Forse siamo passati da una dura polemica istituzionale al negoziato. La polemica è stata negli ultimi giorni fra autorità e banche italiane da una parte e autorità di supervisione bancaria europea dallaltra. Loggetto della polemica: lopportunità e la completezza di un addendum sul sistema bancario europeo che chiedeva di affrontare rapidamente la questione del non performing loans (Npl – crediti inesigibili garantiti e non garantiti). Lauspicio, ovviamente, è che ciascuna delle parti sia pronta a fare un passo nella direzione dell’altro. E occorre dire che per prima si è mossa ieri Intesa Sanpaolo. Il Presidente della banca, Gian Maria Gros-Pietro in una conversazione ad America24 su Radio 24 è stato molto chiaro: «La nostra dialettica con il regolatore è ottima – ha detto Gros-Pietro – Noi collaboriamo e anche sugli Npl siamo d’accordo: l’Italia ha una percentuale troppo alta di Npl rispetto ai prestiti». Dopo aver espresso la convergenza di intenti ecco lapertura:«Noi abbiamo concordato un nostro programma di riduzione all’inizio dellanno con il regolatore. Se si intende accelerare questo processo ne parleremo, perché forse le condizioni per farlo ci sono. C’è una ripresa, insomma si può fare».
La banca dunque concorda che questo, anche per la ripresa in corso, potrebbe essere il momento migliore per fare un altro passo in avanti. Ma Gros-Pietro è inflessibile su alcuni punti: «Laddendum riguarda solo gli Npl quando ci sono altre classi di attivi (derivati e immobiliari) ci vogliono altre azioni su altri asset nei bilanci delle banche (derivati e immobiliari ndr)». È possibile che in futuro le autorità si occuperanno anche di quelli ma per ora nel mirino ci sono soltanto i non performing loans. Ebbene a parte le parole del Presidente della Bce Mario Draghi abbiamo avuto conferma che a breve si tratterà anche degli altri attivi. Gros-Pietro chiede garanzie sul rispetto del «metodo che corrisponde ai principi contabili internazionali…obbligatori per la trasparenza del mercato…il valore dei crediti dipende dalla loro recuperabilità: non può essere posto pari a zero entro due anni…». Su questo dobbiamo immaginare che le autorità forniranno le garanzie adeguate facendo una distizione fra «accantonamenti contabili» e «accantonamenti prudenziali», forse trattati in modo diverso. Ma quel che più conta è che il dibattito pubblico di questi giorni ha già prodotto dei risultati:«Se le banche mostreranno le prospettive per i prestiti inesigibili garantiti (con arco di sette anni) e non garantiti ( che prevedono azioni in due anni) che consentiranno di introdurre alcune modifiche saremo pronti a farlo, per questo siamo in consultazione», ha spiegato un autorevole fonte vicina alle autorità di supervisione europea. Insomma, il dialogo avanza. E avanza nella direzione per migliorare certe condizioni di bilancio. Inevitabile lultima osservazione: istituzioni che hanno prospettive di rafforzarsi dovrebbero vedere un miglioramento dei titoli in borsa, non un peggioramento. Ma fu Alan Greenspan a smentire gli economisti di Chicago che parlavano di razionalità del mercato accettando che spesso i mercati sono per definizione «irrazionali».
Autore: Mario Platero
Fonte:
il sole 24 ore
npl – intesa sanpaolo – ndr – bce
Forse siamo passati da una dura polemica istituzionale al negoziato. La polemica è stata negli ultimi giorni fra autorità e banche italiane da una parte e autorità di supervisione bancaria europea dallaltra. Loggetto della polemica: lopportunità e la completezza di un addendum sul sistema bancario europeo che chiedeva di affrontare rapidamente la questione del non performing loans (Npl – crediti inesigibili garantiti e non garantiti). Lauspicio, ovviamente, è che ciascuna delle parti sia pronta a fare un passo nella direzione dell’altro. E occorre dire che per prima si è mossa ieri Intesa Sanpaolo. Il Presidente della banca, Gian Maria Gros-Pietro in una conversazione ad America24 su Radio 24 è stato molto chiaro: «La nostra dialettica con il regolatore è ottima – ha detto Gros-Pietro – Noi collaboriamo e anche sugli Npl siamo d’accordo: l’Italia ha una percentuale troppo alta di Npl rispetto ai prestiti». Dopo aver espresso la convergenza di intenti ecco lapertura:«Noi abbiamo concordato un nostro programma di riduzione all’inizio dellanno con il regolatore. Se si intende accelerare questo processo ne parleremo, perché forse le condizioni per farlo ci sono. C’è una ripresa, insomma si può fare».
La banca dunque concorda che questo, anche per la ripresa in corso, potrebbe essere il momento migliore per fare un altro passo in avanti. Ma Gros-Pietro è inflessibile su alcuni punti: «Laddendum riguarda solo gli Npl quando ci sono altre classi di attivi (derivati e immobiliari) ci vogliono altre azioni su altri asset nei bilanci delle banche (derivati e immobiliari ndr)». È possibile che in futuro le autorità si occuperanno anche di quelli ma per ora nel mirino ci sono soltanto i non performing loans. Ebbene a parte le parole del Presidente della Bce Mario Draghi abbiamo avuto conferma che a breve si tratterà anche degli altri attivi. Gros-Pietro chiede garanzie sul rispetto del «metodo che corrisponde ai principi contabili internazionali…obbligatori per la trasparenza del mercato…il valore dei crediti dipende dalla loro recuperabilità: non può essere posto pari a zero entro due anni…». Su questo dobbiamo immaginare che le autorità forniranno le garanzie adeguate facendo una distizione fra «accantonamenti contabili» e «accantonamenti prudenziali», forse trattati in modo diverso. Ma quel che più conta è che il dibattito pubblico di questi giorni ha già prodotto dei risultati:«Se le banche mostreranno le prospettive per i prestiti inesigibili garantiti (con arco di sette anni) e non garantiti ( che prevedono azioni in due anni) che consentiranno di introdurre alcune modifiche saremo pronti a farlo, per questo siamo in consultazione», ha spiegato un autorevole fonte vicina alle autorità di supervisione europea. Insomma, il dialogo avanza. E avanza nella direzione per migliorare certe condizioni di bilancio. Inevitabile lultima osservazione: istituzioni che hanno prospettive di rafforzarsi dovrebbero vedere un miglioramento dei titoli in borsa, non un peggioramento. Ma fu Alan Greenspan a smentire gli economisti di Chicago che parlavano di razionalità del mercato accettando che spesso i mercati sono per definizione «irrazionali».
Autore: Mario Platero
Fonte:
il sole 24 ore
npl – intesa sanpaolo – ndr – bce