Una ricerca dellUfficio studi della Confartigianato che ha incrociato gli ultimi dati provenienti da Istat ed Eurostat mostra nel dettaglio, vedi grafico, i paradossi della disoccupazione italiana. La notizia è stata trattata come inedita dalla Stampa che ha potuto pubblicare i primi dati ufficiali, lItalia risulta divisa tra zone virtuose e non. Quasi imbarazzanti i confronti tra le aree del Nord e quelle del Sud, la ricerca mostra le affinità dei tassi di disoccupazione con il resto dellEuropa.
Osservando i tassi medi di disoccupazione nel confronto tra Regioni Italiane e Paesi dellUe si può osservare come lItalia, barre in rosso, abbia raggiunto grazie alla provincia di Bolzano la vetta della classifica, in parole semplici: se la provincia di Bolzano fosse uno Stato sarebbe quello con la disoccupazione più bassa, solo il 4.4% nel 2014 un dato persino inferiore al 5% della Germania. Il Nord Est tiene alta la classifica generale con Veneto ad una disoccupazione del 7.4% come lOlanda e il Friuli Venezia Giulia che col suo 8% si colloca appena sotto la Svezia. Interessanti anche i dati di Lombardia ed Emilia Romagna che si collocano in posizioni migliori del Belgio, Finlandia, Polonia e che assieme a Marche e Toscana superano la Francia. Mentre Piemonte e Liguria riescono a battere Irlanda, Slovacchia e Croazia.
Laltra faccia della medaglia però è rappresentata dalla coda della classifica pur sempre tutta italiana, le nostre regioni meridionali superano la soglia del 20% di disoccupazione collocandosi appena sopra la catastrofica situazione di Spagna e Grecia, rispettivamente con tassi di disoccupazioni medi al 24,5% e 26,5%.
LItalia risulta divisa a metà da un lato aree settentrionali in cui vi sono tassi di disoccupazione da far invidia anche alla Germania e allAustria, vedasi Verona: 4.9% e Cuneo 5.3%, dallaltra condizioni di mercato peggiori a quelle della Grecia come a Crotone col tasso di disoccupazione al 27.2 e Cosenza al 27.8%
Dal 2012 il divario Nord/Sud si è ulteriormente aggravato: nello specifico tra il 2008 e il 2012 si è registrato un calo delloccupazione in entrambe le aree del Paese. Nel complesso due cicli ravvicinati di recessione hanno ridotto gli occupati nel Mezzogiorno di 520.000 unità oltre due volte e mezzo il calo di 193.000 unità (-1,2%) registrato nel Centro Nord. Il 2014 ha comunque fatto registrare un miglioramento complessivo: il Centro Nord ha invertito il segno passando dal -0,6% del 2013 a +0,7% e il Mezzogiorno è passato dal -4% al -1 %. La crescita più intensa si è registrata nel Lazio (+3,4%), quindi in Basilicata e il Molise (+2,1) e nelle Marche (+1,6). Allopposto le maggiori criticità hanno riguardato Abruzzo (-2), Puglia (-1,3) e Campania (-1,2%).
Uninfografica che presenta nel dettaglio un Italia divisa dunque in zone paradisiache, in cui il problema disoccupazione pare non emergere, e zone catastrofiche, in cui per i giovani crearsi un futuro diviene sempre più difficile.
Dopo la diffusione di questi dati cosa potrebbe accadere? I giovani decideranno in massa di espatriare allestero verso le aree lavorativamente più benestanti dellUe come Germania, Austria e Malta o si accontenterebbero di dirigersi verso Bolzano , Verona e Cuneo?
Una ricerca in questa direzione potrebbe certamente fornire spunti interessanti, chissà quanti giovani sarebbero realmente disposti a partire pur di trovare lavoro.
Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village
Una ricerca dellUfficio studi della Confartigianato che ha incrociato gli ultimi dati provenienti da Istat ed Eurostat mostra nel dettaglio, vedi grafico, i paradossi della disoccupazione italiana. La notizia è stata trattata come inedita dalla Stampa che ha potuto pubblicare i primi dati ufficiali, lItalia risulta divisa tra zone virtuose e non. Quasi imbarazzanti i confronti tra le aree del Nord e quelle del Sud, la ricerca mostra le affinità dei tassi di disoccupazione con il resto dellEuropa.
Osservando i tassi medi di disoccupazione nel confronto tra Regioni Italiane e Paesi dellUe si può osservare come lItalia, barre in rosso, abbia raggiunto grazie alla provincia di Bolzano la vetta della classifica, in parole semplici: se la provincia di Bolzano fosse uno Stato sarebbe quello con la disoccupazione più bassa, solo il 4.4% nel 2014 un dato persino inferiore al 5% della Germania. Il Nord Est tiene alta la classifica generale con Veneto ad una disoccupazione del 7.4% come lOlanda e il Friuli Venezia Giulia che col suo 8% si colloca appena sotto la Svezia. Interessanti anche i dati di Lombardia ed Emilia Romagna che si collocano in posizioni migliori del Belgio, Finlandia, Polonia e che assieme a Marche e Toscana superano la Francia. Mentre Piemonte e Liguria riescono a battere Irlanda, Slovacchia e Croazia.
Laltra faccia della medaglia però è rappresentata dalla coda della classifica pur sempre tutta italiana, le nostre regioni meridionali superano la soglia del 20% di disoccupazione collocandosi appena sopra la catastrofica situazione di Spagna e Grecia, rispettivamente con tassi di disoccupazioni medi al 24,5% e 26,5%.
LItalia risulta divisa a metà da un lato aree settentrionali in cui vi sono tassi di disoccupazione da far invidia anche alla Germania e allAustria, vedasi Verona: 4.9% e Cuneo 5.3%, dallaltra condizioni di mercato peggiori a quelle della Grecia come a Crotone col tasso di disoccupazione al 27.2 e Cosenza al 27.8%
Dal 2012 il divario Nord/Sud si è ulteriormente aggravato: nello specifico tra il 2008 e il 2012 si è registrato un calo delloccupazione in entrambe le aree del Paese. Nel complesso due cicli ravvicinati di recessione hanno ridotto gli occupati nel Mezzogiorno di 520.000 unità oltre due volte e mezzo il calo di 193.000 unità (-1,2%) registrato nel Centro Nord. Il 2014 ha comunque fatto registrare un miglioramento complessivo: il Centro Nord ha invertito il segno passando dal -0,6% del 2013 a +0,7% e il Mezzogiorno è passato dal -4% al -1 %. La crescita più intensa si è registrata nel Lazio (+3,4%), quindi in Basilicata e il Molise (+2,1) e nelle Marche (+1,6). Allopposto le maggiori criticità hanno riguardato Abruzzo (-2), Puglia (-1,3) e Campania (-1,2%).
Uninfografica che presenta nel dettaglio un Italia divisa dunque in zone paradisiache, in cui il problema disoccupazione pare non emergere, e zone catastrofiche, in cui per i giovani crearsi un futuro diviene sempre più difficile.
Dopo la diffusione di questi dati cosa potrebbe accadere? I giovani decideranno in massa di espatriare allestero verso le aree lavorativamente più benestanti dellUe come Germania, Austria e Malta o si accontenterebbero di dirigersi verso Bolzano , Verona e Cuneo?
Una ricerca in questa direzione potrebbe certamente fornire spunti interessanti, chissà quanti giovani sarebbero realmente disposti a partire pur di trovare lavoro.
Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village