Scelti per voi

Mps, nuovo round con i fondi «Un investitore pronto a firmare»

Dopo la decisione di Generali,  che ha scelto di convertire i suoi 400 milioni di bond subordinati, il ceo Marco Morelli e gli advisor Mediobanca e Jp Morgan hanno un argomento in più per convincere gli istituzionali a partecipare alla ricapitalizzazione del Monte dei Paschi. Anche così si spiega il nuovo round di incontri avviato ieri sera, che vede la pattuglia sparsa tra Londra, New York e le altre principali piazze finanziarie. In agenda, secondo quanto si apprende da diverse fonti vicine alla trattativa, ci sarebbero nuovi meeting con alcuni istituzionali di primo piano, del calibro di BlackRock e Pimco,  soggetti già incontrati all’indomani della presentazione del piano e ora ri-sensibilizzati alla causa.

Nessun incontro, invece, con la Qia, la Qatar investment authority. Il fondo sovrano di Doha, però, rimane il principale indiziato a vestire i panni dell’anchor investor: è probabile che facesse riferimento proprio agli arabi il cfo Francesco Mele, quando ieri, in una call con alcuni istituzionali riportata da Reuters ha detto che un accordo con un investitore rilevante potrebbe arrivare «alla fine di questa settimana o al massimo nel week end». Non sarebbe una novità di poco conto: «Se arriviamo a lunedì con un buon accordo con un anchor investor saremo in grado di completare la transazione», ha aggiunto ieri Mele.

Specificando che, in caso contrario, «il processo non continuerà e i bond saranno restituiti». Si andrà quindi in Bce, anche se un piano alternativo concordato al volo con Francoforte pare poco probabile; di qui l’alternativa più probabile sarebbe «la ricapitalizzazione precauzionale a carico dello Stato», con preventiva richiesta di burden sharing. Cioè del coinvolgimento almeno parziale degli obbligazionisti. Il ministero dell’Economia, con una dichiarazione a Bloomberg di Fabrizio Pagani, capo della Segreteria tecnica del ministro Padoan, ha “caldeggiato” l’adesione all’offerta da parte dei bondholder. «Le condizioni offerte dal Monte dei Paschi ai bondholder – ha dichiarato – sono certamente molto più attraenti di quelle che si materializzerebbero se la ricapitalizzazione non venisse eseguita» con un implicito riferimento alla minaccia del bail-in per Siena. Di tutto questo si è parlato ieri nel nuovo round con i fondi. Anche perché, come si diceva, da fine ottobre a oggi qualcosa è cambiato: non solo l’operazione è partita, ma è arrivata la disponibilità di Generali prima a convertire i suoi bond comprati all’epoca di Perissinotto e poi a restare nell’azionariato, ma anche la propensione del governo a sottoscrivere pro-quota. Dunque, seppur virtualmente, in cassa qualcosa c’è già: almeno 600 milioni, a cui potrebbero aggiungersene altri 300 dagli istituzionali che hanno presenziato in assemblea, manifestando un interesse per la causa che ora potrebbe anche materializzarsi in una partecipazione all’aumento. E lo stesso discorso vale per Axa, che per difendere il suo 3,17% dovrà versare oltre 150 milioni, sempre che la convivenza sotto uno stesso tetto con la porti a scelte diverse. Ieri, dopo un lunedì nero, a Piazza affari è stata giornata di gloria: Banca Mps ha chiuso le contrattazioni in crescita del 17,46% a 20,25 euro. Oggi, invece, si farà il punto in un cda convocato a Siena. Il ceo Marco Morelli si collegherà da New York, dove è arrivato ieri in serata: come in tutte le sottoscrizioni la tattica più premiante è quella dell’attendismo, dunque dati significativi non ce ne sono ancora sulla sottoscrizione dei bond.

Ma le sensazioni, ormai, abbondano; il mood non è troppo negativo, ma rimane la consapevolezza che molto, se non tutto, dipende dal referendum di domenica: certo, chiudere la settimana della conversione con una buona adesione (la soglia minima è un miliardo, quella auspicata è di almeno uno e mezzo) potrebbe consentire di allentare il nesso causale tra la vittoria del “no”, la tempesta sui mercati e quindi la cancellazione della garanzia da parte del consorzio delle banche d’affari, ma per ora l’operazione non viene considerata in sicurezza. Probabile che oggi si parli anche della Qia, il fondo sovrano del Qatar, destinato a diventare il nuovo azionista di riferimento con un investimento pari a un miliardo: come ribadito, pur genericamente, ieri dal cfo, non si esclude che di qui a domenica possa arrivare un impegno informale degli arabi, che di fatto contribuirebbe a consolidare la fiducia intorno all’operazione pur non avendo valore vincolante; nel caso in cui il clima dovesse volgere al peggio salterebbe l’intera operazione, travolgendo tutti gli impegni, formali e non, di bondholder e potenziali azionisti. Altro capitolo che potrebbe determinarsi oggi è quello relativo al Fresh 2008 da un miliardo: l’ipotesi di inserire il titolo tra quelli a concorso dell’aumento è stata finora congelata, complici tra l’altro alcune tecnicalità particolarmente complesse (il titolo non è sui libri della banca),e stando agli ultimi rumor l’orientamento della banca e dei suoi advisor sarebbe quello di lasciarlo fuori dall’aumento, insieme ai 10 ai suoi detentori. Cioè un gruppo di istituzionali ed hedge che fa capo ad Attestor, che si sono visti proporre un incentivo alla conversione pari al 23% del nominale.


Autore: Marco Ferrando
Fonte:

Il Sole 24 Ore

ricapitalizzazionebondmps

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.