Sulle banche dell’Eurozona pesano crediti deteriorati per 879 miliardi di euro, un valore pari al 9% del pil dell’area. Ma come spesso accade in Europa c’e’ una forte eterogeneita’ dei dati a seconda dei Paesi.
In termini percentuali, scrive MF, le esposizioni dubbie delle banche italiane superano il 20% del totale. Valori piu’ alti si osservano soltanto per gli istituti ciprioti, greci, irlandesi, sloveni e portoghesi. Anche i gruppi spagnoli hanno crediti deteriorati inferiori, attorno al 15%, mentre quelli tedeschi e francesi sono attorno al 5%.
Dai dati pubblicati ieri dalla Bce sulle non-performing exposures (secondo la definizione armonizzata Eba utilizzata nell’Aqr su dati a fine 2013), emerge per l’Italia un fardello che ostacola la ripresa piu’ che negli altri Paesi (alcuni non hanno vissuto una recessione come quella italiana; altri hanno gia’ varato misure di smobilizzo come bad bank).
Fonte:
Milano Finanza
Sulle banche dell’Eurozona pesano crediti deteriorati per 879 miliardi di euro, un valore pari al 9% del pil dell’area. Ma come spesso accade in Europa c’e’ una forte eterogeneita’ dei dati a seconda dei Paesi.
In termini percentuali, scrive MF, le esposizioni dubbie delle banche italiane superano il 20% del totale. Valori piu’ alti si osservano soltanto per gli istituti ciprioti, greci, irlandesi, sloveni e portoghesi. Anche i gruppi spagnoli hanno crediti deteriorati inferiori, attorno al 15%, mentre quelli tedeschi e francesi sono attorno al 5%.
Dai dati pubblicati ieri dalla Bce sulle non-performing exposures (secondo la definizione armonizzata Eba utilizzata nell’Aqr su dati a fine 2013), emerge per l’Italia un fardello che ostacola la ripresa piu’ che negli altri Paesi (alcuni non hanno vissuto una recessione come quella italiana; altri hanno gia’ varato misure di smobilizzo come bad bank).
Fonte:
Milano Finanza