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Algebris in pole per i nuovi Npl delle 3 Casse

Dopo mesi di trattative, il caso delle tre Casse di risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato potrebbe finalmente arrivare a conclusione. Per oggi, salvo clamorosi colpi di scena, è infatti attesa la firma sulla proposta vincolante del Credit Agricole Italia per l’acquisizione delle tre banche del Centro Italia. Le ultime ore sono servite a limare i dettagli di un accordo che ha visto diverse battute d’arresto nel corso degli ultimi mesi. Tra i tasselli mancanti, in particolare, c’era la copertura di circa 286 milioni di euro di Npl emersi nel corso di una seconda due diligence effettuata dall’Agricole sugli Npl delle tre Casse. Ad acquisire la tranche di crediti, a quanto risulta al Sole, sarà Algebris. Il fondo di investimento guidato da Davide Serra è stato selezionato al termine di una gara tra diversi soggetti e giocherà così un ruolo decisivo per il buon esito dell’operazione. Il deal, come noto, fa perno su una maxi-cartolarizzazione di circa 2,88 miliardi di Npl, che permette di ripulire interamente le banche dai crediti deteriorati in vista dell’acquisizione di Agricole. La cartolarizzazione, del valore nominale netto di 1,03 miliardi, vede una tranche senior da 359 milioni (che verrebbe coperta con un finanziamento bridge targato Hsbc, Banca Imi e Credit Suisse); una tranche mezzanina da 517 milioni, che vede come sottoscrittore il fondo Atlante 2; in un ultimo, una tranche junior, da circa 160 milioni, che finirebbe come previsto nelle mani dello Schema Volontario del Fondo interbancario.
Altro passaggio fondamentale è costituito dalla rafforzamento patrimoniale delle banche. Lo Schema volontario ricapitalizzerà sia Rimini che San Miniato con complessivi 400/500 milioni di euro circa, di cui 50 milioni deliberati ieri per evitare che le due banche finissero con ratio patrimoniali sotto i limiti. Agricole Italia verserà invece 130 milioni al Fondo interbancario per prendere il controllo delle banche. Una volta sgravate dal fardello degli Npl e ricapitalizzate, le banche si ritroverebbero con un Cet 1 attorno al 10 per cento.
A permettere lo sblocco del deal è stato anche il “rabbocco” del fondo Atlante 2 da parte di alcuni finanziatori, tra cui Intesa, DoBank, Agricole e Cdp. Il veicolo gestito da Quaestio Sgr aveva un fabbisogno di circa 250-300 milioni, indispensabili per coprire la tranche mezzanina.


Fonte:

Il Sole 24 Ore

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