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Maroni: via Equitalia la raccolta dei tributi a una nuova società

«Oggi la Regione Lombardia ha “licenziato” Equitalia. Come avevamo promesso. Siamo la prima Regione a farlo». Roberto Maroni usa i social network per annunciare la sua «rivoluzione». Anche il Pirellone a trazione leghista dice addio alla società di riscossione tributi partecipata da Agenzia delle Entrate e Inps. Da giovedì niente più cartelle esattoriali con il temuto logo della «E» su campo azzurro per recuperare in primis il bollo auto (in totale un miliardo di euro), oltre ai canoni idrici e alle tasse sulle concessioni e sui depositi nelle discariche.

«Significa riduzione dei costi per la Regione — riassume il governatore — riduzione delle spese per i contribuenti e (soprattutto) un rapporto con i cittadini e le imprese rispettoso e attento alle esigenze individuali». La decisione della giunta lombarda è nella delibera approvata ieri che affida la riscossione al nuovo concessionario scelto con gara europea: RTI Publiservizi srl e Duomo GPA srl.

Ma cosa cambia? «La fase di recupero bonario sarà gestita dalla Regione — spiega l’assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia — mentre al recupero coatto penserà il nuovo soggetto». Eliminata la cartella esattoriale, sarà con l’ordinanza ingiunzione di pagamento che si tenterà di recuperare le somme dovute dai morosi. Con un «doppio beneficio», assicura Garavaglia: per i cittadini e per il Pirellone. «I lombardi risparmieranno sulle spese postali, mentre la Regione avrà una diminuzione dei costi di aggio dall’8 per cento al 5,9. E ricordo che abbiamo già regolarizzato quasi un milione di posizioni con la campagna di regolarizzazione agevolata della tassa auto».

È critico il Pd. «Anziché abolire il bollo auto, Maroni ne affida la riscossione a una nuova agenzia. Una scelta che comporterà un imponente cambiamento informatico, operativo e organizzativo, non senza costi per il contribuente». Il M5S è scettico: «Valuteremo nei fatti. Non vorremmo fosse l’ennesimo annuncio».


Autore: Pierpaolo Lio
Fonte:

Il Corriere della Sera

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