Atlante 2 non molla la presa sugli Npl del Monte dei Paschi. Che conosce bene e da tempo, e su cui è disposto ad andare avanti anche da solo, nel caso in cui – come si è prospettato venerdì scorso – Fortress ed Elliott, partner finanziari, dovessero farsi da parte. È quanto sarebbe emerso ancora nella giornata di ieri, negli incontri già in calendario per mettere a punto la cartolarizzazione che fa parte del piano di salvataggio concordato con la Commissione europea e la Bce.
La ritirata dei fondi non è ancora data per certa, ma è probabile. In quel caso, Atlante 2 dovrà sborsare su Siena più di quanto preventivato e questo imporrà di rimodulare gli impegni sugli altri fronti. Al momento, avrebbe accantonato quello da 450 milioni di euro per i crediti deteriorati delle venete, che peraltro potrebbero non rendersi più necessari qualora prendesse forma il piano di cessione mediante spezzatino. Al momento Atlante 2 ha ancora a disposizione 1,7 miliardi di euro che, per regolamento, deve investire negli npl: secondo indiscrezioni, per quelli di Mps sarebbero serviti circa 1,6 miliardi, di cui 900 a carico di Atlante e il resto di Elliott e Fortress: questi ultimi, che peraltro a breve quoteranno la controllata italiana doBank (piattaforma di gestione degli Npl comprensibilmente interessata a partecipare alla partita del Monte), avrebbero mosso più di unobiezione sul capitolo prezzi; su posizioni analoghe Elliott, che però è socio di Credito Fondiario, a sua volta coinvolto nella vicenda come advisor di Atlante 2: da capire, in questo caso, se possa sottoscrivere alcune tranche di titoli con risorse proprie.
Un dato è certo: la quota di Atlante dovrà essere molto più consistente. E alla fine, come in un curioso dejà vu, potrebbe diventare assai vicina agli 1,6 miliardi che il fondo avrebbe dovuto sborsare per la tranche mezzanina nellambito del piano di un anno fa. Questa volta, però, sono stati già presi altri impegni e dunque il rischio è di dover rivedere anche altri investimenti ormai a un passo dal traguardo: quello che vede Bper portar avanti la due diligence su CariFerrara per poter chiudere entro la fine di giugno e quello che allo stesso modo coinvolge Credit Agricole sulle casse di risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato: la due diligence dovrebbe chiudersi i primi di luglio.
Tornando invece a Siena, entro il 28 giugno – data di scandeza dellesclusiva concessa ad Atlante 2, Fortress ed Elliott – dovrà essere definito lo schema di cessione degli Npl. Subito dopo, il 29 o il 30, il cda di Mps esaminerà la bozza del piano di ristrutturazione che poi sarà inviato alla Commissione Ue per il via libera definitivo. Per quella data sarà quindi chiaro lesito del confronto con la Commissione Ue e la Bce: salvo aggiustamenti, la ricapitalizzazione sarà da 8,3 miliardi, con un intervento dello Stato di circa 6 miliardi. Attesi fra i 6 e i 7 mila esuberi.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
npl – atlante – mps
Atlante 2 non molla la presa sugli Npl del Monte dei Paschi. Che conosce bene e da tempo, e su cui è disposto ad andare avanti anche da solo, nel caso in cui – come si è prospettato venerdì scorso – Fortress ed Elliott, partner finanziari, dovessero farsi da parte. È quanto sarebbe emerso ancora nella giornata di ieri, negli incontri già in calendario per mettere a punto la cartolarizzazione che fa parte del piano di salvataggio concordato con la Commissione europea e la Bce.
La ritirata dei fondi non è ancora data per certa, ma è probabile. In quel caso, Atlante 2 dovrà sborsare su Siena più di quanto preventivato e questo imporrà di rimodulare gli impegni sugli altri fronti. Al momento, avrebbe accantonato quello da 450 milioni di euro per i crediti deteriorati delle venete, che peraltro potrebbero non rendersi più necessari qualora prendesse forma il piano di cessione mediante spezzatino. Al momento Atlante 2 ha ancora a disposizione 1,7 miliardi di euro che, per regolamento, deve investire negli npl: secondo indiscrezioni, per quelli di Mps sarebbero serviti circa 1,6 miliardi, di cui 900 a carico di Atlante e il resto di Elliott e Fortress: questi ultimi, che peraltro a breve quoteranno la controllata italiana doBank (piattaforma di gestione degli Npl comprensibilmente interessata a partecipare alla partita del Monte), avrebbero mosso più di unobiezione sul capitolo prezzi; su posizioni analoghe Elliott, che però è socio di Credito Fondiario, a sua volta coinvolto nella vicenda come advisor di Atlante 2: da capire, in questo caso, se possa sottoscrivere alcune tranche di titoli con risorse proprie.
Un dato è certo: la quota di Atlante dovrà essere molto più consistente. E alla fine, come in un curioso dejà vu, potrebbe diventare assai vicina agli 1,6 miliardi che il fondo avrebbe dovuto sborsare per la tranche mezzanina nellambito del piano di un anno fa. Questa volta, però, sono stati già presi altri impegni e dunque il rischio è di dover rivedere anche altri investimenti ormai a un passo dal traguardo: quello che vede Bper portar avanti la due diligence su CariFerrara per poter chiudere entro la fine di giugno e quello che allo stesso modo coinvolge Credit Agricole sulle casse di risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato: la due diligence dovrebbe chiudersi i primi di luglio.
Tornando invece a Siena, entro il 28 giugno – data di scandeza dellesclusiva concessa ad Atlante 2, Fortress ed Elliott – dovrà essere definito lo schema di cessione degli Npl. Subito dopo, il 29 o il 30, il cda di Mps esaminerà la bozza del piano di ristrutturazione che poi sarà inviato alla Commissione Ue per il via libera definitivo. Per quella data sarà quindi chiaro lesito del confronto con la Commissione Ue e la Bce: salvo aggiustamenti, la ricapitalizzazione sarà da 8,3 miliardi, con un intervento dello Stato di circa 6 miliardi. Attesi fra i 6 e i 7 mila esuberi.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
npl – atlante – mps