E’ stretta finale per lacquisto di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti da parte di Ubi. La trattativa è frenetica (e non scontata), ma lepilogo pare vicino. Tanto è vero che, a quanto risulta al Sole 24 Ore, il dossier oggi finirà sul tavolo del Supervisory Board della Bce a Francoforte, che dovrà verificare le modalità di intervento della banca guidata da Victor Massiah e porre eventuali paletti, che non è escluso riguardino anche il fronte del capitale. La banca è ampiamente al di sopra delle soglie Srep, tuttavia di questi tempi il patrimonio di vigilanza non è mai abbastanza (a maggior ragione con UniCredit e Mps alle prese con piani di ricapitalizzazione), ed è così che anche Ubi in caso di acquisto delle tre banche potrebbe valutare un rafforzamento,comunque limitato e nellordine di qualche centinaia di milioni. Unopzione, questa, che resta oggetto di approfondimento e subordinata a diverse condizioni, tra cui quella del riconoscimento del badwill (avviamento negativo) ovvero la differenza tra il prezzo pagato per lacquisto della partecipazione e il patrimonio netto a valori correnti della partecipata.
In contemporanea, si lavora senza sosta per arrivare un accordo tra la banca e il Fondo di risoluzione entro il termine previsto da Bruxelles, fissato per fine mese. Oggi Roberto Nicastro, presidente delle quattro good banks, che è assistito dagli advisor SocGen e Oliver Wyman, è atteso a Milano e non è escluso un incontro con i vertici Ubi. Lappuntamento dovrebbe essere decisivo, e potrebbe permettere di arrivare così a definire un memorandum of understanding tra le parti: nella ex popolare i consigli sono in pre-allerta e non si esclude una convocazione per il fine settimana. In ogni caso, è possibile che, una volta arrivati alla firma di unintesa preliminare, Bruxelles e Francoforte accettino di concedere una proroga di un mese per arrivare alla formalizzazione della cessione.
Il capitolo Ferrara
Fuori dallaccordo rimarrebbe Carife. Per risolvere il problema, si starebbero vagliando più soluzioni. Una strada ipotizzata (ma difficilmente praticabile) è quella di una liquidazione dolce (wind-down), ovvero una progressiva dismissione ordinata delle attività, anche se lintenzione è di evitare una mossa che provocherebbe un contagio a catena. Unaltra possibilità potrebbe prevedere lintervento del braccio volontario del Fitd, che daltra parte ha appena ricapitalizzato la vicina Cassa di risparmio di Cesena con la somma di 280 milioni. Infine, come emerso nei giorni scorsi, non è escluso che ad esaminare il dossier sia stata chiamata Cariparma, anche se per ora il tema non sembra in cima allagenda della banca guidata dal ceo Giampiero Maioli.
Autore: Marco Ferrando
Fonte:
Il Sole 24 Ore
good bank – banche – banca etruria – marche – carife – carichieti – acquisto – roberto nicastro
E’ stretta finale per lacquisto di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti da parte di Ubi. La trattativa è frenetica (e non scontata), ma lepilogo pare vicino. Tanto è vero che, a quanto risulta al Sole 24 Ore, il dossier oggi finirà sul tavolo del Supervisory Board della Bce a Francoforte, che dovrà verificare le modalità di intervento della banca guidata da Victor Massiah e porre eventuali paletti, che non è escluso riguardino anche il fronte del capitale. La banca è ampiamente al di sopra delle soglie Srep, tuttavia di questi tempi il patrimonio di vigilanza non è mai abbastanza (a maggior ragione con UniCredit e Mps alle prese con piani di ricapitalizzazione), ed è così che anche Ubi in caso di acquisto delle tre banche potrebbe valutare un rafforzamento,comunque limitato e nellordine di qualche centinaia di milioni. Unopzione, questa, che resta oggetto di approfondimento e subordinata a diverse condizioni, tra cui quella del riconoscimento del badwill (avviamento negativo) ovvero la differenza tra il prezzo pagato per lacquisto della partecipazione e il patrimonio netto a valori correnti della partecipata.
In contemporanea, si lavora senza sosta per arrivare un accordo tra la banca e il Fondo di risoluzione entro il termine previsto da Bruxelles, fissato per fine mese. Oggi Roberto Nicastro, presidente delle quattro good banks, che è assistito dagli advisor SocGen e Oliver Wyman, è atteso a Milano e non è escluso un incontro con i vertici Ubi. Lappuntamento dovrebbe essere decisivo, e potrebbe permettere di arrivare così a definire un memorandum of understanding tra le parti: nella ex popolare i consigli sono in pre-allerta e non si esclude una convocazione per il fine settimana. In ogni caso, è possibile che, una volta arrivati alla firma di unintesa preliminare, Bruxelles e Francoforte accettino di concedere una proroga di un mese per arrivare alla formalizzazione della cessione.
Il capitolo Ferrara
Fuori dallaccordo rimarrebbe Carife. Per risolvere il problema, si starebbero vagliando più soluzioni. Una strada ipotizzata (ma difficilmente praticabile) è quella di una liquidazione dolce (wind-down), ovvero una progressiva dismissione ordinata delle attività, anche se lintenzione è di evitare una mossa che provocherebbe un contagio a catena. Unaltra possibilità potrebbe prevedere lintervento del braccio volontario del Fitd, che daltra parte ha appena ricapitalizzato la vicina Cassa di risparmio di Cesena con la somma di 280 milioni. Infine, come emerso nei giorni scorsi, non è escluso che ad esaminare il dossier sia stata chiamata Cariparma, anche se per ora il tema non sembra in cima allagenda della banca guidata dal ceo Giampiero Maioli.
Autore: Marco Ferrando
Fonte:
Il Sole 24 Ore
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