Da tempo non si parlava dei problemi finanziari delle nostre amministrazioni comunali: si pensava che, dopo aver resistito ai vari tagli di finanza locale e agli stringenti vincoli del Patto di stabilità, i nostri Comuni si fossero messi a posto con le loro casse. Purtroppo oggi scopriamo che non è così. Anzi per diverse città, anche grandi, l’ombra del default inizia a bussare alla porta.
La causa di questi “prossimi” dissesti ha un nome e cognome: si chiama “strutturale incapacità di riscossione” che mina i conti pubblici e, lo dicono i magistrati, senza un cambio di rotta non si va molto lontano. I dati, pubblicati di recente dal Sole24Ore, parlano di appena una multa su tre incassata nel 2016, del 33% delle tariffe e 27% delle tasse non pagate. L’anno scorso a Roma è entrato in cassa solo un quarto delle multe e la metà di canoni e tariffe, dalle rette degli asili nido al trasporto scolastico. La Corte dei Conti ha calcolato che nel 2016 il Comune di Napoli è riuscito a recuperare solo l’1,75% delle entrate messe in bilancio ma non incassate. E dopo la bocciatura del piano di risanamento la sorte della città è più che in bilico. E al Nord non va meglio con Torino che potrebbe essere trascinata nel baratro del default dal dissesto dell’azienda di trasporti.
Eppure una soluzione, moderna e poco costosa, per superare questa situazione critica ci sarebbe e la sostiene da tempo UNIREC, l’Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito. Il Presidente di UNIREC Marco Pasini ricorda, proprio dalle pagine del Sole24Ore, che “la strada per un recupero crediti efficiente da parte degli enti locali è tracciata già da tempo, bisogna solo metterla in atto”. Pasini si riferisce al “modello stragiudiziale delle società di tutela del credito che consente, attraverso un’attività negoziale, di individuare insieme al cittadino debitore le migliori condizioni di pagamento attraverso piani di rientro sostenibili e soluzioni personalizzate, evitando la riscossione coattiva e l’attivazione di procedure giudiziali”. “Fortunatamente aumentano sempre di più gli enti locali che decidono di affidarsi ai nostri servizi, con ottimi risultati sia in termini di gestione dei crediti, sia di recupero di un rapporto virtuoso con il cittadino con ricadute positive sull’intera comunità”. Le risorse recuperate con questo sistema di riscossione, che secondo una stima di KPMG potrebbero portare nelle casse della finanza pubblica locale circa 5 miliardi di euro, si trasformano in importanti investimenti in scuole, ospedali e servizi di ogni genere.
“Non riusciamo davvero a capire come sia possibile che, ancora oggi, città come Napoli, Roma e Torino siano a rischio default a causa della loro strutturale incapacità di riscossione di multe e tributi. Eppure la stessa Consip ha pubblicato un importante bando che legittima pienamente l’attività di recupero crediti stragiudiziale svolta dalle imprese ex art. 115 TULPS in favore della PA. La Consip – spiega il Presidente di UNIREC – esplicita chiaramente la possibilità per l’Ente locale di richiedere alle aziende di recupero crediti il supporto per la gestione dei propri crediti in forma diretta”.
Pasini ricorda, infine, che è in discussione in Parlamento anche un disegno di legge, presentato dalla Senatrice PD Lucrezia Ricchiuti, componente della VI Commissione Finanze e Tesoro, che predispone, una volta per tutte, un quadro organico di regole alla materia del recupero stragiudiziale dei crediti della Pubblica Amministrazione. “Ci auguriamo che il ddl possa trovare spazio all’interno della Legge di Bilancio – conclude Pasini – ma la strada per un recupero crediti efficiente da parte degli enti locali è già tracciata. Bisogna solo metterla in atto”.
Da tempo non si parlava dei problemi finanziari delle nostre amministrazioni comunali: si pensava che, dopo aver resistito ai vari tagli di finanza locale e agli stringenti vincoli del Patto di stabilità, i nostri Comuni si fossero messi a posto con le loro casse. Purtroppo oggi scopriamo che non è così. Anzi per diverse città, anche grandi, l’ombra del default inizia a bussare alla porta.
La causa di questi “prossimi” dissesti ha un nome e cognome: si chiama “strutturale incapacità di riscossione” che mina i conti pubblici e, lo dicono i magistrati, senza un cambio di rotta non si va molto lontano. I dati, pubblicati di recente dal Sole24Ore, parlano di appena una multa su tre incassata nel 2016, del 33% delle tariffe e 27% delle tasse non pagate. L’anno scorso a Roma è entrato in cassa solo un quarto delle multe e la metà di canoni e tariffe, dalle rette degli asili nido al trasporto scolastico. La Corte dei Conti ha calcolato che nel 2016 il Comune di Napoli è riuscito a recuperare solo l’1,75% delle entrate messe in bilancio ma non incassate. E dopo la bocciatura del piano di risanamento la sorte della città è più che in bilico. E al Nord non va meglio con Torino che potrebbe essere trascinata nel baratro del default dal dissesto dell’azienda di trasporti.
Eppure una soluzione, moderna e poco costosa, per superare questa situazione critica ci sarebbe e la sostiene da tempo UNIREC, l’Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito. Il Presidente di UNIREC Marco Pasini ricorda, proprio dalle pagine del Sole24Ore, che “la strada per un recupero crediti efficiente da parte degli enti locali è tracciata già da tempo, bisogna solo metterla in atto”. Pasini si riferisce al “modello stragiudiziale delle società di tutela del credito che consente, attraverso un’attività negoziale, di individuare insieme al cittadino debitore le migliori condizioni di pagamento attraverso piani di rientro sostenibili e soluzioni personalizzate, evitando la riscossione coattiva e l’attivazione di procedure giudiziali”. “Fortunatamente aumentano sempre di più gli enti locali che decidono di affidarsi ai nostri servizi, con ottimi risultati sia in termini di gestione dei crediti, sia di recupero di un rapporto virtuoso con il cittadino con ricadute positive sull’intera comunità”. Le risorse recuperate con questo sistema di riscossione, che secondo una stima di KPMG potrebbero portare nelle casse della finanza pubblica locale circa 5 miliardi di euro, si trasformano in importanti investimenti in scuole, ospedali e servizi di ogni genere.
“Non riusciamo davvero a capire come sia possibile che, ancora oggi, città come Napoli, Roma e Torino siano a rischio default a causa della loro strutturale incapacità di riscossione di multe e tributi. Eppure la stessa Consip ha pubblicato un importante bando che legittima pienamente l’attività di recupero crediti stragiudiziale svolta dalle imprese ex art. 115 TULPS in favore della PA. La Consip – spiega il Presidente di UNIREC – esplicita chiaramente la possibilità per l’Ente locale di richiedere alle aziende di recupero crediti il supporto per la gestione dei propri crediti in forma diretta”.
Pasini ricorda, infine, che è in discussione in Parlamento anche un disegno di legge, presentato dalla Senatrice PD Lucrezia Ricchiuti, componente della VI Commissione Finanze e Tesoro, che predispone, una volta per tutte, un quadro organico di regole alla materia del recupero stragiudiziale dei crediti della Pubblica Amministrazione. “Ci auguriamo che il ddl possa trovare spazio all’interno della Legge di Bilancio – conclude Pasini – ma la strada per un recupero crediti efficiente da parte degli enti locali è già tracciata. Bisogna solo metterla in atto”.