialmente risolto e la patata bollente parrebbe ora passata in mano agli investitori e servicer che hanno davanti una grande sfida: riuscire a fare diventare un opportunità uno dei più grandi problemi che il sistema bancario ha dovuto affrontare negli ultimi decenni.
Una volta quindi sistemato il problema sofferenze e messo sotto stretto controllo la gestione del credito ci si attende dal 2019 si torni a guardare ai dossier M&A. Le ultime indiscrezioni stampa sul risiko bancario, infatti, evidenziano nuovi possibili scenari dal 2019, l’attenzione del mercato si starebbe spostando verso il consolidamento bancario italiano, aprendo così a un nuovo riassetto del settore. Sebbene, infatti, i tempi non siano completamente maturi, poiché, al momento la maggioranza degli istituti di credito italiani siano alle prese con i piani di derisking, è sempre più probabile, che una volta archiviata la questione Npl si possa aprire una nuova stagione di acquisizioni e aggregazioni con il risiko che potrebbe entrare nel vivo dalla fine del 2018 o ad inizio 2019.
Non a caso il 14 febbraio scorso il tema M&A, (merger & acquisition) è risultato essere il più discusso alla Ubs Financial Conference tenutosi a Milano, ove ben ottanta fondi presenti hanno dialogato con i principali manager bancari. La conferma di un cambiamento di rotta giunge anche dalle ultime dichiarazioni di Gabriele Spinelli, capo della divisione mercati Ubs Investment Bank: “Dopo la lunga stagione contrassegnata dai timori sui deficit di capitale derivanti anche dallo smaltimento degli Npl, ora la parola d’ordine sembra normalizzazione”.
Quali soggetti potrebbero accendere questa nuova fase?
I soggetti che secondo indiscrezioni stampa potrebbero accendere questa nuova fase di aggregazione “tra banche di medio livello” sono Credem, Credit Agricole e Unipol-Bper. Credem ha recentemente ribadito il proprio interesse verso operazioni di fusione e acquisizione, e stando alle ultime indiscrezioni potrebbe acquisire una banca di media dimensione, puntando a rilevare eventuali quote in optate di futuri aumenti di capitale. Credit Agricole, pare ancora interessata a fare acquisti in Italia, sebbene abbia già rilevato tre casse di risparmio del centro Italia (Cesena, Rimini e San Miniato). Al centro dei rumors anche Bper, che stando alle recenti ricostruzioni stampa potrebbe dare vita a un polo con la ligure Carige, a cui potrebbe unirsi anche Unipol Banca una volta completate le operazioni sul fronte Npl.
Resta inteso che, affinché questo processo riparta, si dovranno avere indicazioni chiare, a partire da metà marzo, dalla Commissione europea e di Vigilanza Bce sui crediti deteriorati e si dovrà attendere la sentenza della corte costituzionale sulla riforma delle popolari.
L’Osservatorio Nazionale NPL Market di Credit Village ha censito oltre 240 transazioni di portafogli crediti da gennaio a dicembre 2017, giunti a questo punto possiamo affermare che dopo 72 miliardi di NPL e le dismissioni già annunciate per il 2018 il problema degli NPL lato banche risulterebbe parzialmente risolto e la patata bollente parrebbe ora passata in mano agli investitori e servicer che hanno davanti una grande sfida: riuscire a fare diventare un opportunità uno dei più grandi problemi che il sistema bancario ha dovuto affrontare negli ultimi decenni.
Una volta quindi sistemato il problema sofferenze e messo sotto stretto controllo la gestione del credito ci si attende dal 2019 si torni a guardare ai dossier M&A. Le ultime indiscrezioni stampa sul risiko bancario, infatti, evidenziano nuovi possibili scenari dal 2019, l’attenzione del mercato si starebbe spostando verso il consolidamento bancario italiano, aprendo così a un nuovo riassetto del settore. Sebbene, infatti, i tempi non siano completamente maturi, poiché, al momento la maggioranza degli istituti di credito italiani siano alle prese con i piani di derisking, è sempre più probabile, che una volta archiviata la questione Npl si possa aprire una nuova stagione di acquisizioni e aggregazioni con il risiko che potrebbe entrare nel vivo dalla fine del 2018 o ad inizio 2019.
Non a caso il 14 febbraio scorso il tema M&A, (merger & acquisition) è risultato essere il più discusso alla Ubs Financial Conference tenutosi a Milano, ove ben ottanta fondi presenti hanno dialogato con i principali manager bancari. La conferma di un cambiamento di rotta giunge anche dalle ultime dichiarazioni di Gabriele Spinelli, capo della divisione mercati Ubs Investment Bank: “Dopo la lunga stagione contrassegnata dai timori sui deficit di capitale derivanti anche dallo smaltimento degli Npl, ora la parola d’ordine sembra normalizzazione”.
Quali soggetti potrebbero accendere questa nuova fase?
I soggetti che secondo indiscrezioni stampa potrebbero accendere questa nuova fase di aggregazione “tra banche di medio livello” sono Credem, Credit Agricole e Unipol-Bper. Credem ha recentemente ribadito il proprio interesse verso operazioni di fusione e acquisizione, e stando alle ultime indiscrezioni potrebbe acquisire una banca di media dimensione, puntando a rilevare eventuali quote in optate di futuri aumenti di capitale. Credit Agricole, pare ancora interessata a fare acquisti in Italia, sebbene abbia già rilevato tre casse di risparmio del centro Italia (Cesena, Rimini e San Miniato). Al centro dei rumors anche Bper, che stando alle recenti ricostruzioni stampa potrebbe dare vita a un polo con la ligure Carige, a cui potrebbe unirsi anche Unipol Banca una volta completate le operazioni sul fronte Npl.
Resta inteso che, affinché questo processo riparta, si dovranno avere indicazioni chiare, a partire da metà marzo, dalla Commissione europea e di Vigilanza Bce sui crediti deteriorati e si dovrà attendere la sentenza della corte costituzionale sulla riforma delle popolari.