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Crediti, sofferenze italiane meno gravi

Sempre meno sofferenze per l’economia italiana. Ma le difficoltà del settore bancario legate ai crediti inesigibili continueranno a pesare anche nel 2016. Il grosso del problema delle sofferenze bancarie resta l’ammontare totale delle attività deteriorate accumulate nel tempo (specie a seguito della crisi finanziaria europea iniziata nel 2009), che hanno creato masse «cattive» difficili da liquidare o cedere a terzi. È questo il quadro formulato da Abi, Associazione bancaria italiana, assieme con Cerved, information provider italiano, che hanno studiato l’evoluzione e delineato l’andamento delle attività deteriorate per ogni differente settore, dimensione d’impresa e area economica. 

Banche. Nel corso del 2015 lo stock di sofferenze lorde accumulate dal comparto bancario italiano è nuovamente incrementato, sebbene a ritmi inferiori rispetto allo scorso anno. Il miglioramento parziale della congiuntura economica italiana non è stato, a proposito, sufficiente a ridurre l’ammontare di attività inesigibili per le banche, portando il peso delle sofferenze a una cifra record pari a 200 miliardi di euro, superiore alla soglia del 10% del totale dei crediti verso la clientela. Detto in altri termini, ogni 10 clienti, ce n’è uno che non ripaga il proprio debito, e le conseguenze di tale comportamento si riversano sull’intero settore creditizio; questo, non offrendo nuove risorse al mercato, limita la possibilità di offrire un nuovo input e nuove risorse da impiegare nella ripresa economica. In termini di composizione, oltre il 70% dello stock delle sofferenze bancarie (143,4 miliardi di euro) è originato da prestiti concessi a società non finanziarie. Qualora non aumentasse in modo significativo la capacità del sistema bancario di liberarsi dei crediti deteriorati in portafoglio, evidenzia Cerved, difficilmente il flusso di sofferenze si arresterà nel corso dei prossimi mesi. Nel trovare un rimedio al problema, nell’estate 2015 è stato approvato un pacchetto di misure (legge 132/2015) volte a favorire una più rapida dismissione delle sofferenze nei bilanci bancari, nonché la possibilità di costituire una bad bank in cui far confluire tutte le attività deteriorate; opzione, questa, ancora al vaglio del governo.


Autore: Gloria Grigolon
Fonte:

Italia Oggi

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