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Atlante 2, nuovo round da Intesa e UniCredit per salvare le casse

Passerà con ogni probabilità da Intesa, UniCredit, Agricole Italia, doBank e l’asse Sga-Cdp-Poste la soluzione finale per il salvataggio delle Casse di Cesena, Rimini e San Miniato. L’operazione, ormai diventata un rebus, è in piedi da mesi con i francesi nei panni dell’acquirente a condizioni in linea con quelle praticate in occasione degli ultimi salvataggi, ma prima c’è da imbastire una cartolarizzazione da oltre 3 miliardi di Npl per la quale mancavano all’appello circa 200 milioni per coprire la tranche mezzanina; il gap verrà colmato da Atlante 2, che riaprirà la raccolta, ma che – novità delle ultime ore – si vedrà rifinanziato anche da alcuni soci “storici”.

Nel dettaglio, lo schema definito tra la serata di lunedì e la mattinata di ieri nell’ambito di un negoziato condotto da Bankitalia e Tesoro vedrebbe un rifinanziamento da 280 milioni di Atlante 2 a carico di Intesa Sanpaolo e UniCredit (per 40 milioni a testa), più altri 30 da Agricole Italia-Cariparma e altrettanti da doBank; altri 140 milioni, secondo quanto raccolto da Il Sole 24 Ore da diverse fonti vicine al dossier, sarebbero invece a carico di Sga e per la parte che rimane di Poste o Cassa depositi e prestiti.

Al nuovo round da 280 milioni, Atlante 2 potrà aggiungere i circa 200 milioni ancora in cassa e altri 100 che dovrebbero arrivare da Fonspa attraverso la sindacazione di titoli in portafoglio relativi alle cartolarizzazioni già effettuate (sulle ex good banks) o quelli che saranno emessi nei prossimi mesi su Mps: in totale fanno più di 500 milioni, quanto dovrebbe bastare al fondo di Quaestio specializzato negli Npl per acquistare l’intera tranche mezzanina. Che potrebbe scendere dai 600 milioni previsti finora nel caso in cui saranno scorporati dalla cartolarizzazione i 284 milioni di Npl aggiunti in estate, per i quali negli ultimi giorni sarebbero giunte offerte non vincolanti di valore superiore a quello proposto da Atlante 2. La tranche junior da 213 milioni sarà a carico del braccio volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi, invece per la senior si punta (ma la partita sarebbe ancora aperta) alla costituzione di un pool di banche che dovrebbe garantire un prestito ponte in attesa che i titoli – coperti da Gacs – finiscano sul mercato.

Le cifre sono ancora in via di definizione, tuttavia il ritorno in campo di alcuni attori di peso come Intesa, UniCredit e Agricole sembra in grado di sbloccare un’impasse che ormai durava da settimane. La mezzanina, considerato l’elevato ammontare, viene considerata a rischio medio-elevato, tuttavia l’alternativa ancora una volta è la prospettiva di una liquidazione delle banche (Rimini e San Miniato le più a rischio, Cesena è ormai al turn around) o comunque di un epilogo potenzialmente contagioso per il sistema, proprio ora che le grandi situazioni di crisi – Mps e le venete – sono state risolte. Di qui, evidentemente, il probabile via libera del nuovo investimento da parte di UniCredit, che certo con questa mossa non vedrà a rischio i propri target di piano, e di Intesa Sanpaolo, che – alla pari di doBank – punterebbe a un ruolo nelle attività di servicing collegate all’operazione. Più facile comprendere l’impegno di Agricole Italia, finora astenuto su Atlante 1 e 2, da tempo ormai al lavoro sul dossier delle Casse e quindi interessato al buon esito del salvataggio.

Se il traguardo è a un passo si scoprirà nei prossimi giorni, forse già entro la settimana. Per chiudere occorre un’offerta vincolante di Quaestio sugli Npl, necessaria per avviare una maxi pulizia che la banca guidata da Giampiero Maioli ha posto come condizione imprescindibile per formalizzare a sua volta l’impegno ad acquistare le tre banche, atteso entro il 30 settembre.


Autore: Marco Ferrando
Fonte:

il sole 24 ore

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