I tempi per la cessione delle sofferenze da parte di Mps, prevista nel piano annunciato a fine luglio, dipendono dall’aumento di capitale. Da parte sua il fondo Atlante, chiamato a sottoscrivere una delle tranche, è già pronto. “I tempi non dipendono da noi. Noi siamo pronti. I tempi dipendono dall’aumento di capitale”, ha spiegato quest’oggi Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr che gestisce il fondo Atlante, a margine di un convegno all’Università Cattolica.
Mps ha annunciato la cessione dell’intero portafoglio di sofferenze con un valore lordo di 27,7 miliardi a un prezzo pari al 33%. Atlante sottoscriverà la tranche mezzanine per 1,6 miliardi di euro. Al termine della due diligence “ho trovato che i cash flow sono esattamente in linea con quelli che avevamo stimato. Noi siamo pronti”, ha aggiunto Penati.
“Non mi aspetto grosse sorprese dalla cartolarizzazione. Soprattutto perché c’è da chiedere la Gacs (la garanzia pubblica, ndr) e perché il contratto era soggetto a due diligence. Abbiamo finito, siamo pronti. Confermiamo l’investimento. Però bisogna fare la Gacs e questo lo farà l’arranger”, ha proseguito. Lo scopo è quello di creare un mercato. “Se si fa la cartolarizzazione è unicamente per deconsolidare le junior. Le tranche senior sono fatte per tutti”, ha concluso Penati.
Intanto in borsa il titolo Mps rimbalza dello 0,70% a 0,172 euro in attesa del cda odierno della banca nel corso della quale è previsto un aggiornamento del piano industriale da parte dell’amministratore delegato, Marco Morelli. La versione definitiva del piano sarà presentata nella riunione del cda del prossimo 24 ottobre e costituirà il documento sulla base del quale gli advisor andranno a convincere gli investitori a sottoscrivere l’aumento di capitale.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto le banche stanno lavorando per cercare di ridurre il più possibile la quota cash che dai 5 miliardi di euro previsti dovrebbe scendere fino a 1,5-2 miliardi grazie all’ingresso di alcuni anchor investor e alla conversione dei bond subordinati. Al riguardo questa settimana Bloomberg ha segnalato forti acquisti dei bond subordinati di Mps da parte di alcuni fondi speculativi che puntano a richiedere agli advisor condizioni di conversione molto vantaggiose come una conversione alla pari di titoli che quotano al 66% del loro valore.
Separatamente Mps esce dal processo milanese che la vedeva imputata ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa di società per reati commessi dai propri dirigenti. L’istituto di credito senese ha patteggiato la pena attraverso il pagamento di una sanzione pecuniaria da 600 mila euro e la confisca di 10 milioni di euro. La proposta di patteggiamento, presentata a luglio scorso dalla nuova gestione della banca incassando il parere favorevole dei pm Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio, è stata ratificata questa mattina dal gup Livio Cristofano. Processo finito, dunque, per l’istituto di Rocca Salimbeni.
Restano, invece, sotto processo le 13 persone e le altre due banche, la giapponese Nomura e la tedesca Deutsche Bank, rinviate a giudizio il 1 ottobre scorso dallo stesso gup Cristofano. Tra gli imputati, figurano 5 ex top manager di Mps (l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex responsabile area finanza Gianluca Baldassarri, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini e l’ex responsabile Alm Marco Di Santo), 6 ex dirigenti della filiale londinese di Deutsche Bank (Ivor Dunbar, Michele Faissola, Michele Foresti, Dario Schiraldi, Matteo Vaghi e Marco Veroni) e due ex manager di Nomura (l’ex ceo Sadeq Sayeed e l’ex responsabile vendite per l’Europa e il Medio Oriente Raffaele Ricci).
Tutti accusati a vario titolo di falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo all’autorità di vigilanza di Consob e Bankitalia e falso in prospetto per alcune operazioni finanziare realizzate nel quinquennio compreso tra il 2008 e il 2012: i derivati Santorini e Alexandria, il prestito ibrido Fresh e l’operazione di cartolarizzazione immobiliare Chianti Classico che, stando all’accusa, avrebbero provocato alle casse di Rocca Salimbeni “un danno patrimoniale di grave entità”. Per tutti, il processo prenderà il via il 15 dicembre davanti ai giudici della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Milano.
