La Bce i primi di ottobre ha presentato, lo ricordiamo, le nuove regole di vigilanza bancaria che hanno subito suscitato molte critiche, dal momento che prevedono delle limitazioni sui crediti in sofferenza. Nello specifico le nuove norme sanciscono che:
- dal 2018 i crediti non garantiti diventati sofferenze debbano essere coperti da accantonamenti nel giro di due anni.
- I crediti garantiti devono essere coperti da accantonamenti nel giro di sette anni.
La regola vale per tutte le sofferenze dal 2018 in poi, indipendentemente dalla data di inizio del credito.
Proprio a partire da questa tematica ieri a Bruxelles l’Eurogruppo ha ascoltato la presidente del consiglio di sorveglianza bancaria, della Banca centrale europea, Danièle Nouy, che ha difeso la strategia dell’istituto monetario nel gestire le sofferenze creditizie, e ci ha tenuto a sottolineare come su questo fronte sia giunto il momento di intervenire. Dinanzi ai ministri il capo della vigilanza bancaria ha voluto rispondere alle critiche giunte da alcuni ambienti comunitari, e in particolare dall’Italia spiegando come le nuove norme siano perfettamente in linea con il mandato dell’istituto monetario, e rispettino pienamente le indicazioni dei ministri delle Finanze del giugno scorso. Danièle Nouy si è poi rivolta ai ministri delle Finanze, dunque per l’Italia a Pier Carlo Padoan, facendo notare come le nuove norme dovrebbero riguardare solo le nuove sofferenze, non lo stock. Sebbene, ha comunque voluto precisare, anche lo stock prima o dopo dovrà essere affrontato in qualche modo.
Vi è accordo all’Eurogruppo
Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem sostiene, rassicurando quanti gli chiedano cosa pensa L’Eurogruppo dell’addendum della Bce sugli NPL, che In generale vi sia accordo (all’Eurogruppo, ndr) con l’approccio della Bce” sui crediti deteriorati. Poi aggiunge “voglio rassicurare il pubblico italiano attraverso di voi, perché è preoccupato di questi nuovi requisiti per le banche: servono per essere sicuri che i problemi delle banche italiane non accadano più in futuro”: Dijsselbloem ci tiene dunque a spiegare agli italiani che le regole eviteranno il ripetersi dei problemi delle banche.
Gli ultimi dati sulle sofferenze:
Tra il secondo trimestre del 2016 e il secondo trimestre del 2017, stando agli ultimi dati, le sofferenze bancarie sono scese a 795 miliardi di euro, con un calo di 142 miliardi. Ma nonostante ciò le cifre non rassicurano la la Bce che ha voluto imporre un nuovo giro di vite. A Francoforte, si è reso merito all’Italia per i risultati ottenuti , ricordando IntesaSanPaolo, UniCredit e Mediobanca, ma si fa presente come alcuni istituti sembrano intenzionati a mentire a se stessi sulla reale gravità della situazione. Il prezzo basso delle sofferenze creditizie, viene ricordato, è un fattore che giustifica molte banche dal ridurre attivamente i titoli di cattiva qualità, è anche funzione della difficoltà a recuperare il credito.
Il Parere di Draghi: non c’è spazio per autocompiacersi
Mario Draghi, presidente della Bce, nel discorso introduttivo al Forum sulla vigilanza bancaria della Bce a Francoforte ha esordito dicendo che la Vigilanza bancaria affidata alla Bce ha introdotto «medesimi elevati standard» per le banche del Continente e «un settore bancario più forte e resistente» e in grado di assorbire gli shock. Poi ha aggiunto che per risolvere il problema dei crediti deteriorati è necessario «uno sforzo comune fra Vigilanza bancaria, le autorità di regolamentazione e le autorità nazionali», oltre agli istituti di credito. Dunque affrontare gli Npl, «è una precondizione per gli altri pilastri dell’Unione bancaria» così come lo è l’esposizione delle banche al debito degli Stati: «non c’è spazio per autocompiacersi». Daniéle Nouy, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, conclude, dicendo la sua al Forum di Francoforte, «Non credo che l’esperienza delle ricapitalizzazioni cautelative delle banche viste dopo il Montepaschi suggerisca che sarebbe stato meglio lasciar fallire alcune banche – ha spiegato – ma le banche devono smettere di negare la realtà. Quando lo fanno siamo in grado di affrontare i problemi».
