La tensione tra grandi banche internazionali e Autorità bancarie sulla stretta regolatoria e sugli stress test, rischia di esplodere pubblicamente in uno scontro senza precedenti per un settore tradizionalmente riservato come è quello del credito e della finanza.
Ieri sera si è appreso infatti che tutte le maggiori banche europee, americane, canadesi e persino giapponesi – appoggiate dalle rispettive associazioni bancarie – hanno chiesto formalmente alle autorità di supervisione e alle banche centrali un immediato e deciso colpo di freno alle riforme e allintera manovra sulla vigilanza patrimoniale messa in atto dopo la crisi dei subprime e i fallimenti bancari del 2008-2014. Nel mirino, modelli di rischio e stress test.
Sul fronte europeo, il bersaglio delle banche è stato il Comitato sulla Supervisione Bancaria di Basilea, lorganismo tecnico internazionale con sede in Svizzera incaricato di riscrivere le regole prudenziali sul credito e di ridurre i rischi di insolvenze e crisi sistemiche: in una lettera datata primo agosto e firmata congiuntamente dallAssociazione bancaria europea, dallAssociazione bancaria del Giappone e da quella del Canada, è stato chiesto formalmente lo stop al nuovo piano di riforme chiamato «Basilea 4», e soprattutto di non procedere alla riscrittura delle regole sulla valutazione del rischio di controparte nella concessione del credito alle imprese. Per le banche, infatti, la stretta creditizia subita dalle imprese (e i conseguenti danni alleconomia) a causa dellapplicazione delle regole varate due anni fa con il piano «Basilea 3», potrebbe diventare ancora peggiore e pericolosa se saranno ora approvate quelle previste in «Basilea 4»: «La prospettiva di nuovi aumenti di capitale e di una fortissima stretta nellerogazione del credito – è scritto nella lettera ai regolatori europei – è più che concreta». Il Comitato di Basilea ha in programma a fine mese una riunione a Francoforte con la Bce per mettere a punto gli ultimi dettagli delle nuove riforme, che saranno poi votate nellinsieme in ottobre o novembre per entrare quindi in vigore nel gennaio 2017. Alle banche spaventa soprattutto leffetto patrimoniale che può avere la nuova regolamentazione dei modelli di rischio: il Comitato vuole infatti imporre alle banche luso di un modello di rischio standardizzato per valutare laffidabilità di una controparte che chiede un prestito o la sicurezza di un certo strumento, vietando così il ricorso ai modelli di valutazione interni più flessibili e tarati sulle caratteristiche dei singoli mercati attualmente utilizzati. Leffetto del cambio sarebbe infatti pericolosissimo sulle piccole e medie imprese e soprattutto su quelle senza rating: con il nuovo modello di Basilea, infatti, lerogazione di un prestito a una pmi costringerebbe la banca a fare accantonamenti talmente elevati da rendere quasi proibitiva la concessione del prestito. Senza contare, poi, gli effetti negativi sul patrimonio: più si prestano soldi, questo è il concetto, più si rischia di dover fare nuovi aumenti di capitale.
Per quanto riguarda gli Usa, le banche americane hanno addirittura profilato unazione legale contro la Federal Reserve per bloccare lesercizio degli stress test, che a loro avviso non solo sono gestiti in modo opaco, ma offrono anche alla speculazione di Borsa una grande occasione per speculare in modo selvaggio sui titoli del credito e della finanza. Nei prossimi giorni, lassociazione bancaria americana deciderà se presentare una denuncia contro la FEd in una Corte federale in modo da bloccare lesercizio di controllo già nel 2017. Le stesse preoccupazioni delle banche americane sulle distorsioni provocare dagli stress test riguardano le banche europee, i cui titoli azionari hanno subito fortissime oscillazioni sia per le illazioni sulle singole banche sia per la difficoltà di valutazione delle pagelle dopo il loro annuncio.
