Una potenza di fuoco da 40-45 milardi di euro. Secondo le stime interne di Banca dItalia, sarebbe questo il vero potenziale del fondo Atlante, gestito da Quaestio Sgr con lo scopo di ripulire i bilanci delle banche italiane dai crediti in sofferenza e sostenere la ricapitalizzazione degli istituti in difficoltà.
A dirlo è stato Giovanbattista Sala, capo della divisione Gruppi Bancari di Bankitalia, in occasione di un convegno sul fondo Atlante tenutosi ieri alluniversità Bocconi e organizzato dallo stesso ateneo.
Secondo le nostre valutazioni, ha detto Sala, Atlante potrà arrivare ad acquistare npl per un importo compreso fra 10 e 45 miliardi di euro in termini di gross book value. Sarebbe un quinto delle sofferenze delle banche italiane, una cifra importante.
Valori decisamente superiori al capitale a disposizione del fondo, la cui raccolta si è fermata a 4,3 miliardi di euro. Come arriverebbe a 45 miliardi?
Innanzitutto Sala si è riferito a valori lordi e molto dipende dal prezzo netto a cui saranno acquistate le sofferenze. Se valorizzate al 20% del prezzo lordo (le sofferenze delle quattro banche salvate nel novembre scorso furono trasferite al 17,9 % del valore nominale), la spesa reale di Atlante calerebbe a 9 miliardi.
Un totale simile sarebbe poi raggiungibile grazie a diversi fattori, primo tra tutti luso della leva finanziaria e unattenta pianificazione delle operazioni.
Una buona strutturazione delle operazioni con tranche mezzanine consentirebbe di aumentare lutilizzo della leva, ha spiegato Sala, poi alle operazioni potrebbero partecipare investitori istituzionali.
Il dirigente di Banca dItalia ha anche messo in luce la necessità di una riduzione dei tempi di recupero crediti in sofferenza . Infine, sempre secondo Sala, luso della Gacs (la garanzia statale) sarebbe utile nella fase di cartolarizzazione. Ipotizzando che Atlante debba farsi carico solo del 51% dellaumento di capitale di Veneto Banca, rimarrebbero circa 2 miliardi per acquistare npl, che, con un prudente uso della leva al 100% (previsto dalle regole del fondo) aumenterebbe a circa 4 miliardi di euro. La differenza dovrebbe essere colmata con la partecipazione degli investitori istituzionali nominati in precedenza. A meno che, come ipotizzato due settimane fa dal numero uno di Quaestio Alessandro Penati, Atlante non possa riaprire il funding in cerca di nuovo capitale.
Autore: Antonio Lusardi
Fonte:
Milano Finanza
banca d’italia – sala – npl – atlante
Una potenza di fuoco da 40-45 milardi di euro. Secondo le stime interne di Banca dItalia, sarebbe questo il vero potenziale del fondo Atlante, gestito da Quaestio Sgr con lo scopo di ripulire i bilanci delle banche italiane dai crediti in sofferenza e sostenere la ricapitalizzazione degli istituti in difficoltà.
A dirlo è stato Giovanbattista Sala, capo della divisione Gruppi Bancari di Bankitalia, in occasione di un convegno sul fondo Atlante tenutosi ieri alluniversità Bocconi e organizzato dallo stesso ateneo.
Secondo le nostre valutazioni, ha detto Sala, Atlante potrà arrivare ad acquistare npl per un importo compreso fra 10 e 45 miliardi di euro in termini di gross book value. Sarebbe un quinto delle sofferenze delle banche italiane, una cifra importante.
Valori decisamente superiori al capitale a disposizione del fondo, la cui raccolta si è fermata a 4,3 miliardi di euro. Come arriverebbe a 45 miliardi?
Innanzitutto Sala si è riferito a valori lordi e molto dipende dal prezzo netto a cui saranno acquistate le sofferenze. Se valorizzate al 20% del prezzo lordo (le sofferenze delle quattro banche salvate nel novembre scorso furono trasferite al 17,9 % del valore nominale), la spesa reale di Atlante calerebbe a 9 miliardi.
Un totale simile sarebbe poi raggiungibile grazie a diversi fattori, primo tra tutti luso della leva finanziaria e unattenta pianificazione delle operazioni.
Una buona strutturazione delle operazioni con tranche mezzanine consentirebbe di aumentare lutilizzo della leva, ha spiegato Sala, poi alle operazioni potrebbero partecipare investitori istituzionali.
Il dirigente di Banca dItalia ha anche messo in luce la necessità di una riduzione dei tempi di recupero crediti in sofferenza . Infine, sempre secondo Sala, luso della Gacs (la garanzia statale) sarebbe utile nella fase di cartolarizzazione. Ipotizzando che Atlante debba farsi carico solo del 51% dellaumento di capitale di Veneto Banca, rimarrebbero circa 2 miliardi per acquistare npl, che, con un prudente uso della leva al 100% (previsto dalle regole del fondo) aumenterebbe a circa 4 miliardi di euro. La differenza dovrebbe essere colmata con la partecipazione degli investitori istituzionali nominati in precedenza. A meno che, come ipotizzato due settimane fa dal numero uno di Quaestio Alessandro Penati, Atlante non possa riaprire il funding in cerca di nuovo capitale.
Autore: Antonio Lusardi
Fonte:
Milano Finanza
banca d’italia – sala – npl – atlante