Entro un anno al massimo la riforma delle banche di credito cooperativo dovrà toccare la sua tappa finale. E la Banca dItalia «non farà il tifo», in questultimo miglio, tra chi sostiene lipotesi di costituire un unico gruppo aggregatore o chi invece punta su più gruppi. «A noi interessa che nascano gruppi molto robusti, chi ha detto che due gruppi – ma anche uno – non possano esserlo?» ha affermato ieri il Capo della Vigilanza di via Nazionale, Carmelo Barbagallo, in occasione della pubblicazione delle norme di attuazione del decreto n. 18 del febbraio scorso. Importante è che si agisca in tempi rapidi, che si chiuda ben prima del 2 maggio 2018, data ultima per la presentazione delle domande di costituzione dei gruppi previsti dalla legge. Gruppi bancari cooperativi Spa, vale ricordarlo, che dovranno debuttare con un patrimonio netto di almeno un miliardo e che saranno controllati per oltre il 50% dalle Bcc ad essi aderenti tramite i contratti di coesione, mentre potranno raccogliere sul mercato risorse fino al 49% del capitale, salvo deroghe concesse dal ministero dellEconomia (sentita Bankitalia) per ragioni di stabilità del gruppo.
Autore: Davide Colombo
Fonte:
Il Sole 24 Ore
bcc – riforma – bankitalia
Entro un anno al massimo la riforma delle banche di credito cooperativo dovrà toccare la sua tappa finale. E la Banca dItalia «non farà il tifo», in questultimo miglio, tra chi sostiene lipotesi di costituire un unico gruppo aggregatore o chi invece punta su più gruppi. «A noi interessa che nascano gruppi molto robusti, chi ha detto che due gruppi – ma anche uno – non possano esserlo?» ha affermato ieri il Capo della Vigilanza di via Nazionale, Carmelo Barbagallo, in occasione della pubblicazione delle norme di attuazione del decreto n. 18 del febbraio scorso. Importante è che si agisca in tempi rapidi, che si chiuda ben prima del 2 maggio 2018, data ultima per la presentazione delle domande di costituzione dei gruppi previsti dalla legge. Gruppi bancari cooperativi Spa, vale ricordarlo, che dovranno debuttare con un patrimonio netto di almeno un miliardo e che saranno controllati per oltre il 50% dalle Bcc ad essi aderenti tramite i contratti di coesione, mentre potranno raccogliere sul mercato risorse fino al 49% del capitale, salvo deroghe concesse dal ministero dellEconomia (sentita Bankitalia) per ragioni di stabilità del gruppo.
Autore: Davide Colombo
Fonte:
Il Sole 24 Ore
bcc – riforma – bankitalia