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Accelera il progetto bad bank, Mps e il Banco le maggiori beneficiarie

Il governo presenterà nel week end il progetto bad bank che dovrebbe prevedere la costituzione di un veicolo partecipato dallo Stato e da privati. Nei prossimi due giorni si terranno a Bruxelles delle riunioni decisive. Il Tesoro punta a ottenere un nulla osta per fornire garanzie alle banche che venderanno i crediti problematici; le istituzioni europee dovrebbero dire sì, imponendo però che le garanzie siano retribuite con tassi di mercato, in questo modo si evita che si possa parlare di aiuti di Stato.

Una volta ottenuto il via libera dall’Europa, l’attenzione si sposterà sul sistema di assegnazione di un prezzo ai singoli crediti morosi messi in vendita. Per le banche venditrici, complessivamente solide e con una buona dotazione in termini di patrimonio, potrebbe essere vantaggioso sbarazzarsi dei non performing loans, anche a costo di sopportare alcune perdite. Per alcune banche popolari ci sono anche le plusvalenze in arrivo dalla cessione di attivi, questi guadagni straordinari bilancerebbero parzialmente eventuali perdite da cessione sofferenze.

A differenza di quanto ipotizzato in precedenza la soluzione sarebbe realizzata a livello di settore e non di singola banca con il rilascio, caso per caso, di garanzie a fronte di cartolarizzazioni. Il veicolo acquisterebbe le sofferenze garantite a una valutazione determinata da un algoritmo che terrebbe conto di vari parametri, risultando in un prezzo superiore a quelli di mercato (10-15% del nominale) ma non tale da determinare il rischio di aiuti di Stato.

Il funding avverrebbe sul mercato e gli asset potrebbero essere rifinanziabili in Bce. “Il closing del progetto, insieme con il consolidamento, è un catalyst per un ulteriore re-rating del settore bancario italiano che tratta a un multiplo prezzo/tangible equity di 0,95 volte anche se restano da verificare eventuali limiti legati all’impatto sul CET1 (12%, ndr) di cessioni di portafogli”, commentano stamani gli analisti di Equita.

La sensibilità del rote (7-8% nel 2016-2017) è di circa 1pp per ogni 10bps di minor costo del rischio con un impatto positivo sulla valutazione di una banca di circa l’8-9%: nel migliore dei casi possibili una riduzione fino a 15-20bps (82-75bps nel 2016-2017).

Naturalmente le banche che beneficerebbero maggiormente di un progetto di bad-bank sono quelle con un’esposizione più elevata alle sofferenze garantite, quindi Banca Monte dei Paschi di Siena (+3,42% a 1,877 euro stamani in borsa) e il Banco Popolare (+3% a 15,45 euro) che dovrebbero, secondo gli analisti di Equita, avere un beneficio due volte superiore alla media del sistema.

Tra l’altro, le banche italiane sarebbero uscite nel complesso bene dal test sul capitale. La Bce avrebbe in media leggermente alzato il livello di capitale richiesto. La maggior parte delle quindici banche sarebbe in classe 3 (la scala va da 1, ottimo, a 5, corrispondente a failing or likely to fail), livello medio dove si colloca gran parte delle banche europee e sufficiente a evitare nuove ricapitalizzazioni.

Da quanto si apprende Intesa San Paolo (+2,36% a 3,214 euro) sarebbe in classe 2. Tre-quattro banche sarebbero in classe 4, tra cui la Popolare di Vicenza e Veneto Banca che però hanno già annunciato piani di ricapitalizzazione. Le altre, una/due che sono in classe 4, sono sotto stretta sorveglianza, ma hanno appena chiuso la ricapitalizzazione e non dovrebbero essere soggette a nuove operazioni.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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