Bene le nuove erogazioni di credito, ma continua il problema delle sofferenze. E’ quanto emerge da un’analisi di Confcommercio in cui si sottolinea comunque che sul credito la situazione resta difficile. “Le stime dell’Abi per il mese di marzo”, spiega l’associazione, “evidenziano i primi effetti positivi delle politiche monetarie della Bce. Le nuove erogazioni di prestiti crescono sensibilmente”.
Tuttavia, nello stock di crediti erogati a famiglie e imprese, sia dai dati di febbraio che dalle stime di marzo, appaiono ancora segnali di riduzione. Rispetto al massimo storico di giugno 2011 mancano oltre 100 miliardi di euro di prestiti (1.409 miliardi a marzo 2015 contro i 1.513,6 miliardi di giugno 2011). Considerando, inoltre, l’effetto dell’aumento dei prezzi, il potere d’acquisto del complesso dei prestiti a famiglie e imprese è, oggi, ancora inferiore ai livelli di fine del 2007.
In termini congiunturali a febbraio “le consistenze si riducono sia per le imprese sia per le famiglie, compresi i mutui. Anche in termini tendenziali la riduzione è generalizzata. I dati degli ultimi mesi evidenziano che il trend di riduzione delle consistenze si è comunque arrestato. Per il mese di marzo la stima dell’Abi indica una moderata ripresa rispetto al mese di febbraio e questa, se confermata, è l’indicazione più favorevole per leggere una trasmissione degli impulsi monetari all’economia reale, dalla quale dipende l’effettivo successo delle operazioni di quantitative easing”.
Resta, prosegue Confcommercio, il problema dei crediti in sofferenza che limita il pieno funzionamento dell’erogazione del credito all’economia. Il miglioramento delle condizioni economiche reali e finanziarie “non rende meno necessaria e urgente la costituzione di un veicolo speciale di gestione dei crediti in sofferenza, proprio al fine di irrobustire i segnali di ripresa che si stanno manifestando”.
Fonte:
Milano Finanza
Bene le nuove erogazioni di credito, ma continua il problema delle sofferenze. E’ quanto emerge da un’analisi di Confcommercio in cui si sottolinea comunque che sul credito la situazione resta difficile. “Le stime dell’Abi per il mese di marzo”, spiega l’associazione, “evidenziano i primi effetti positivi delle politiche monetarie della Bce. Le nuove erogazioni di prestiti crescono sensibilmente”.
Tuttavia, nello stock di crediti erogati a famiglie e imprese, sia dai dati di febbraio che dalle stime di marzo, appaiono ancora segnali di riduzione. Rispetto al massimo storico di giugno 2011 mancano oltre 100 miliardi di euro di prestiti (1.409 miliardi a marzo 2015 contro i 1.513,6 miliardi di giugno 2011). Considerando, inoltre, l’effetto dell’aumento dei prezzi, il potere d’acquisto del complesso dei prestiti a famiglie e imprese è, oggi, ancora inferiore ai livelli di fine del 2007.
In termini congiunturali a febbraio “le consistenze si riducono sia per le imprese sia per le famiglie, compresi i mutui. Anche in termini tendenziali la riduzione è generalizzata. I dati degli ultimi mesi evidenziano che il trend di riduzione delle consistenze si è comunque arrestato. Per il mese di marzo la stima dell’Abi indica una moderata ripresa rispetto al mese di febbraio e questa, se confermata, è l’indicazione più favorevole per leggere una trasmissione degli impulsi monetari all’economia reale, dalla quale dipende l’effettivo successo delle operazioni di quantitative easing”.
Resta, prosegue Confcommercio, il problema dei crediti in sofferenza che limita il pieno funzionamento dell’erogazione del credito all’economia. Il miglioramento delle condizioni economiche reali e finanziarie “non rende meno necessaria e urgente la costituzione di un veicolo speciale di gestione dei crediti in sofferenza, proprio al fine di irrobustire i segnali di ripresa che si stanno manifestando”.
Fonte:
Milano Finanza