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Banche, governo al lavoro per ridurre i tempi di recupero delle sofferenze

Il governo è ancora al lavoro per ridurre i tempi di recupero delle sofferenze in pancia alle banche italiane. Secondo quanto anticipato da MF, infatti, il governo starebbe ancora studiando misure per ridurre i tempi di recupero degli asset che risultano dai fallimenti. L’obiettivo sembra essere quello di individuare i tribunali più efficienti nei quali concentrare le procedure concorsuali o, in alternativa, di esportare le best practice alle realtà dove i tempi di recupero sono più lunghi.

“In attesa di una riforma complessiva della legge fallimentare da parte del Ministero della Giustizia, l’aumento del numero di casi risolti da parte dei tribunali più efficienti, insieme al Gacs e alle misure approvate nel mese di agosto, potrebbe aiutare le banche italiane a ridurre l’ammontare di non performing loans nel corso del tempo”, affermano gli analisti di Mediobanca Securities.

Effettivamente esiste una notevole disparità fra i tempi di recupero nelle varie Corti visto che il 25% dei fallimenti più veloci si chiude in meno di 2,5 anni, mentre il 25% dei più lenti in 12 anni, per una media complessiva di circa 8 anni (fonte Cerved). La riduzione dei tempi di recupero delle garanzie è il principale driver industriale per aumentare il valore dei collaterali e quindi delle sofferenze.

In base ai calcoli di Equita, una riduzione di 1 anno, utilizzando lo schema di garanzie pubbliche, aumenterebbe di 2pp il valore dei non performing loans dal 27% al 29%. Dimezzando i tempi a 3 anni, i non performing loans potrebbero essere ceduti al 35% del nominale, riducendo da 140 bps a 63bps l’impatto sul coefficiente patrimoniale Cet1 delle banche italiane.

“Mps sarebbe la banca più beneficiata visto lo stock di crediti dubbi rispetto al suo patrimonio”, precisano gli analisti di Equita, facendo presente che queste iniziative dovrebbero essere inserite in una legge delega che incorporerà una più ampia revisione del diritto fallimentare. “Di conseguenza ci sembra che eventuali tempi di attuazione risulteranno decisamente lunghi”, avvertono gli esperti della sim.

A Piazza Affari al momento il titolo Mps schizza del 5,88% a 0,567 euro. Ieri Goldman Sachs ha confermato il rating neutral sull’azione, riducendo il target price da 2 a 0,80 euro, un nuovo prezzo obiettivo che in ogni caso indica un potenziale di upside del 41% rispetto alla quotazione attuale. In generale, gli analisti della banca d’affari Usa si aspettano per le banche italiane uno scenario difficile sul fronte dei ricavi, ma vedono segnali di miglioramento sul fronte patrimoniale e si attendono un calo ulteriore delle sofferenze.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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