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La bad bank può nascere a fine anno

Si aprono spiragli tra ministero dell’Economia, Bankitalia, e Commissione Ue per la costruzione di una Bad bank che smaltisca la montagna di crediti deteriorati (Npl). E la soluzione passa da un veicolo a maggioranza dei privati: tra questi, secondo quanto ricostruito presso fonti di Via XX Settembre, un ruolo di primo piano potrebbe averlo Lone Star, società di investimento globale Usa da molto tempo attiva in Italia.

Lone Star potrebbe guidare una cordata di investitori che mette sul tavolo circa 3 miliardi. Una minoranza del veicolo potrebbe essere sottoscritta da istituzioni pubbliche, come la Sga, la società nata per il salvataggio del Banco di Napoli mentre il nuovo ad della Cdp, Fabio Gallia, è molto attivo sul dossier e partecipa alle riunioni che si stanno svolgendo al ministero.

C’è più ottimismo nel governo, il viceministro dell’Economia Enrico Morando, ritiene che “ci siano buone ragioni perché vada in porto nelle prossime settimane, entro la fine dell’anno, la trattativa con la Ue” sulla Bad bank italiana. “Quella che voi erroneamente chiamate bad bank non è una banca pubblica che acquista sofferenze ma una garanzia statale sul mercato dei crediti deteriorati tra operatori privati”.

Di qui la presenza del vertice della Cdp che potrebbe essere chiamata a fornire la garanzia statale sulla provvista per acquistare i crediti deteriorati a un tasso che potrebbe aggirarsi attorno all’8%.

Su questi livelli la direzione generale della concorrenza Ue non dovrebbe eccepire nulla quanto ad aiuti di Stato. Il governo “ha in corso un dibattito con la direzione generale della concorrenza” ha aggiunto Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Mef.

Va detto che il negoziato fra l’Italia e Bruxelles è in pieno svolgimento. “La difficoltà con l’Ue, che ipotizza ci siano aiuti di Stato, quindi una violazione delle regole europee, non si è conclusa, ma ritengo ci siano buone ragioni per arrivare in porto nelle prossime settimane, entro la fine dell’anno”, ha proseguito Morando. Lo Stato non acquisterebbe crediti deteriorati, ma fornirebbe solo una garanzia nella trattativa tra privati, banche e compratori di Npl”. Intanto la Bce “accoglie favorevolmente il decreto” con cui l’Italia ha recepito la direttiva europea sul risanamento e la risoluzione delle banche (bail in). Ma invita a considerare “se l’autorizzazione preventiva del Tesoro debba essere limitata” alle sole risoluzioni che hanno un “impatto diretto sulle finanze pubbliche o implicazioni sistemiche”.


Fonte:

Il Messagero

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