L’ acquisto di tre delle quattro good bank (Etruria, Banca Marche e Carichieti) da parte di Ubi Banca è ormai alla stretta decisiva. I consigli dell’istituto sono preallertati ed è probabile che le riunioni per l’approvazione dell’offerta vincolante si possano tenere già domani. In ogni caso, spiegano alcune fonti finanziarie, se anche la messa a punto degli ultimi dettagli dovesse far slittare l’appuntamento, sembra ormai certo che la partita sarà chiusa entro la settimana. La proposta di Ubi sarà comunque condizionata al rispetto di una serie di clausole.
Più indietro, invece, il dossier Carife, nel mirino di Bper. L’istituto modenese ha in calendario giovedì una riunione ordinaria del cda: il tema Carife sarà sicuramente oggetto di aggiornamento ma è improbabile che si possa già arrivare a un’offerta vincolante. Si dovrà infatti attendere la scadenza del 19 gennaio, termine entro il quale almeno 300 dipendenti di Carife dovranno comunicare all’azienda la volontà di lasciare la banca come previsto dall’accordo sindacale. Lo snellimento dell’organico è infatti una delle precondizioni irrinunciabili per l’acquisizione da parte di Bper.
Ultimi cda anche per le banche ponte prima della chiusura dell’operazione per l’acquisto di Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria, Nuova Carichieti da parte di Ubi. Il presidente delle quattro banche (per Carife i tempi saranno più lunghi) Roberto Nicastro riunisce domani a Jesi il cda di Banca Marche e il giorno dopo sarà ad Arezzo per quello di Banca Etruria. Con ogni probabilità i cda delibereranno sulla cessione di una buona parte dei nuovi crediti deterioriati al Fondo Atlante, per realizzare la pulizia dei bilanci, che è una delle condizioni poste dalla banca guidata da Victor Massiah per realizzare un’operazione che deve creare valore per la banca bresciana e non assumere le sembianze di un salvataggio.
L’operazione dovrà avere poi il via libera dell’azionista, la Banca d’Italia, in qualità di Autorità di Risoluzione. Sarà il Direttorio di via Nazionale a decidere sulla vendita a un prezzo che sarà nettamente al di sotto delle aspettative di pochi mesi fa.
Autore: Paolo Paronetto, Gerardo Graziola
Fonte:
Il Sole 24 Ore
good bank – bper – ubi banca – etruria – banca marche – carichieti – carife
L’ acquisto di tre delle quattro good bank (Etruria, Banca Marche e Carichieti) da parte di Ubi Banca è ormai alla stretta decisiva. I consigli dell’istituto sono preallertati ed è probabile che le riunioni per l’approvazione dell’offerta vincolante si possano tenere già domani. In ogni caso, spiegano alcune fonti finanziarie, se anche la messa a punto degli ultimi dettagli dovesse far slittare l’appuntamento, sembra ormai certo che la partita sarà chiusa entro la settimana. La proposta di Ubi sarà comunque condizionata al rispetto di una serie di clausole.
Più indietro, invece, il dossier Carife, nel mirino di Bper. L’istituto modenese ha in calendario giovedì una riunione ordinaria del cda: il tema Carife sarà sicuramente oggetto di aggiornamento ma è improbabile che si possa già arrivare a un’offerta vincolante. Si dovrà infatti attendere la scadenza del 19 gennaio, termine entro il quale almeno 300 dipendenti di Carife dovranno comunicare all’azienda la volontà di lasciare la banca come previsto dall’accordo sindacale. Lo snellimento dell’organico è infatti una delle precondizioni irrinunciabili per l’acquisizione da parte di Bper.
Ultimi cda anche per le banche ponte prima della chiusura dell’operazione per l’acquisto di Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria, Nuova Carichieti da parte di Ubi. Il presidente delle quattro banche (per Carife i tempi saranno più lunghi) Roberto Nicastro riunisce domani a Jesi il cda di Banca Marche e il giorno dopo sarà ad Arezzo per quello di Banca Etruria. Con ogni probabilità i cda delibereranno sulla cessione di una buona parte dei nuovi crediti deterioriati al Fondo Atlante, per realizzare la pulizia dei bilanci, che è una delle condizioni poste dalla banca guidata da Victor Massiah per realizzare un’operazione che deve creare valore per la banca bresciana e non assumere le sembianze di un salvataggio.
L’operazione dovrà avere poi il via libera dell’azionista, la Banca d’Italia, in qualità di Autorità di Risoluzione. Sarà il Direttorio di via Nazionale a decidere sulla vendita a un prezzo che sarà nettamente al di sotto delle aspettative di pochi mesi fa.
Autore: Paolo Paronetto, Gerardo Graziola
Fonte:
Il Sole 24 Ore
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