La crescita in Italia accelera, ma resta in coda agli altri grandi Paesi industriali e soprattutto restano alti i crediti deteriorati (Npl) nei bilanci delle banche, che vanno ripuliti con maggior determinazione. Il Fondo monetario internazionale, nel suo World Economic Outlook, interviene nella controversia scoppiata nei giorni scorsi dopo la pubblicazione da parte della Banca centrale europea delle nuove linee guida più stringenti sul trattamento degli Npl, e si schiera in linea di massima con la Bce, sostenendo che bisogna «accelerare» laggiustamento dei bilanci bancari. Il Fondo sottolinea anche i rischi della politica sulla stabilità dei conti pubblici.
«LItalia ha detto il capo economista dellFmi, Maurice Obstfeld ha fatto molti progressi nelle riforme del settore finanziario. Gli Npl sono scesi, cè maggiore stabilità. Ma lo stock dei crediti deteriorati resta alto ed è un fattore di freno al nuovo credito e di per sé una possibile fonte di credit crunch. È importante occuparsi dei nuovi Npl, ma anche ridurre lo stock esistente. Sarà difficile per le banche, ma se guardiamo il caso di UniCredit, che è stata in grado di raccogliere nuovo capitale, è un segnale positivo. Il sistema bancario italiano ha molte banche e molte filiali: cè lo spazio per guadagni di efficienza che migliorino lallocazione del credito».
Da Bruxelles, il ministro dellEconomia, Pier Carlo Padoan, ha osservato che è interesse dellItalia ridurre le sofferenze, ma «ci si deve rendere conto sia dei risultati già ottenuti, sia delle conseguenze negative indesiderate di una rapidità» eccessiva nella riduzione degli Npl. Dunque, «aumentare la velocità, ma non troppo, perché se no si rischia di inciampare». Oggi sarà la Commissione europea a presentare le sue proposte in merito. Secondo Reuters, nella bozza del documento si sottolinea la necessità di «introdurre livelli minimi di accantonamento per le banche a fronte degli Npl». Un obiettivo finale simile a quello della Bce, con tempistiche però diverse visto che il processo decisionale delle istituzioni europee è senza dubbio più lungo e laborioso e nel caso di eventuali proposte legislative ci dovrà essere lassenso degli Stati e dellEuroparlamento.
Quanto allFmi, il rapporto ossrva che «il settore bancario dellarea euro ha fatto ulteriori progressi nella pulizia dei bilanci rispetto alla primavera scorsa e la crescita del credito al settore privato è positiva dalla metà del 2015, anche se ancora inferiore a quella delleconomia». Tuttavia – continua il rapporto, «gli Npl restavano alti nel primo trimestre del 2017, circa il 5,7% per larea euro e sopra il 10% in sei Paesi, fra cui lItalia, che rappresenta il 30% dello stock di crediti deteriorati dellEurozona». Il documento sostiene che, «senza uno sforzo più concertato per ripulire i bilanci delle banche e migliorarne la redditività, si potrebbero riaccendere in parti dellEurozona preoccupazioni per la stabilità finanziaria e timori di un circolo vizioso fra domanda debole, prezzi e bilanci. Se dovessero riemergere rischi politici, per esempio, laumento dei tassi di interesse a lunga che li accompagnerebbe peggiorerebbe la dinamica del debito pubblico, specialmente se linflazione dovesse rimanere debole».
Secondo il Fondo monetario, «solo un approccio complessivo e proattivo alla riduzione degli Npl può togliere il freno alla crescita del credito». Fra le misure necessarie, lo studio cita lallargamento alle banche più piccole delle indicazioni della Bce sulla gestione degli Npl, la modernizzazione più rapida e larmonizzazione dei regimi fallimentari, lo stimolo ai mercati dei crediti in sofferenza con la creazione di bad bank nazionali. LFmi spinge anche, come la Bce, per il completamento dellunione bancaria nellEurozona con la creazione di un efficace schema di assicurazione dei depositi.
Le cose vanno meglio per lItalia sul fronte della crescita, che, dopo lo 0,9% dellanno scorso, il Fondo vede all1,5% questanno e all1,1% lanno prossimo (questultima inferiore alle stime ufficiali), in entrambi i casi in rialzo dello 0,2% rispetto alle previsioni di luglio. Rispetto ad aprile, laumento per il 2017 è addirittura dello 0,7%. Dallanno scorso a questanno, lItalia è il grande Paese industriale (eccetto il Canada) che fa registrare lespansione più forte, ma resta in coda agli altri Paesi del G-7. LFmi prevede una disoccupazione in lento calo dall11,7% del 2016 all11,4% del 2017 all11% del 2018. Il rapporto fra debito pubblico e Pil dovrebbe cominciare a scendere dallanno prossimo e il bilancio, dal deficit del 2,2% di questanno e dell1,3% del prossimo, dovrebbe raggiungere il pareggio nel 2020.
