Tre milioni di rate concesse da Equitalia e in corso per un controvalore di oltre 33 miliardi di euro. Sette rateazioni su dieci riguardano importi non elevati, fino a 5mila euro. La riscossione passa sempre di più dalle dilazioni per consentire da un lato ai contribuenti di spalmare nel tempo i debiti con il fisco (e non solo) e dall’altro agli enti creditori di recuperare gli importi. Tanto è vero che anche nella relazione tecnica al decreto legislativo 159/2015 attuativo della delega fiscale emerge come gli incassi da rateazioni a fine anno saranno la metà (il 48,7%) del totale degli incassi da ruolo.
Per ora l’ultimo aggiornamento disponibile (fino al 30 settembre scorso) testimonia come circa due terzi delle dilazioni concesse si concentrino in appena sei regioni (Lombardia, Lazio, Campania, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna). Al di là della ripartizione territoriale che dipende anche dal numero dei contribuenti presenti sul territorio, bisogna considerare come la rateazione risponda all’esigenza di pianificare nel tempo il rientro da importi di piccolo valore. Se si guarda, infatti, al numero delle rate concesse, il 70,1% riguarda debiti fino a 5omila euro, il 27,2% importi nella fascia tra 5mila e 5omila euro e solo il 2,7% oltre i 5omila euro.
Anche perché sono soprattutto le persone fisiche ad aver accesso allo strumento (54%), seguite da ditte individuali (33%) e persone giuridiche(13%). Sulla stessa falsa riga le considerazioni sul numero di rate in cui si articola il piano di ammortamento che in prevalenza (35,3%) coprono appena un anno. Naturalmente, se si guarda dalla prospettiva degli importi rateizzati, i rapporti di forza sono diversi ma in questo caso è a pesare sono le somme rateizzate che però sono concentrate in un minor numero di soggetti. Questo lo scenario fino all’ingresso delle nuove regole sulla riscossione in generale sulle rateazioni in particolare: il provvedimento attuativo della delega è entrato in vigore il 22 ottobre e prevede, tra l’altro, una riduzione da 8 a 5 del numero dei pagamenti anche non consecutivi che si possono saltare ma allo stesso tempo la possibilità di rientrare a condizione di pagare le rate scadute. Tra le novità per i nuovi piani di rateazione c’è anche la lettura della soglia spartiacque dei 5omila euro di debito, oltre la quale la richiesta di ammissione alla rateazione deve essere accompagnata da una serie di documenti che attestano la difficoltà finanziaria del richiedente. Quindi oltre quella cifra per ottenere un piano di dilazione ordinario(fino 372 mensilità, ossia 6 anni) non basta la semplice domanda ad Equitalia.
Che cosa vuoi dire? Anche chi ha già un piano in corso e voglia accedere a un’ulteriore rateazione per una nuova cartella o un nuovo debito dovrà fare attenzione se il cumulo del nuovo importo con il vecchio non superi i 5omila euro e se va oltre dovrà documentare la sua difficoltà per ottenere la nuova dilazione.
Tra le novità introdotte dal Digs i59/2015c’è anche la chance consentita a chi è decaduto dopo il 22 ottobre 2013 e fino alla data di entrata in vigore del decreto di rientrare in un piano di rateazione. Una possibilità che, però, potrà essere sfruttata entro un termine prestabilito: la domanda va, infatti, presentata a Equitalia entro il prossimo 21 novembre. La riammissione riguarderà un piano della durata massima di 72 mensilità ed è richiesta un’estrema puntualità nei versamenti perché il mancato pagamento di due rate anche non consecutive, determina la decadenza automatica dal beneficio della rateazione. Su quale sia il bacino di questa finestra non esistono stime ufficiali. Però si può arrivare a stimarle anche in base all’importo delle decadenze. La relazione tecnica al Digs 159/2015 riporta il dato di 9 miliardi di euro relativo ai decaduti da piani di rateazione nel 2014. Anche se con un po’ di approssimazione i restanti 12 mesi interessati dalla riapertura (22 ottobre 2013-21 ottobre 2015) non dovrebbero discostarsi molto da quel dato. Di conseguenza, sottraendo i circa 3 miliardi di euro ritornati alla dilazione con la finestra chiusa lo scorso 31 luglio, si può arrivare a stimare in 15 miliardi il potenziale della riammissione.
