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Visco: «Accelerare sugli Npl»

Le nuove sofferenze in entrata nei bilanci delle banche italiane sono in «forte riduzione». Mentre sul fronte dello smaltimento dello stock di Npl cumulati nel corso della lunga crisi «è fondamentale accelerare» anche migliorando la gestione interna da parte delle banche più piccole e non solo puntando alle cessioni in blocco sul mercato. In questo senso vanno utilizzati tutti gli strumenti varati negli ultimi due anni(dal pegno mobiliare non possessorio al patto marciano) per accorciare i tempi del recupero dei crediti o elevarne il prezzo di cessione sul mercato secondario.
È quanto ha affermato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Finanze riunite di Senato e Camera sulle attività svolte dal Via Nazionale nel 2016. L’ampia relazione si è concentrata in particolare sui temi della vigilanza, della regolamentazione e supervisione e sulla gestione delle crisi. Visco ha riaffermato la «forte e costante» attenzione di Bankitalia sulla gestione dei crediti deteriorati, ha spiegato che le riforme adottate dal Governo vanno nella giusta direzione ed è tornato a sottolineare il pericolo di una generalizzazione del tema Npl. «È grave che si parli della crisi del sistema bancario italiano, perché potrebbe essere strumentalizzato dai mercati. Non c’è una crisi del sistema bancario, ma una gravissima crisi italiana che ha colpito alcune banche», ha detto. Rispondendo alle domande dei parlamentari sull’azione della Vigilanza nell’approssimarsi delle situazioni più critiche Visco è stato a tratti molto netto: «Ci siamo accorti della crisi banca per banca e una per una abbiamo informato sempre gli organi giudiziari». «Il problema – ha aggiunto – è che la crisi che ha colpito l’economia in questi dieci anni è stata la più grave, non solo dalla Repubblica ma molto molto più grave della Grande recessione».
Le crisi bancarie «ci sono e ci saranno ancora e vanno risolte in poco tempo», ha quindi aggiunto Visco, confermando tutte le sue «perplessità» sul sistema costruito con l’Unione bancaria per affrontarle. «Noi non dialoghiamo direttamente con la Commissione, lo facciamo tramite il Ministero dell’Economia, ma la mia perplessità è che ci siano troppi dialoghi, abbiamo una costruzione che affronta le crisi finanziarie in modo non agevole». Nei dieci anni trascorsi prima delle nuove regole, ha detto poi ai parlamentari, «abbiamo avuto più di 100 crisi, ve ne siete accorti?». Il riferimento implicito è ai casi risolti da via Nazionale in passato con la richiesta di intervento di banche forti o tramite interventi di sistema con il Fondo interbancario. Infine una risposta sull’uscita da Qe: «Se si toglie il Qe da parte della Bce vuol dire che le cose vanno bene in Europa – ha detto – e bisogna fare in modo che le cose vadano bene anche in Italia».


Autore: Davide Colombo
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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