Autore: Alessandro Merli
Fonte:
Il Sole 24 Ore
fmi – npl – italia
La crescita in Italia accelera, ma resta in coda agli altri grandi Paesi industriali e soprattutto restano alti i crediti deteriorati (Npl) nei bilanci delle banche, che vanno ripuliti con maggior determinazione. Il Fondo monetario internazionale, nel suo World Economic Outlook, interviene nella controversia scoppiata nei giorni scorsi dopo la pubblicazione da parte della Banca centrale europea delle nuove linee guida più stringenti sul trattamento degli Npl, e si schiera in linea di massima con la Bce, sostenendo che bisogna «accelerare» laggiustamento dei bilanci bancari. Il Fondo sottolinea anche i rischi della politica sulla stabilità dei conti pubblici.
«LItalia ha detto il capo economista dellFmi, Maurice Obstfeld ha fatto molti progressi nelle riforme del settore finanziario. Gli Npl sono scesi, cè maggiore stabilità. Ma lo stock dei crediti deteriorati resta alto ed è un fattore di freno al nuovo credito e di per sé una possibile fonte di credit crunch. È importante occuparsi dei nuovi Npl, ma anche ridurre lo stock esistente. Sarà difficile per le banche, ma se guardiamo il caso di UniCredit, che è stata in grado di raccogliere nuovo capitale, è un segnale positivo. Il sistema bancario italiano ha molte banche e molte filiali: cè lo spazio per guadagni di efficienza che migliorino lallocazione del credito».
Da Bruxelles, il ministro dellEconomia, Pier Carlo Padoan, ha osservato che è interesse dellItalia ridurre le sofferenze, ma «ci si deve rendere conto sia dei risultati già ottenuti, sia delle conseguenze negative indesiderate di una rapidità» eccessiva nella riduzione degli Npl. Dunque, «aumentare la velocità, ma non troppo, perché se no si rischia di inciampare». Oggi sarà la Commissione europea a presentare le sue proposte in merito. Secondo Reuters, nella bozza del documento si sottolinea la necessità di «introdurre livelli minimi di accantonamento per le banche a fronte degli Npl». Un obiettivo finale simile a quello della Bce, con tempistiche però diverse visto che il processo decisionale delle istituzioni europee è senza dubbio più lungo e laborioso e nel caso di eventuali proposte legislative ci dovrà essere lassenso degli Stati e dellEuroparlamento.
Quanto allFmi, il rapporto ossrva che «il settore bancario dellarea euro ha fatto ulteriori progressi nella pulizia dei bilanci rispetto alla primavera scorsa e la crescita del credito al settore privato è positiva dalla metà del 2015, anche se ancora inferiore a quella delleconomia». Tuttavia – continua il rapporto, «gli Npl restavano alti nel primo trimestre del 2017, circa il 5,7% per larea euro e sopra il 10% in sei Paesi, fra cui lItalia, che rappresenta il 30% dello stock di crediti deteriorati dellEurozona». Il documento sostiene che, «senza uno sforzo più concertato per ripulire i bilanci delle banche e migliorarne la redditività, si potrebbero riaccendere in parti dellEurozona preoccupazioni per la stabilità finanziaria e timori di un circolo vizioso fra domanda debole, prezzi e bilanci. Se dovessero riemergere rischi politici, per esempio, laumento dei tassi di interesse a lunga che li accompagnerebbe peggiorerebbe la dinamica del debito pubblico, specialmente se linflazione dovesse rimanere debole».
Secondo il Fondo monetario, «solo un approccio complessivo e proattivo alla riduzione degli Npl può togliere il freno alla crescita del credito». Fra le misure necessarie, lo studio cita lallargamento alle banche più piccole delle indicazioni della Bce sulla gestione degli Npl, la modernizzazione più rapida e larmonizzazione dei regimi fallimentari, lo stimolo ai mercati dei crediti in sofferenza con la creazione di bad bank nazionali. LFmi spinge anche, come la Bce, per il completamento dellunione bancaria nellEurozona con la creazione di un efficace schema di assicurazione dei depositi.
Le cose vanno meglio per lItalia sul fronte della crescita, che, dopo lo 0,9% dellanno scorso, il Fondo vede all1,5% questanno e all1,1% lanno prossimo (questultima inferiore alle stime ufficiali), in entrambi i casi in rialzo dello 0,2% rispetto alle previsioni di luglio. Rispetto ad aprile, laumento per il 2017 è addirittura dello 0,7%. Dallanno scorso a questanno, lItalia è il grande Paese industriale (eccetto il Canada) che fa registrare lespansione più forte, ma resta in coda agli altri Paesi del G-7. LFmi prevede una disoccupazione in lento calo dall11,7% del 2016 all11,4% del 2017 all11% del 2018. Il rapporto fra debito pubblico e Pil dovrebbe cominciare a scendere dallanno prossimo e il bilancio, dal deficit del 2,2% di questanno e dell1,3% del prossimo, dovrebbe raggiungere il pareggio nel 2020.
Autore: Alessandro Merli
Fonte:
Il Sole 24 Ore
fmi – npl – italia