Autore: Giovanni Parente
Fonte:
Il Sole 24 Ore
Tre milioni di rate concesse da Equitalia e in corso per un controvalore di oltre 33 miliardi di euro. Sette rateazioni su dieci riguardano importi non elevati, fino a 5mila euro. La riscossione passa sempre di più dalle dilazioni per consentire da un lato ai contribuenti di spalmare nel tempo i debiti con il fisco (e non solo) e dall’altro agli enti creditori di recuperare gli importi. Tanto è vero che anche nella relazione tecnica al decreto legislativo 159/2015 attuativo della delega fiscale emerge come gli incassi da rateazioni a fine anno saranno la metà (il 48,7%) del totale degli incassi da ruolo.
Per ora l’ultimo aggiornamento disponibile (fino al 30 settembre scorso) testimonia come circa due terzi delle dilazioni concesse si concentrino in appena sei regioni (Lombardia, Lazio, Campania, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna). Al di là della ripartizione territoriale che dipende anche dal numero dei contribuenti presenti sul territorio, bisogna considerare come la rateazione risponda all’esigenza di pianificare nel tempo il rientro da importi di piccolo valore. Se si guarda, infatti, al numero delle rate concesse, il 70,1% riguarda debiti fino a 5omila euro, il 27,2% importi nella fascia tra 5mila e 5omila euro e solo il 2,7% oltre i 5omila euro.
Anche perché sono soprattutto le persone fisiche ad aver accesso allo strumento (54%), seguite da ditte individuali (33%) e persone giuridiche(13%). Sulla stessa falsa riga le considerazioni sul numero di rate in cui si articola il piano di ammortamento che in prevalenza (35,3%) coprono appena un anno. Naturalmente, se si guarda dalla prospettiva degli importi rateizzati, i rapporti di forza sono diversi ma in questo caso è a pesare sono le somme rateizzate che però sono concentrate in un minor numero di soggetti. Questo lo scenario fino all’ingresso delle nuove regole sulla riscossione in generale sulle rateazioni in particolare: il provvedimento attuativo della delega è entrato in vigore il 22 ottobre e prevede, tra l’altro, una riduzione da 8 a 5 del numero dei pagamenti anche non consecutivi che si possono saltare ma allo stesso tempo la possibilità di rientrare a condizione di pagare le rate scadute. Tra le novità per i nuovi piani di rateazione c’è anche la lettura della soglia spartiacque dei 5omila euro di debito, oltre la quale la richiesta di ammissione alla rateazione deve essere accompagnata da una serie di documenti che attestano la difficoltà finanziaria del richiedente. Quindi oltre quella cifra per ottenere un piano di dilazione ordinario(fino 372 mensilità, ossia 6 anni) non basta la semplice domanda ad Equitalia.
Che cosa vuoi dire? Anche chi ha già un piano in corso e voglia accedere a un’ulteriore rateazione per una nuova cartella o un nuovo debito dovrà fare attenzione se il cumulo del nuovo importo con il vecchio non superi i 5omila euro e se va oltre dovrà documentare la sua difficoltà per ottenere la nuova dilazione.
Tra le novità introdotte dal Digs i59/2015c’è anche la chance consentita a chi è decaduto dopo il 22 ottobre 2013 e fino alla data di entrata in vigore del decreto di rientrare in un piano di rateazione. Una possibilità che, però, potrà essere sfruttata entro un termine prestabilito: la domanda va, infatti, presentata a Equitalia entro il prossimo 21 novembre. La riammissione riguarderà un piano della durata massima di 72 mensilità ed è richiesta un’estrema puntualità nei versamenti perché il mancato pagamento di due rate anche non consecutive, determina la decadenza automatica dal beneficio della rateazione. Su quale sia il bacino di questa finestra non esistono stime ufficiali. Però si può arrivare a stimarle anche in base all’importo delle decadenze. La relazione tecnica al Digs 159/2015 riporta il dato di 9 miliardi di euro relativo ai decaduti da piani di rateazione nel 2014. Anche se con un po’ di approssimazione i restanti 12 mesi interessati dalla riapertura (22 ottobre 2013-21 ottobre 2015) non dovrebbero discostarsi molto da quel dato. Di conseguenza, sottraendo i circa 3 miliardi di euro ritornati alla dilazione con la finestra chiusa lo scorso 31 luglio, si può arrivare a stimare in 15 miliardi il potenziale della riammissione.
Autore: Giovanni Parente
Fonte:
Il Sole 24 Ore