Il fondo Atlante potrebbe essere costretto a iniettare nuova liquidità in Banca Popolare di Vicenza. Un secondo aumento di capitale dopo quello effettuato fra maggio e giugno da 1,5 miliardi. E questo va ad assottigliare la riserva in cassa per poter intervenire nel mercato dei crediti deteriorati in Italia.
Lo spiegano oggi gli analisti di Mediobanca Securities citando come fonte i quotidiani locali del gruppo Finegil. Laumento sarebbe necessario per far fronte alla vendita di 1,9 miliardi di sofferenze nette (4,6 miliardi lordi, con una copertura prevista del 60%) già annunciata dai vertici dellistituto nel corso della semestrale. Oggi Atlante ha 1,7 miliardi di euro di asset ancora in portafoglio dopo aver salvato la banca vicentina (1,5 miliardi) e Veneto Banca (1 miliardo). Secondo la stampa locale, vendendo il pacchetto di Non performing loans al 25% del valore lordo di libro, quindi per 1,3 miliardi di valore netto invece di 1,9 miliardi, emergerebbe la necessità di accantonamenti ulteriori per 500-600 milioni di euro. Con la conseguenza che il Cet1 ratio della banca scenderebbe al 9%, un livello molto basso. Di qui la necessità di un nuovo intervento. Secondo gli analisti di Mediobanca questa notizia non è positiva per il sistema bancario italiano, che ha fatto nascere Atlante non solo per salvare le banche venete, ma anche per poter effettuare acquisti di importanti pacchetti di Npl di istituti di credito in difficoltà a prezzi calmierati (attorno almeno al 30%).
Banca Popolare di Vicenza ha chiuso i primi sei mesi del 2016 con una perdita di 795 milioni contro il miliardo dello stesso periodo del 2015 a causa dellincremento dei livelli di copertura dei crediti, degli effetti legati al recesso di Cattolica Assicurazioni dagli accordi commerciali (ha pesato per 313 milioni), e degli accantonamenti legati alle cause contro la vecchia gestione. Al netto di tali effetti il risultato sarebbe stato negativo per 85 milioni. La banca ha incrementato le coperture sui rischi di credito al 46,2%, con un aumento del 3,8% rispetto a fine 2015 e dell8,3% rispetto a fine 2014. La copertura delle sofferenze (inclusi gli stralci) è salita al 61,4%.
Nel corso del primo semestre 2016 l’istituto vicentino ha registrato un incremento del numero dei reclami e contenziosi promossi dalla clientela. Questi ultimi sono saliti, al 30 giugno 2016, a 6.936 da 2.919 al 31 dicembre 2015, a fronte del quale sono stati contabilizzati ulteriori accantonamenti al fondo rischi e oneri per 94,4 milioni, che hanno portato l’importo complessivo del fondo iscritto a fronte dei rischi connessi a 230,7 milioni al 30 giugno 2016 (136,4 milioni al 31 dicembre 2015). Grazie all’aumento di capitale sottoscritto dal fondo Atlante, il Cet1 ratio è salito al 10,75%, superiore al target previsto dalla Bce (10,25%) e al 6,65% di fine 2015. Il total capital ratio è al 12,40% rispetto all8,13%.
Autore: Elena Dal Maso
Fonte:
Milano Finanza
fondo atlante – popolare di vicenza – banche – crediti in sofferenza –
Il fondo Atlante potrebbe essere costretto a iniettare nuova liquidità in Banca Popolare di Vicenza. Un secondo aumento di capitale dopo quello effettuato fra maggio e giugno da 1,5 miliardi. E questo va ad assottigliare la riserva in cassa per poter intervenire nel mercato dei crediti deteriorati in Italia.
Lo spiegano oggi gli analisti di Mediobanca Securities citando come fonte i quotidiani locali del gruppo Finegil. Laumento sarebbe necessario per far fronte alla vendita di 1,9 miliardi di sofferenze nette (4,6 miliardi lordi, con una copertura prevista del 60%) già annunciata dai vertici dellistituto nel corso della semestrale. Oggi Atlante ha 1,7 miliardi di euro di asset ancora in portafoglio dopo aver salvato la banca vicentina (1,5 miliardi) e Veneto Banca (1 miliardo). Secondo la stampa locale, vendendo il pacchetto di Non performing loans al 25% del valore lordo di libro, quindi per 1,3 miliardi di valore netto invece di 1,9 miliardi, emergerebbe la necessità di accantonamenti ulteriori per 500-600 milioni di euro. Con la conseguenza che il Cet1 ratio della banca scenderebbe al 9%, un livello molto basso. Di qui la necessità di un nuovo intervento. Secondo gli analisti di Mediobanca questa notizia non è positiva per il sistema bancario italiano, che ha fatto nascere Atlante non solo per salvare le banche venete, ma anche per poter effettuare acquisti di importanti pacchetti di Npl di istituti di credito in difficoltà a prezzi calmierati (attorno almeno al 30%).
Banca Popolare di Vicenza ha chiuso i primi sei mesi del 2016 con una perdita di 795 milioni contro il miliardo dello stesso periodo del 2015 a causa dellincremento dei livelli di copertura dei crediti, degli effetti legati al recesso di Cattolica Assicurazioni dagli accordi commerciali (ha pesato per 313 milioni), e degli accantonamenti legati alle cause contro la vecchia gestione. Al netto di tali effetti il risultato sarebbe stato negativo per 85 milioni. La banca ha incrementato le coperture sui rischi di credito al 46,2%, con un aumento del 3,8% rispetto a fine 2015 e dell8,3% rispetto a fine 2014. La copertura delle sofferenze (inclusi gli stralci) è salita al 61,4%.
Nel corso del primo semestre 2016 l’istituto vicentino ha registrato un incremento del numero dei reclami e contenziosi promossi dalla clientela. Questi ultimi sono saliti, al 30 giugno 2016, a 6.936 da 2.919 al 31 dicembre 2015, a fronte del quale sono stati contabilizzati ulteriori accantonamenti al fondo rischi e oneri per 94,4 milioni, che hanno portato l’importo complessivo del fondo iscritto a fronte dei rischi connessi a 230,7 milioni al 30 giugno 2016 (136,4 milioni al 31 dicembre 2015). Grazie all’aumento di capitale sottoscritto dal fondo Atlante, il Cet1 ratio è salito al 10,75%, superiore al target previsto dalla Bce (10,25%) e al 6,65% di fine 2015. Il total capital ratio è al 12,40% rispetto all8,13%.
Autore: Elena Dal Maso
Fonte:
Milano Finanza
fondo atlante – popolare di vicenza – banche – crediti in sofferenza –