Dopo giorni di no comment, in serata Intesa Sanpaolo ha confermato che sono in corso valutazioni su «possibili combinazioni industriali» con il Leone di Trieste. È una prima conferma del cantiere di queste settimane, che al momento vedrebbe allo studio una maxi-offerta pubblica di scambio sulla maggioranza del Leone per costruire un campione non solo nazionale ma europeo, destinato a diventare cassaforte del risparmio degli italiani (e di 150 miliardi di Btp) ma anche a sperimentare un nuovo modello di agglomerato bancario-assicurativo.
«Intesa Sanpaolo conferma, in coerenza con il Piano di Impresa 2014-2017 reso noto al mercato, il proprio interesse industriale per la crescita nel settore del risparmio gestito, del private banking e in quello dell’assicurazione in sinergia con le proprie reti bancarie, anche con possibili partnership internazionali», si legge nella nota. «Il management di Intesa Sanpaolo valuta regolarmente le opzioni di crescita endogena ed esogena, incluse quelle proposte dalle banche d’affari, secondo stringenti criteri di preservazione della leadership di adeguatezza patrimoniale e coerentemente con la politica di creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti».
«In quest’ottica, il management di Intesa Sanpaolo valuta e continuerà a valutare con attenzione ogni possibile opportunità di rafforzamento del proprio posizionamento competitivo e di conseguenza dell’andamento prospettico economico-patrimoniale del Gruppo». Un discorso ad ampio spettro, dunque, nel quale però Generali avrebbe un posto di primo piano: «Tali opportunità, incluse possibili combinazioni industriali con Assicurazioni Generali, sono oggetto di valutazioni in corso da parte del management», conferma il gruppo guidato da Carlo Messina.
Il mercato, nell’attesa di sapere di più, vende il potenziale predatore (oggi Intesa ha perso un altro 4,2%) e compra la potenziale preda (Generali a +8%, di nuovo oltre quota 15 euro a distanza di un anno), sulla scia delle indiscrezioni di stampa e di report che, soprattutto dall’estero, enfatizzano gli sforzi a cui potrebbe essere chiamata la banca nel caso in cui puntasse veramente al Leone.
La Consob proverà a fare chiarezza tra domani e dopo, giorni in cui ha convocato i vertici di Intesa Sanpaolo, Generali ma anche Unicredit. Piazza Gae Aulenti, primo azionista di Mediobanca e quindi con interessi evidenti su Generali (di cui Piazzetta Cuccia è a sua volta primo socio al 13,04%) potrebbe avere avuto un ruolo nella mossa difensiva attuata da Generali lunedì, peraltro in uno stile risoluto non così lontano da quello di cui ha dato prova Jean Pierre Mustier nei suoi primi mesi da ceo.
Autore: Marco Ferrando
Fonte:
Il Sole 24 Ore
combinazioni industriali – generali – intesa sanpaolo
Dopo giorni di no comment, in serata Intesa Sanpaolo ha confermato che sono in corso valutazioni su «possibili combinazioni industriali» con il Leone di Trieste. È una prima conferma del cantiere di queste settimane, che al momento vedrebbe allo studio una maxi-offerta pubblica di scambio sulla maggioranza del Leone per costruire un campione non solo nazionale ma europeo, destinato a diventare cassaforte del risparmio degli italiani (e di 150 miliardi di Btp) ma anche a sperimentare un nuovo modello di agglomerato bancario-assicurativo.
«Intesa Sanpaolo conferma, in coerenza con il Piano di Impresa 2014-2017 reso noto al mercato, il proprio interesse industriale per la crescita nel settore del risparmio gestito, del private banking e in quello dell’assicurazione in sinergia con le proprie reti bancarie, anche con possibili partnership internazionali», si legge nella nota. «Il management di Intesa Sanpaolo valuta regolarmente le opzioni di crescita endogena ed esogena, incluse quelle proposte dalle banche d’affari, secondo stringenti criteri di preservazione della leadership di adeguatezza patrimoniale e coerentemente con la politica di creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti».
«In quest’ottica, il management di Intesa Sanpaolo valuta e continuerà a valutare con attenzione ogni possibile opportunità di rafforzamento del proprio posizionamento competitivo e di conseguenza dell’andamento prospettico economico-patrimoniale del Gruppo». Un discorso ad ampio spettro, dunque, nel quale però Generali avrebbe un posto di primo piano: «Tali opportunità, incluse possibili combinazioni industriali con Assicurazioni Generali, sono oggetto di valutazioni in corso da parte del management», conferma il gruppo guidato da Carlo Messina.
Il mercato, nell’attesa di sapere di più, vende il potenziale predatore (oggi Intesa ha perso un altro 4,2%) e compra la potenziale preda (Generali a +8%, di nuovo oltre quota 15 euro a distanza di un anno), sulla scia delle indiscrezioni di stampa e di report che, soprattutto dall’estero, enfatizzano gli sforzi a cui potrebbe essere chiamata la banca nel caso in cui puntasse veramente al Leone.
La Consob proverà a fare chiarezza tra domani e dopo, giorni in cui ha convocato i vertici di Intesa Sanpaolo, Generali ma anche Unicredit. Piazza Gae Aulenti, primo azionista di Mediobanca e quindi con interessi evidenti su Generali (di cui Piazzetta Cuccia è a sua volta primo socio al 13,04%) potrebbe avere avuto un ruolo nella mossa difensiva attuata da Generali lunedì, peraltro in uno stile risoluto non così lontano da quello di cui ha dato prova Jean Pierre Mustier nei suoi primi mesi da ceo.
Autore: Marco Ferrando
Fonte:
Il Sole 24 Ore
combinazioni industriali – generali – intesa sanpaolo