Autore: Alessandro Plateroti
Fonte:
Il Sole 24 Ore
prestiti – basilea – banche
La tensione tra grandi banche internazionali e Autorità bancarie sulla stretta regolatoria e sugli stress test, rischia di esplodere pubblicamente in uno scontro senza precedenti per un settore tradizionalmente riservato come è quello del credito e della finanza.
Ieri sera si è appreso infatti che tutte le maggiori banche europee, americane, canadesi e persino giapponesi – appoggiate dalle rispettive associazioni bancarie – hanno chiesto formalmente alle autorità di supervisione e alle banche centrali un immediato e deciso colpo di freno alle riforme e allintera manovra sulla vigilanza patrimoniale messa in atto dopo la crisi dei subprime e i fallimenti bancari del 2008-2014. Nel mirino, modelli di rischio e stress test.
Sul fronte europeo, il bersaglio delle banche è stato il Comitato sulla Supervisione Bancaria di Basilea, lorganismo tecnico internazionale con sede in Svizzera incaricato di riscrivere le regole prudenziali sul credito e di ridurre i rischi di insolvenze e crisi sistemiche: in una lettera datata primo agosto e firmata congiuntamente dallAssociazione bancaria europea, dallAssociazione bancaria del Giappone e da quella del Canada, è stato chiesto formalmente lo stop al nuovo piano di riforme chiamato «Basilea 4», e soprattutto di non procedere alla riscrittura delle regole sulla valutazione del rischio di controparte nella concessione del credito alle imprese. Per le banche, infatti, la stretta creditizia subita dalle imprese (e i conseguenti danni alleconomia) a causa dellapplicazione delle regole varate due anni fa con il piano «Basilea 3», potrebbe diventare ancora peggiore e pericolosa se saranno ora approvate quelle previste in «Basilea 4»: «La prospettiva di nuovi aumenti di capitale e di una fortissima stretta nellerogazione del credito – è scritto nella lettera ai regolatori europei – è più che concreta». Il Comitato di Basilea ha in programma a fine mese una riunione a Francoforte con la Bce per mettere a punto gli ultimi dettagli delle nuove riforme, che saranno poi votate nellinsieme in ottobre o novembre per entrare quindi in vigore nel gennaio 2017. Alle banche spaventa soprattutto leffetto patrimoniale che può avere la nuova regolamentazione dei modelli di rischio: il Comitato vuole infatti imporre alle banche luso di un modello di rischio standardizzato per valutare laffidabilità di una controparte che chiede un prestito o la sicurezza di un certo strumento, vietando così il ricorso ai modelli di valutazione interni più flessibili e tarati sulle caratteristiche dei singoli mercati attualmente utilizzati. Leffetto del cambio sarebbe infatti pericolosissimo sulle piccole e medie imprese e soprattutto su quelle senza rating: con il nuovo modello di Basilea, infatti, lerogazione di un prestito a una pmi costringerebbe la banca a fare accantonamenti talmente elevati da rendere quasi proibitiva la concessione del prestito. Senza contare, poi, gli effetti negativi sul patrimonio: più si prestano soldi, questo è il concetto, più si rischia di dover fare nuovi aumenti di capitale.
Per quanto riguarda gli Usa, le banche americane hanno addirittura profilato unazione legale contro la Federal Reserve per bloccare lesercizio degli stress test, che a loro avviso non solo sono gestiti in modo opaco, ma offrono anche alla speculazione di Borsa una grande occasione per speculare in modo selvaggio sui titoli del credito e della finanza. Nei prossimi giorni, lassociazione bancaria americana deciderà se presentare una denuncia contro la FEd in una Corte federale in modo da bloccare lesercizio di controllo già nel 2017. Le stesse preoccupazioni delle banche americane sulle distorsioni provocare dagli stress test riguardano le banche europee, i cui titoli azionari hanno subito fortissime oscillazioni sia per le illazioni sulle singole banche sia per la difficoltà di valutazione delle pagelle dopo il loro annuncio.
Autore: Alessandro Plateroti
Fonte:
Il Sole 24 Ore
prestiti – basilea – banche