La Banca centrale europea chiederà agli istituti di credito della zona euro di portare al 100% gli accantonamenti sui crediti deteriorati di nuova classificazione a partire dal prossimo primo gennaio. In particolare, la copertura totale sui crediti deteriorati non garantiti deve avvenire nell’arco di due anni (50% all’anno), quella sui crediti garantiti entro sette (14% circa all’anno). “Si prevede, inoltre, che la banche motivino di fronte alle autorità di vigilanza qualsiasi scostamento rispetto alla nuova guidance”, recita una nota della Bce. In base alle spiegazioni delle singole banche, la Bce valuterà se sarà necessario prendere ulteriori misure sulla supervisione.
Verrà comunque chiesto alle banche di portare gli accantonamenti al 100% in maniera graduale e lineare. Nel caso in cui il credito deteriorato sia in parte garantito e in parte non, la Banca centrale ha spiegato che verrà applicata una tempistica diversa sulle singole porzioni del Npl. La nuova misura non interessa i crediti deteriorati pari a quasi 1.000 miliardi di euro attualmente già nei bilanci bancari, su cui la Bce potrebbe presentare provvedimenti specifici entro la fine del primo trimestre dell’anno prossimo. E comunque l’SSM continuerà a chiedere alle banche con un elevato Npe ratio di accelerare la cessione di crediti dubbi.
Dunque le nuove regole si applicano solo ai nuovi flussi. Il documento è in consultazione per eventuali modifiche da oggi fino alll’8dicembre. La decisione di non coinvolgere nella riforma di accantonamenti automatici lo stock di sofferenze al 31 dicembre 2017 è un elemento positivo in quanto avrebbe comportato maggiori accantonamenti per il sistema.
“Se la regola fosse applicata anche allo stock avrebbe un impatto significativo sui bilanci, talmente significativo che ci sembra molto improbabile la sua implementazione”, affermano in una nota di oggi gli analisti di Equita. In generale, per gli esperti della sim si tratta di una normativa che rischia di penalizzare le Pmi, che vedrebbero salire il costo del credito unsecured in modo significativo. Inoltre, essendo uguale per tutti i Paesi, non tiene conto della diversa durata delle procedure concorsuali. “Se passasse questa linea sarebbe, infine, un ulteriore incentivo a dare in outsourcing il recupero crediti e cedere non performing loans”, precisano gli analisti di Equita.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Italia Oggi
npl – banche – bce
La Banca centrale europea chiederà agli istituti di credito della zona euro di portare al 100% gli accantonamenti sui crediti deteriorati di nuova classificazione a partire dal prossimo primo gennaio. In particolare, la copertura totale sui crediti deteriorati non garantiti deve avvenire nell’arco di due anni (50% all’anno), quella sui crediti garantiti entro sette (14% circa all’anno). “Si prevede, inoltre, che la banche motivino di fronte alle autorità di vigilanza qualsiasi scostamento rispetto alla nuova guidance”, recita una nota della Bce. In base alle spiegazioni delle singole banche, la Bce valuterà se sarà necessario prendere ulteriori misure sulla supervisione.
Verrà comunque chiesto alle banche di portare gli accantonamenti al 100% in maniera graduale e lineare. Nel caso in cui il credito deteriorato sia in parte garantito e in parte non, la Banca centrale ha spiegato che verrà applicata una tempistica diversa sulle singole porzioni del Npl. La nuova misura non interessa i crediti deteriorati pari a quasi 1.000 miliardi di euro attualmente già nei bilanci bancari, su cui la Bce potrebbe presentare provvedimenti specifici entro la fine del primo trimestre dell’anno prossimo. E comunque l’SSM continuerà a chiedere alle banche con un elevato Npe ratio di accelerare la cessione di crediti dubbi.
Dunque le nuove regole si applicano solo ai nuovi flussi. Il documento è in consultazione per eventuali modifiche da oggi fino alll’8dicembre. La decisione di non coinvolgere nella riforma di accantonamenti automatici lo stock di sofferenze al 31 dicembre 2017 è un elemento positivo in quanto avrebbe comportato maggiori accantonamenti per il sistema.
“Se la regola fosse applicata anche allo stock avrebbe un impatto significativo sui bilanci, talmente significativo che ci sembra molto improbabile la sua implementazione”, affermano in una nota di oggi gli analisti di Equita. In generale, per gli esperti della sim si tratta di una normativa che rischia di penalizzare le Pmi, che vedrebbero salire il costo del credito unsecured in modo significativo. Inoltre, essendo uguale per tutti i Paesi, non tiene conto della diversa durata delle procedure concorsuali. “Se passasse questa linea sarebbe, infine, un ulteriore incentivo a dare in outsourcing il recupero crediti e cedere non performing loans”, precisano gli analisti di Equita.
Autore: Francesca Gerosa
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Italia Oggi
npl – banche – bce