Fonte:
Milano Finanza
npl – mps – atlante – quaestio sgr
I tempi per la cessione delle sofferenze da parte di Mps, prevista nel piano annunciato a fine luglio, dipendono dall’aumento di capitale. Da parte sua il fondo Atlante, chiamato a sottoscrivere una delle tranche, è già pronto. “I tempi non dipendono da noi. Noi siamo pronti. I tempi dipendono dall’aumento di capitale”, ha spiegato quest’oggi Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr che gestisce il fondo Atlante, a margine di un convegno all’Università Cattolica.
Mps ha annunciato la cessione dell’intero portafoglio di sofferenze con un valore lordo di 27,7 miliardi a un prezzo pari al 33%. Atlante sottoscriverà la tranche mezzanine per 1,6 miliardi di euro. Al termine della due diligence “ho trovato che i cash flow sono esattamente in linea con quelli che avevamo stimato. Noi siamo pronti”, ha aggiunto Penati.
“Non mi aspetto grosse sorprese dalla cartolarizzazione. Soprattutto perché c’è da chiedere la Gacs (la garanzia pubblica, ndr) e perché il contratto era soggetto a due diligence. Abbiamo finito, siamo pronti. Confermiamo l’investimento. Però bisogna fare la Gacs e questo lo farà l’arranger”, ha proseguito. Lo scopo è quello di creare un mercato. “Se si fa la cartolarizzazione è unicamente per deconsolidare le junior. Le tranche senior sono fatte per tutti”, ha concluso Penati.
Intanto in borsa il titolo Mps rimbalza dello 0,70% a 0,172 euro in attesa del cda odierno della banca nel corso della quale è previsto un aggiornamento del piano industriale da parte dell’amministratore delegato, Marco Morelli. La versione definitiva del piano sarà presentata nella riunione del cda del prossimo 24 ottobre e costituirà il documento sulla base del quale gli advisor andranno a convincere gli investitori a sottoscrivere l’aumento di capitale.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto le banche stanno lavorando per cercare di ridurre il più possibile la quota cash che dai 5 miliardi di euro previsti dovrebbe scendere fino a 1,5-2 miliardi grazie all’ingresso di alcuni anchor investor e alla conversione dei bond subordinati. Al riguardo questa settimana Bloomberg ha segnalato forti acquisti dei bond subordinati di Mps da parte di alcuni fondi speculativi che puntano a richiedere agli advisor condizioni di conversione molto vantaggiose come una conversione alla pari di titoli che quotano al 66% del loro valore.
Separatamente Mps esce dal processo milanese che la vedeva imputata ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa di società per reati commessi dai propri dirigenti. L’istituto di credito senese ha patteggiato la pena attraverso il pagamento di una sanzione pecuniaria da 600 mila euro e la confisca di 10 milioni di euro. La proposta di patteggiamento, presentata a luglio scorso dalla nuova gestione della banca incassando il parere favorevole dei pm Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio, è stata ratificata questa mattina dal gup Livio Cristofano. Processo finito, dunque, per l’istituto di Rocca Salimbeni.
Restano, invece, sotto processo le 13 persone e le altre due banche, la giapponese Nomura e la tedesca Deutsche Bank, rinviate a giudizio il 1 ottobre scorso dallo stesso gup Cristofano. Tra gli imputati, figurano 5 ex top manager di Mps (l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex responsabile area finanza Gianluca Baldassarri, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini e l’ex responsabile Alm Marco Di Santo), 6 ex dirigenti della filiale londinese di Deutsche Bank (Ivor Dunbar, Michele Faissola, Michele Foresti, Dario Schiraldi, Matteo Vaghi e Marco Veroni) e due ex manager di Nomura (l’ex ceo Sadeq Sayeed e l’ex responsabile vendite per l’Europa e il Medio Oriente Raffaele Ricci).
Tutti accusati a vario titolo di falso in bilancio, aggiotaggio, ostacolo all’autorità di vigilanza di Consob e Bankitalia e falso in prospetto per alcune operazioni finanziare realizzate nel quinquennio compreso tra il 2008 e il 2012: i derivati Santorini e Alexandria, il prestito ibrido Fresh e l’operazione di cartolarizzazione immobiliare Chianti Classico che, stando all’accusa, avrebbero provocato alle casse di Rocca Salimbeni “un danno patrimoniale di grave entità”. Per tutti, il processo prenderà il via il 15 dicembre davanti ai giudici della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Milano.
Fonte:
Milano Finanza
npl – mps – atlante – quaestio sgr