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Equitalia addio: Camera approva decreto fiscale

Equitalia, addio. La Camera approva il decreto fiscale e blinda il provvedimento al Senato. Il Parlamento ha detto sì alla manovra fiscale con 359 voti favorevoli e 166 contrari. Il testo, che prevede anche la chiusura di Equitalia come società a totale partecipazione pubblica, passa al Senato in forma “blindata” cioè senza la possibilità di fare ulteriori modifiche in Aula.

Una certa volontà, da parte del Governo, a ridimensionare lo stile e le metodi della riscossione delle tasse, visti molto spesso come vessatori dagli stessi contribuenti, è riscontrabile prima di tutto nella soppressione di Equitalia, l’agenzia di recupero crediti che fino a questo momento è stata di proprietà delle Agenzia delle Entrate (51%) e dell’Inps (49%). Soppressione, che poi non è una vera e propria cancellazione, ma piuttosto un ricollocamento automatico di struttura e dipendenti sotto il controllo diretto della nuova ‘Agenzia delle entrate ed un “un nuovo modello di remunerazione”. Le attuali posizioni organizzative transitorie (Pot) non decadranno per altri 9 mesi.

Lo stesso spirito sembra essere alla base anche della rottamazione delle cartelle e dello stop al tax-day. Entro il 31 marzo 2017 infatti, tutti i contribuenti che hanno dei debiti non pagati, accumulati tra il 2000 e il 2016 sia con Equitalia sia con Enti Locali che non si sono affidati alla società per il recupero crediti (come per esempio la regione Sicilia), potranno fare domanda ed evitare di pagare sanzioni ed interessi.

Il pagamento sarà in rate, fino ad un massimo di cinque (fino ad ora erano solo quattro). Il 70% delle somme dovute dovrà essere versato il prossimo anno, il restante nel 2018. Per quanto riguarda le scadenze fiscali di giugno saranno in due tranche: il pagamento di Irpef, Irap e Ires dovrà essere effettuato entro il 30 giugno mentre il pagamento di Imu e Tasi resta al 16 del mese.

Uno spazio importante all’interno del decreto riguarda le semplificazioni fiscali che andranno a sommarsi alle modifiche al testo unico sulle accise (la tassa imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo). In realtà, l’interpretazione della norma contenuta del dl, con ben 44 commi aggiuntivi, risulta per i non addetti ai lavori alquanto laboriosa. In generale, essa sancisce che la presunzione di evasione non scatta più dai 100 euro ma per prelievi non giustificati superiori a mille euro. Sempre in materia di semplificazioni, si allarga la platea di chi potrà evitare sanzioni se decide di far emergere volontariamente al fisco italiano capitali nascosti all’estero (voluntary disclousure bis). Il contante in emersione sarà spalmato “con quote costanti” su 5 anni. Arrivano anche gli indici di affidabilità che attiveranno meccanismi premiali limitando i controlli e dicendo addio anche agli studi di settore.  

Per le nuove imprese, limitatamente al primo anno, le comunicazioni Iva potranno essere semestrali. Poi scatterà la comunicazione trimestrale. Per tutte le imprese invece, si allarga il credito di imposta, cioè il bonus di 100 euro per quanti decideranno di investire nel settore dell’”adeguamento tecnologico”.

Se vi saranno degli errori nella comunicazione Iva telematica, le sanzioni saranno ridotte e andranno dai 500 ai 2000 euro (invece che partire da 5mila euro e arrivare a 50mila).  

Bonus anche per i Comuni che accolgono richiedenti asilo: potranno godere di margini di spesa ceduti dalla Regione di appartenenza.

Una fetta del bilancio del Ministero dei Beni culturali andrà per gli stanziamenti destinati alle agevolazioni fiscali per il cinema e l’audiovisivo che passano da 30 a 60 milioni. Sedici milioni di euro andranno invece per la trasformazione delle strade provinciali in autostrade, in particolare per il tunnel di attraversamento della linea ferroviaria Milano-Saronno. 

Infine, il 10% dei diritti tv della serie A di calcio saranno destinati solo alle giovanili del settore e non più agli altri sport.


Fonte:

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