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Via alla bad bank “leggera” una società per ogni istituto e garanzie statali a richiesta

«Leggera ma efficace». Più che una nave, come l’ha chiamata ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, una barchetta, chiamata a scandagliare 200 miliardi di crediti marci che impediscono alle banche di far bene il loro mestiere, oltre che d’essere redditizie. La bad bank italiana dopo un anno di scontri con la Commissione, molto severa sui profili di concorrenza e aiuto di Stato, forse è giunta alla versione definitiva. Lo sapremo tra un paio di settimane, quando è atteso il via libera informale alla proposta appena inoltrata dal ministro alla commissaria Margrethe Vestager.
Ieri, entrando alla riunione Eurogruppo a Bruxelles, Padoan ha detto che è «una proposta a cui lavoriamo da tempo, che completa strumenti che già abbiamo sul terreno come le nuove procedure concorsuali, sarà leggera ma efficace», e ha aggiunto: «il meccanismo della garanzia pubblica potrà essere parte della proposta». Ha poi auspicato «tempi rapidi », perché «l’avvio del mercato dei crediti inesigibili è come varare una nave, che poi procede per contro proprio, con l’economia che migliora sarà più facile». Il portavoce di Vestager ha confermato l’inoltro di un «piano informale per mettere in piedi una bad bank», spiegando che Bruxelles «è pronta a lavorare con il governo italiano».
Lo scoglio che ha tenuto sospesa la questione – il prezzo a cui conferire i crediti bancari in sofferenza e quello connesso delle eventuali garanzie pubbliche – sarebbe ora superabile con un meccanismo più “leggero”. Caduta l’opzione di una bad bank unica che riunisse e garantisse tutto il monte sofferenze da smaltire (circa 50 miliardi nominali), ora sono in cantiere soluzione “ad bancam”: chi vuole vendere crediti in malora potrà farlo attivando singoli veicoli che sceglieranno se e per quanto attivare garanzie pubbliche – pagate a valore di mercato – sulle eventuali perdite indotte dal differente prezzo tra i loro bilanci e il valore di cessione. «Il prezzo sarà determinato quando ci sarà uno scambio fra domanda e offerta, solo allora potremo saperlo, si tratta di scegliere un meccanismo che faciliti gli scambi», ha detto Padoan. Il mercato valuta le sofferenze tra il 20 e il 30% del valore nominale, in base alle garanzie reali sottostanti, mentre le banche in media coprono circa la metà del valore delle sofferenze.
I prezzi delle transazioni, poi, variano: l’ultima, di tre settimane fa, ha visto Mps cedere 1 miliardo di euro di vecchie sofferenze a Deutsche Bank per un valore stimato in circa il 9%. La bad bank dei quattro istituti salvati è stata costretta da Bruxelles a intestarsi le loro sofferenze a un valore medio del 18%, che si presume genererà plusvalenze quando, entro giugno, quei crediti saranno ceduti agli operatori del settore.
Ieri i tecnici del Tesoro sono stati anche attivi sul fronte, non meno urgente, del ristoro degli obbligazionisti che hanno perso quasi 800 milioni sui subordinati di Banca Marche, Etruria, Cariferrara e Carichieti. Hanno ospitato funzionari del ministero della giustizia, Bankitalia, Anac, Consob e autorità di risoluzione, per redigere le norme attuative del provvedimento salva-risparmiatori incluso nella legge di stabilità 2016, e che entro fine gennaio dovrebbe diventare un decreto legge. Restano da chiarire due aspetti: i criteri per accedere ai rimborsi e come svolgere gli arbitrati. Ieri si sarebbe discusso del primo, per individuare criteri standard che consentano un rapido accertamento delle violazioni degli obblighi di legge nella vendita di bond a rischio a risparmiatori che non avevano adeguate competenza e risorse. Lunedì ci sarà un nuovo incontro.

 


Autore: Andrea Greco
Fonte:

Repubblica

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