Scelti per voi

Sugli Npl il percorso è avviato, svolta nel 2017

Il problema dello smaltimento dei crediti in sofferenza resta il fattore chiave per il rilancio delle banche italiane.
Ma i dati più recenti e le azioni già intraprese dalle Autorità e dai singoli istituti dimostrano che in Italia non siamo all’anno zero.
Il flusso di nuovi crediti deteriorati nel primo semestre del 2016 è tornato ai livelli del 2008, ha spiegato ieri il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, ovvero al 3% dei prestiti totali. Proseguendo un trend di recupero iniziato dalla fine del 2015 e che, a giugno 2016, vedeva scendere la consistenza dei crediti deteriorati netti (ovvero l’intero stock accumulato nei bilanci) al 10,4% dei prestiti bancari e al 4,8% per quanto riguarda le sofferenze. Nel contempo, le banche hanno anche sensibilmente aumentato le coperture dei crediti a rischio.

I segnali di miglioramento, tuttavia, lasciano il nodo degli Npl ancora lontano da una soluzione. È assai probabile che nei bilanci del 2016, anche sulla base delle ispezioni a tappeto tuttora in corso da parte di Bce (come per Mps), la maggior parte delle grandi banche proceda a nuovi maxi-accantonamenti per avvicinare il valore di carico a quello di mercato degli Npl.
La vera svolta è attesa nel 2017. Lo stock delle sofferenze nei portafogli bancari è destinato a ridursi sensibilmente se andrà in porto la maxi-cartolarizzazione da 27 miliardi lordi di Npl e quella, ancora non ufficiale, da 20 miliardi di UniCredit.

Ma accanto alle due principali operazioni di cessione di crediti a rischio, molte altre sono in fase di trattative. Anche grazie all’utilizzo della nuova Gacs, la garanzia pubblica sulla tranche senior delle cartolarizzazioni.
Uno strumento utile varato dal Governo che, però, sta dimostrando tempi di attivazione e procedurali lunghi che hanno un costo per le banche (basti pensare agli interessi che il veicolo di Mps dovrà pagare per il prestito-ponte di JP Morgan).

La vera svolta al nodo degli Npl doveva arrivare dal varo del fondo Atlante 2 che, acquistando crediti a rischio a un valore facciale del 30%, può permettere un re-rating degli Npl sottraendoli alla logica dei prezzi da saldo imposta dai grandi private equity.
Il fondo “di sistema” dedicato agli Npl purtroppo non è ancora decollato per carenza di sottoscrittori.

Atlante 1 ha riservato una quota della sua dotazione originaria, già utilizzata in gran parte per le ricapitalizzazioni-salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca, all’operazione sui crediti di Mps.
Ma ora mancano le risorse per intervenire sulle altre situazioni critiche del sistema. Serve più coraggio da parte di tutti. Per evitare nuove situazioni di emergenza.


Autore: Alessandro Graziani
Fonte:

Il Sole 24 Ore

nplbanchesofferenze

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.