LEGGI L’APPROFONDIMENTO DELLA REDAZIONE E CONNETTITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE PER GUARDARE L’INTERVISTA ESCLUSIVA REALIZZATA A MASSIMO FERRERO, RESPONSABILE DIREZIONE B (Comunicazione, Finanza e Assicurazioni) AGCM, IN OCCASIONE DEL 9° CVDAY
Quando le pratiche di recupero crediti diventano aggressive?
LAutorità Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) si è occupata, ci dice il Dott. Massimo Ferrero nellintervista esclusiva rilasciata a Credit Village, anche questanno delle pratiche commerciali scorrette nel settore del recupero crediti. Ciò che viene considerato sbagliato, perché lesivo nei confronti dei consumatori debitori, non sono le singole pratiche di recupero più insistente (un sms, una visita domiciliare, una telefonata, che può anche capitare), ma il reiterarsi sistematico e programmato di tali modalità di recupero. Viene infatti considerata aggressiva la strategia messa in atto da alcuni operatori, che adottano questo sistema insistente per interfacciarsi con i consumatori. Persistenti solleciti telefonici, continue richieste epistolari e digitali (via mail, sms), nonché visite domiciliari, anche presso terze persone, quali i vicini di casa o i parenti del debitore, esercitano un indebito condizionamento, ossia quel principio che limita la libertà di scelta del cliente debitore che decide magari di pagare, perché si sente costretto, anche se a ragione non dovrebbe pagare.
Lo stato di indebito condizionamento è causato, come si apprende da una recente sentenza del Tar (n° 3418/2016, che ha confermato il provvedimento di AGCM nei confronti della società RECUS S.p.A.) dalle condotte messe in atto dalla società di recupero crediti, che segue programmi comportamentali pianificati con leffetto di spingere i consumatori ad adottare decisioni commerciali che diversamente non avrebbero mai preso.
LAutorità Garante, conclude Ferrero, sta effettuando accertamenti anche sulle pratiche di recupero attuate direttamente da alcuni creditori che usano false citazioni in giudizio.
Le buone prassi, il Codice di condotta da seguire
Ferrero parla anche del Codice di Condotta Unirec Consumatori, che sancisce le Buone Prassi per recuperare il credito senza cadere nelle pratiche aggressive. Chiaro che si tratta pur sempre solo di principi, precisa Ferrero nel corso dellintervista, dunque lascia pur sempre spazio ad arbitrarie interpretazioni e soprattutto errate applicazioni pratiche. Per questa ragione, affinché tutto si svolga anche nel rispetto dei consumatori, specie di coloro che realmente non possono pagare per cause esogene sopraggiunte allimprovviso, lAutorità Garante della Concorrenza continuerà a monitorare le condotte di recupero crediti affinché non divengano patologiche.
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Quando le pratiche di recupero crediti diventano aggressive?
LAutorità Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) si è occupata, ci dice il Dott. Massimo Ferrero nellintervista esclusiva rilasciata a Credit Village, anche questanno delle pratiche commerciali scorrette nel settore del recupero crediti. Ciò che viene considerato sbagliato, perché lesivo nei confronti dei consumatori debitori, non sono le singole pratiche di recupero più insistente (un sms, una visita domiciliare, una telefonata, che può anche capitare), ma il reiterarsi sistematico e programmato di tali modalità di recupero. Viene infatti considerata aggressiva la strategia messa in atto da alcuni operatori, che adottano questo sistema insistente per interfacciarsi con i consumatori. Persistenti solleciti telefonici, continue richieste epistolari e digitali (via mail, sms), nonché visite domiciliari, anche presso terze persone, quali i vicini di casa o i parenti del debitore, esercitano un indebito condizionamento, ossia quel principio che limita la libertà di scelta del cliente debitore che decide magari di pagare, perché si sente costretto, anche se a ragione non dovrebbe pagare.
Lo stato di indebito condizionamento è causato, come si apprende da una recente sentenza del Tar (n° 3418/2016, che ha confermato il provvedimento di AGCM nei confronti della società RECUS S.p.A.) dalle condotte messe in atto dalla società di recupero crediti, che segue programmi comportamentali pianificati con leffetto di spingere i consumatori ad adottare decisioni commerciali che diversamente non avrebbero mai preso.
LAutorità Garante, conclude Ferrero, sta effettuando accertamenti anche sulle pratiche di recupero attuate direttamente da alcuni creditori che usano false citazioni in giudizio.
Le buone prassi, il Codice di condotta da seguire
Ferrero parla anche del Codice di Condotta Unirec Consumatori, che sancisce le Buone Prassi per recuperare il credito senza cadere nelle pratiche aggressive. Chiaro che si tratta pur sempre solo di principi, precisa Ferrero nel corso dellintervista, dunque lascia pur sempre spazio ad arbitrarie interpretazioni e soprattutto errate applicazioni pratiche. Per questa ragione, affinché tutto si svolga anche nel rispetto dei consumatori, specie di coloro che realmente non possono pagare per cause esogene sopraggiunte allimprovviso, lAutorità Garante della Concorrenza continuerà a monitorare le condotte di recupero crediti affinché non divengano patologiche.