I vertici della Banca popolare di Milano e del Banco Popolare , in vista della fusione, starebbero discutendo con la Bce il tema dei crediti problematici. In particolare, nell’ambito dei dettagli del progetto di integrazione, si starebbe vagliando un aumento significativo delle coperture dei crediti dubbi ma non con effetto immediato bensì nell’arco del piano industriale.
Il progetto di fusione dovrebbe quindi prevedere un piano di accantonamenti crescenti in più anni per alzare in maniera significativa l’attuale tasso di copertura. Bpm presenta oggi una copertura dei crediti dubbi pari al 39,6%, mentre la copertura del Banco Popolare è al 31,9%.
In base ai calcoli degli analisti di Equita, sulla base delle stime 2016, la copertura dei crediti problematici della banca che nascerà dalla fusione sarà del 34% e dovrebbe salire al 39% a fine 2018 grazie alla normalizzazione del flusso dei crediti problematici, uno scenario che potrebbe risultare coerente con le richieste del regolatore.
Mentre in uno scenario irrealistico, in cui si volesse adeguare immediatamente la copertura dei crediti dubbi al 45%, sarebbe richiesto un aumento di capitale, a più riprese smentito dal management delle due banche, da 1,5 miliardi di euro per ripristinare il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 all’11,5%.
Secondo i calcoli di Equita anche con quest’ipotesi la banca che nascerà dalla fusione sarebbe in grado di generare 1,5 miliardi di euro di capitale senza ricorrere ad aumenti attraverso la migrazione ai modelli interni di Bpm (+700 milioni di euro di capitale) e la cessione di Agos Ducato, la joint-venture nel credito al consumo controllata dal Credit Agricole
Senza considerare il capitale che potrebbe essere generato tramite altre operazioni di valorizzazione delle fabbriche prodotto (asset management, investment banking, rinegoziazione accordi bancassurance ecc). Per cui Equita continua a consigliare l’acquisto (buy) sia di Bpm (target price a 1,09 euro) sia del Banco Popolare (target price a 13,5 euro). A Piazza Affari al momento il primo titolo passa di mano a quota 0,662 euro (+0,30%) e il secondo a 7,70 euro (-0,26%).
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza
I vertici della Banca popolare di Milano e del Banco Popolare , in vista della fusione, starebbero discutendo con la Bce il tema dei crediti problematici. In particolare, nell’ambito dei dettagli del progetto di integrazione, si starebbe vagliando un aumento significativo delle coperture dei crediti dubbi ma non con effetto immediato bensì nell’arco del piano industriale.
Il progetto di fusione dovrebbe quindi prevedere un piano di accantonamenti crescenti in più anni per alzare in maniera significativa l’attuale tasso di copertura. Bpm presenta oggi una copertura dei crediti dubbi pari al 39,6%, mentre la copertura del Banco Popolare è al 31,9%.
In base ai calcoli degli analisti di Equita, sulla base delle stime 2016, la copertura dei crediti problematici della banca che nascerà dalla fusione sarà del 34% e dovrebbe salire al 39% a fine 2018 grazie alla normalizzazione del flusso dei crediti problematici, uno scenario che potrebbe risultare coerente con le richieste del regolatore.
Mentre in uno scenario irrealistico, in cui si volesse adeguare immediatamente la copertura dei crediti dubbi al 45%, sarebbe richiesto un aumento di capitale, a più riprese smentito dal management delle due banche, da 1,5 miliardi di euro per ripristinare il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 all’11,5%.
Secondo i calcoli di Equita anche con quest’ipotesi la banca che nascerà dalla fusione sarebbe in grado di generare 1,5 miliardi di euro di capitale senza ricorrere ad aumenti attraverso la migrazione ai modelli interni di Bpm (+700 milioni di euro di capitale) e la cessione di Agos Ducato, la joint-venture nel credito al consumo controllata dal Credit Agricole
Senza considerare il capitale che potrebbe essere generato tramite altre operazioni di valorizzazione delle fabbriche prodotto (asset management, investment banking, rinegoziazione accordi bancassurance ecc). Per cui Equita continua a consigliare l’acquisto (buy) sia di Bpm (target price a 1,09 euro) sia del Banco Popolare (target price a 13,5 euro). A Piazza Affari al momento il primo titolo passa di mano a quota 0,662 euro (+0,30%) e il secondo a 7,70 euro (-0,26%).
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza