Il fondo Atlante garantirà l’aumento di capitale da 1 miliardo di euro che Veneto Banca sta affrontando in questi giorni anche in caso di Brexit. La rassicurazione è arrivata questa mattina da Quaestio Capital Management, gestore del fondo, in una nota trasmessa ieri a Banca Imi e agli altri garanti dell’operazione.
“Il prossimo referendum che si terrà nel Regno Unito in data 23 giugno 2016, che potrebbe comportare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è circostanza nota alla sgr e, per tale motivo”, recita la nota, “la sgr ritiene che l’eventuale accoglimento dello stesso non costituirà un evento straordinario e non prevedibile ai fini degli impegni assunti dalla sgr medesima ai sensi dell’accordo di sub-garanzia”.
A meno di sorprese poco probabili, come anticipato da MF-Milano Finanza, l’aumento di capitale da 1 miliardo di euro di Veneto Banca è destinato a seguire il copione di quello della Banca popolare di Vicenza. Se finora gli ordini si sarebbero attestati all’1% del book, scrive MF-Milano Finanza, i grandi azionisti riuniti nell’associazione Per Veneto Banca sarebbero freddi sull’operazione.
I tempi stretti per l’aumento di capitale e i mercati non favorevoli sono i due aspetti che al momento consigliano cautela e che non si sono tradotti con le sottoscrizioni promesse. Invece nei giorni scorsi il presidente dell’associazione Per Veneto Banca, Bruno Zago, aveva ipotizzato adesioni per oltre la metà dell’offerta: tra 550 e 600 milioni di euro.
Il periodo dell’offerta terminerà il prossimo 22 giugno con una valorizzazione delle azioni tra 0,10 e 0,50 euro ognuna e con un rapporto tra 16 e 81 nuove azioni offerte per ogni vecchia azione della banca veneta. Già la scorsa settimana l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, era intervenuto in quanto Intesa, fa riferimento a Banca Imi che guida il consorzio, anticipando che i soci non raggiungeranno il 51% di Veneto Banca e che il controllo passerà quindi al Fondo Atlante.
“Date le condizioni attuali di Veneto Banca e l’azionariato estremamente diffuso: nessun socio ha più del 2% riteniamo improbabile che i soci attuali riescano a raccogliere gran parte dell’ammontare dell’aumento di capitale”, afferma un analista. In questo scenario “riteniamo altamente probabile l’intervento di Atlante per la quasi totalità del capitale. Per quanto riguarda il futuro, ribadiamo la possibilità di una fusione con la Banca popolare di Vicenza al fine di sfruttare importanti sinergie di costo e la cessione di alcuni asset strategici come Bim, attività estere e Arca”.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza
brexit – veneto banca – atlante
Il fondo Atlante garantirà l’aumento di capitale da 1 miliardo di euro che Veneto Banca sta affrontando in questi giorni anche in caso di Brexit. La rassicurazione è arrivata questa mattina da Quaestio Capital Management, gestore del fondo, in una nota trasmessa ieri a Banca Imi e agli altri garanti dell’operazione.
“Il prossimo referendum che si terrà nel Regno Unito in data 23 giugno 2016, che potrebbe comportare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è circostanza nota alla sgr e, per tale motivo”, recita la nota, “la sgr ritiene che l’eventuale accoglimento dello stesso non costituirà un evento straordinario e non prevedibile ai fini degli impegni assunti dalla sgr medesima ai sensi dell’accordo di sub-garanzia”.
A meno di sorprese poco probabili, come anticipato da MF-Milano Finanza, l’aumento di capitale da 1 miliardo di euro di Veneto Banca è destinato a seguire il copione di quello della Banca popolare di Vicenza. Se finora gli ordini si sarebbero attestati all’1% del book, scrive MF-Milano Finanza, i grandi azionisti riuniti nell’associazione Per Veneto Banca sarebbero freddi sull’operazione.
I tempi stretti per l’aumento di capitale e i mercati non favorevoli sono i due aspetti che al momento consigliano cautela e che non si sono tradotti con le sottoscrizioni promesse. Invece nei giorni scorsi il presidente dell’associazione Per Veneto Banca, Bruno Zago, aveva ipotizzato adesioni per oltre la metà dell’offerta: tra 550 e 600 milioni di euro.
Il periodo dell’offerta terminerà il prossimo 22 giugno con una valorizzazione delle azioni tra 0,10 e 0,50 euro ognuna e con un rapporto tra 16 e 81 nuove azioni offerte per ogni vecchia azione della banca veneta. Già la scorsa settimana l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, era intervenuto in quanto Intesa, fa riferimento a Banca Imi che guida il consorzio, anticipando che i soci non raggiungeranno il 51% di Veneto Banca e che il controllo passerà quindi al Fondo Atlante.
“Date le condizioni attuali di Veneto Banca e l’azionariato estremamente diffuso: nessun socio ha più del 2% riteniamo improbabile che i soci attuali riescano a raccogliere gran parte dell’ammontare dell’aumento di capitale”, afferma un analista. In questo scenario “riteniamo altamente probabile l’intervento di Atlante per la quasi totalità del capitale. Per quanto riguarda il futuro, ribadiamo la possibilità di una fusione con la Banca popolare di Vicenza al fine di sfruttare importanti sinergie di costo e la cessione di alcuni asset strategici come Bim, attività estere e Arca”.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza
brexit – veneto banca – atlante