La Bce i primi di ottobre ha presentato, lo ricordiamo, le nuove regole di vigilanza bancaria che hanno subito suscitato molte critiche, dal momento che prevedono delle limitazioni sui crediti in sofferenza. Nello specifico le nuove norme sanciscono che:
La regola vale per tutte le sofferenze dal 2018 in poi, indipendentemente dalla data di inizio del credito.
Proprio a partire da questa tematica ieri a Bruxelles l’Eurogruppo ha ascoltato la presidente del consiglio di sorveglianza bancaria, della Banca centrale europea, Danièle Nouy, che ha difeso la strategia dell’istituto monetario nel gestire le sofferenze creditizie, e ci ha tenuto a sottolineare come su questo fronte sia giunto il momento di intervenire. Dinanzi ai ministri il capo della vigilanza bancaria ha voluto rispondere alle critiche giunte da alcuni ambienti comunitari, e in particolare dall’Italia spiegando come le nuove norme siano perfettamente in linea con il mandato dell’istituto monetario, e rispettino pienamente le indicazioni dei ministri delle Finanze del giugno scorso. Danièle Nouy si è poi rivolta ai ministri delle Finanze, dunque per l’Italia a Pier Carlo Padoan, facendo notare come le nuove norme dovrebbero riguardare solo le nuove sofferenze, non lo stock. Sebbene, ha comunque voluto precisare, anche lo stock prima o dopo dovrà essere affrontato in qualche modo.
Vi è accordo all’Eurogruppo
Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem sostiene, rassicurando quanti gli chiedano cosa pensa L’Eurogruppo dell’addendum della Bce sugli NPL, che In generale vi sia accordo (all’Eurogruppo, ndr) con l’approccio della Bce” sui crediti deteriorati. Poi aggiunge “voglio rassicurare il pubblico italiano attraverso di voi, perché è preoccupato di questi nuovi requisiti per le banche: servono per essere sicuri che i problemi delle banche italiane non accadano più in futuro”: Dijsselbloem ci tiene dunque a spiegare agli italiani che le regole eviteranno il ripetersi dei problemi delle banche.
Gli ultimi dati sulle sofferenze:
Tra il secondo trimestre del 2016 e il secondo trimestre del 2017, stando agli ultimi dati, le sofferenze bancarie sono scese a 795 miliardi di euro, con un calo di 142 miliardi. Ma nonostante ciò le cifre non rassicurano la la Bce che ha voluto imporre un nuovo giro di vite. A Francoforte, si è reso merito all’Italia per i risultati ottenuti , ricordando IntesaSanPaolo, UniCredit e Mediobanca, ma si fa presente come alcuni istituti sembrano intenzionati a mentire a se stessi sulla reale gravità della situazione. Il prezzo basso delle sofferenze creditizie, viene ricordato, è un fattore che giustifica molte banche dal ridurre attivamente i titoli di cattiva qualità, è anche funzione della difficoltà a recuperare il credito.
Il Parere di Draghi: non c’è spazio per autocompiacersi
Mario Draghi, presidente della Bce, nel discorso introduttivo al Forum sulla vigilanza bancaria della Bce a Francoforte ha esordito dicendo che la Vigilanza bancaria affidata alla Bce ha introdotto «medesimi elevati standard» per le banche del Continente e «un settore bancario più forte e resistente» e in grado di assorbire gli shock. Poi ha aggiunto che per risolvere il problema dei crediti deteriorati è necessario «uno sforzo comune fra Vigilanza bancaria, le autorità di regolamentazione e le autorità nazionali», oltre agli istituti di credito. Dunque affrontare gli Npl, «è una precondizione per gli altri pilastri dell’Unione bancaria» così come lo è l’esposizione delle banche al debito degli Stati: «non c’è spazio per autocompiacersi». Daniéle Nouy, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, conclude, dicendo la sua al Forum di Francoforte, «Non credo che l’esperienza delle ricapitalizzazioni cautelative delle banche viste dopo il Montepaschi suggerisca che sarebbe stato meglio lasciar fallire alcune banche – ha spiegato – ma le banche devono smettere di negare la realtà. Quando lo fanno siamo in grado di affrontare i problemi».