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Banche, l’Italia s’è desta

Negli ultimi mesi c’è stato un cambio di passo nel governo in materia bancaria. L’esecutivo ha studiato e poi varato misure per il recupero più rapido dei crediti e la deducibilità delle perdite sui prestiti in un anno (come nei maggiori Paesi Ue) invece di cinque. Sarebbe tuttavia sbagliato considerare i provvedimenti come un regalo alle banche.

Si tratta di interventi che faciliteranno il funzionamento di un mercato delle sofferenze e, di conseguenza, la ripresa del credito. Fondi e operatori specializzati saranno disposti a pagare prezzi più alti per i crediti dubbi, avvicinandosi così alle valutazioni delle banche venditrici, che avranno più occasioni per cedere attivi deteriorati e maggiori risorse da impiegare in nuovi finanziamenti. Gli analisti stimano che una riduzione dei procedimenti di recupero dei crediti da 7 a 6 anni ridurrebbe il divario tra i prezzi di domanda e offerta (bid/ask) del 12%; se la riduzione fosse da 7 a 4 anni il divario scenderebbe del 38%, mentre da 7 a un anno sarebbe dell’83%. Questi numeri fanno capire che le misure del governo potranno anche aumentare l’efficacia di una eventuale bad bank, se si riuscirà a trovare una soluzione in linea con le norme sugli aiuti di Stato Ue.


Autore: Francesco Ninfole
Fonte:

Milano Finanza

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