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Intesa: nì a bad bank pubblica, no ad acquisizioni in Italia

Intesa Sanpaolo non intende partecipare né al progetto di bad bank di matrice pubblica a meno che non offra prospettive significative di recupero, né al consolidamento domestico grazie alla riforma delle popolari. Sta invece studiando la possibilità di quotare separatamente in borsa le attività di private banking e di asset management.

“Non ho visto alcun progetto” di una bad bank pubblica, ha detto il consigliere delegato, Carlo Messina, nella conference call sui conti 2014. “Se la bad bank non riesce a creare un recupero significativo la nostra intenzione è di non partecipare”, ha precisato. D’altra parte Ca’ de Sass è brava a gestire i suoi bad loan da sola, “abbiamo una forte copertura e vediamo una significativa ripresa del settore immobiliare nel 2015 e per me è importante aspettare e cogliere questa ripresa”, ha proseguito Messina.

Intesa Sanpaolo non è neppure interessata a crescere in Italia tramite acquisizioni. Il consolidamento domestico, grazie alla riforma delle popolari, “è un tema su cui ho interesse zero”, ha detto chiaramente Messina il quale, peraltro, ritiene che non sarà facile trovare delle sinergie neppure per le altre banche, anche nel caso in cui ci siano delle fusioni tra le banche popolari stesse che dovrebbero ridurre significativamente le loro filiali.

E questo potrebbe portare alla cosiddetta “fly to quality” con i clienti che potrebbero abbandonare queste banche, non ritenute più di qualità, verso Intesa Sanpaolo. Quindi, l’integrazione tra popolari e la conseguente massiccia riduzione di filiali sarà “un’occasione unica” per Ca’ de Sass per incrementare il numero dei suoi clienti e i ricavi soprattutto nel private banking.

A proposito di quest’ultima attività, il top manager ha confermato che Intesa Sanpaolo sta studiando la possibilità di quotare separatamente in borsa il private banking e l’asset management ma al momento non è stata presa nessuna decisione: “la quotazione potrebbe essere sia per il private banking che per l’asset management e in entrambi i casi noi manterremmo una quota di controllo”.

L’asset management e il private banking sono chiare priorità per Intesa Sanpaolo e, quando Messina parla di possibile crescita per linee esterne in questi settori, è qualcosa che può accordarsi molto bene soprattutto con l’area di wealth management. Al momento “non ci sono target sul tavolo, ma guardiamo a brand riconoscibili nel mondo”. Nell’ipotesi di un’acquisizione nell’asset management e nel private banking, “il brand è la cosa che considero per prima”, ha concluso.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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