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Commissione Ue: si lavora a pacchetto Npl, adozione in primavera

La Commissione europea sta già lavorando a un pacchetto completo di misure volte a ridurre il livello di crediti deteriorati esistenti ed evitare il loro accumulo in futuro. Dombrovskis: la Vigilanza della Bce non necessita di correzioni. Urge completare l’Unione bancaria entro il 2018, anno in cui verrà avanzata una proposta sul dossier banche-titoli di Stato | Fmi: stabilità finanziaria migliorata, resta nodo Npl

La Commissione europea sta già lavorando a un pacchetto completo di misure volte a ridurre il livello di crediti deteriorati esistenti ed evitare il loro accumulo in futuro, come convenuto l’11 luglio 2017. Così la Commissione europea in un comunicato dove si legge che l’adozione di questo pacchetto di interventi “è prevista per la primavera del 2018.

 

Il pacchetto comprenderà un progetto in materia di società di gestione patrimoniale nazionale; misure legislative volte a sviluppare ulteriormente i mercati secondari per i crediti deteriorati e ad accrescere la capacità dei creditori di recuperare il valore dei prestiti garantiti; una relazione contenente la valutazione della possibilità di una proposta legislativa volta a introdurre misure di sostegno prudenziali di natura regolamentare per ovviare all’insufficienza degli accantonamenti a fronte di nuovi crediti deteriorati; l’indicazione della via da seguire per promuovere la trasparenza in materia di crediti deteriorati in Europa.

Riguardo le proposte della Bce sulle coperture dei nuovi flussi di crediti deteriorati (Npl), Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione Ue, ha chiarito che si sta lavorando “in consultazione continua” con la Vigilanza della Banca centrale europea. “Oggi nelle nostra comunicazione abbiamo espresso un giudizio positivo sul regolamento della Vigilanza che non necessita di alcuna correzione”, ha detto Dombrovskis, precisando che sul trattamento proposto per i nuovi flussi di Npl è in atto solo una consultazione da parte della Vigilanza che riceverà dei feedback e questo avrà delle conseguenze sul piano giuridico.

“Abbiamo poi proposto che nelle revisione degli attivi bancari si tenga conto anche di come vengono trattati i derivati”, ha spiegato il numero due della Commissione Ue, osservando che il processo in atto è frutto dell’Ecofin dello scorso luglio nel quale sono emerse due necessità: “accelerare la riduzione dello stock corrente di crediti deteriorati ed evitare”, grazie ai nuovi livelli di copertura, “l’accumulo di nuovi stock di Npl”.

Comunque, ha puntualizzato, ci sono diverse competenze istituzionali: “la Commissione ha il compito di vedere se ci sono da mettere backstop prudenziali per i nuovi crediti deteriorati secondo l’accordo dell’Ecofin dello scorso luglio. La Bce contribuirà con la sua consultazione al lavoro per i backstop. Vorrei ricordare che la legislazione copre tutte le banche, il cosiddetto Pillar 1, la Vigilanza interviene sui rischi di specifiche banche, dunque attraverso il Pillar 2”, ha chiosato Dombrovskis.

Tuttavia il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha accusato il supervisore unico della Bce di avere assunto una posizione “contraddittoria rispetto alle norme contabili internazionali” con l’addendum sul trattamento dei non performing loans nei bilanci delle banche. L’addendum è “insolito dal punto di vista del metodo, contestato dal punto di vista della procedura, contraddittorio rispetto alle regole della contabilità internazionale che escludono svalutazioni automatiche a scadenza”, ha osservato Patuelli in un incontro all’Europarlamento.

In più, secondo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, le nuove norme della Bce sugli Npl potrebbero “comportare una riduzione dei flussi di credito per le imprese in un momento delicato per il Paese. Con un prodotto interno lordo che cresce più delle aspettative, onestamente, ridurre il flusso di credito alle imprese mi sembra un elemento antitetico a quella che è la politica economica espansiva che dovrebbero fare tutti”, ha sottolineato il presidente di Confindustria, a margine di un convegno a Brindisi. “Lo abbiamo detto con chiarezza: se i regolatori continuano su questa strada”, ha contestato, “con delle misure che sono antitetiche alla politica monetaria della stessa Bce non si capisce dove andiamo a parare”.

Peraltro, il metodo adottato dalla Bce sugli Npl preoccupa un po’ tutti in Europa. Il direttore generale dell’Abi nonché vicepresidente della federazione europea delle banche, Giovanni Sabatini, sempre nell’incontro all’Europarlamento, ha dichiarato che “tutte le federazioni bancarie sono preoccupate per il metodo, con delle linee guida di poche parole si sta stravolgendo l’architettura della vigilanza”.

La Commissione Ue ha anche invitato a completare tutti gli aspetti dell’Unione bancaria entro il 2018. “I cittadini e le imprese europee trarranno beneficio da un’integrazione finanziaria più profonda e da un sistema finanziario più stabile grazie ai piani della commissione per accelerare il completamento dei tasselli mancanti dell’unione bancaria”. L’Unione bancaria, ha proseguito Bruxelles, “deve essere completata perché possa realizzare il suo pieno potenziale nel rendere l’Unione economica e monetaria più stabile e più resiliente agli shock, limitando nel contempo la necessità della condivisione pubblica del rischio, con ricadute positive per l’intero mercato unico”.

Sulla scorta dei considerevoli progressi già realizzati, la Commissione Ue ha pubblicato oggi una comunicazione “che definisce un percorso ambizioso ma realistico verso un accordo su tutti gli elementi ancora in sospeso dell’Unione bancaria, alla luce degli impegni assunti dal Consiglio”. La comunicazione “prelude al vertice europeo di dicembre in formato inclusivo, durante il quale si discuterà dell’Unione bancaria nell’ambito delle discussioni su come approfondire l’Unione economica e monetaria. Insieme all’Unione dei mercati dei capitali, un’Unione bancaria completa promuoverà un sistema finanziario stabile e integrato nell’Ue”.

Nel 2018, inoltre, Bruxelles valuterà i lavori in corso del comitato europeo per il rischio sistemico e avanzerà una sua proposta sul dossier banche-titoli di Stato. Al fine di trovare soluzioni pratiche per allentare la spirale banche-emittente sovrano, la Commissione Ue ha rammentato i lavori in corso del comitato europeo per il rischio sistemico sui titoli garantiti da obbligazioni sovrane e ha annunciato che valuterà i risultati di tali lavori al fine di presentare il prossimo anno una proposta volta a consentire lo sviluppo di tali titoli, “i quali consentirebbero alle banche di diversificare le obbligazioni sovrane in loro possesso e potrebbero rappresentare una nuova garanzia reale di elevata qualità da utilizzare nelle operazioni finanziarie transfrontaliere”, si legge nella nota.

 


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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