E’ un segno della crisi, che mette in ginocchio un numero crescente di imprese e famiglie. Sempre più beni vengono pignorati e finiscono allasta, anche se al boom dellofferta non corrisponde una crescita della domanda, penalizzata dagli stessi problemi, nonché da quotazioni (almeno sul fronte immobiliare) non più attuali.
Tribunali ingolfati. I dati curati dalla Direzione generale di Statistica, che fa capo al ministero della Giustizia, arrivano al consuntivo 2013. Lanno (guardando ai provvedimenti attuati) si è chiuso con vendite giudiziarie di beni immobili per 12.984 unità, con un balzo del 16,9% nel confronto annuale. Mentre le assegnazioni sono crollate del 42,5%, attestandosi a quota 1.599. Insomma, le aste aumentano, ma gli acquisti si muovono in direzione opposta. Non esistono statistiche ufficiali più aggiornate, dati i tempi lunghi necessari per raccogliere tutti i dati a livello nazionale e sistematizzarli, ma la sensazione è che negli ultimi 15 mesi la situazione sia anche peggiorata.
I cancellieri raccontano di aste (soprattutto quelle immobiliari) che finiscono quasi sempre deserte, anche perché i prezzi fissati tre o quattro anni fa ormai non corrispondono più ai valori di mercato. Senza considerare che i lunghi periodi trascorsi hanno spesso ridotto i locali in condizioni pessime. Così non resta che istruire una nuova asta ribassando il prezzo di partenza, pur nella consapevolezza che questo accumularsi di procedure non fa che allungare i tempi.
A Bologna gli immobili pignorati sono passati da 500-600 annui a oltre mille nel giro di un lustro, con l80% di abitazioni private appartenute a persone che hanno perso la casa perché non riuscivano più a pagare il mutuo alla banca. A questi casi vanno aggiunti i fallimenti delle imprese di costruzioni, con tanto di debiti e opere lasciate a metà. Nel Ragusano, segnala il movimento dei Forconi, sono previste oltre mille aste nei prossimi due mesi, dati che un tempo si vedevano solo nellarco di un semestre, se non oltre.
A Bergamo il 2014 si è chiuso con 1.700 pignoramenti presso il Tribunale, il 6,45% in più rispetto allanno precedente, e di pari passo è cresciuto il numero dei procedimenti pendenti a causa dellinvenduto.
Investitori internazionali a caccia di affari. Anche sul fronte mobiliare, la tendenza è al rialzo. «I fallimenti sono passati da 9.300 nel 2009 a 15.600 lo scorso anno», ricorda Paolo Fancoli, presidente di AstExpo. «I prodotti più battuti hanno a che fare con ledilizia, come attrezzature e macchinari per il movimento terra, e con il dolciario, due settori in forte sofferenza negli ultimi anni».
Qual è il profilo degli acquirenti? «Arrivano soprattutto dallestero (tutti gli annunci sono pubblicati in sei lingue, ndr), soprattutto dallEst Europa e dai Balcani: in genere si tratta di aziende concorrenti che cercano laffare». Quanto al prezzo di assegnazione, Fancoli ricorda che «in media si arriva alla metà del valore del bene». AstExpo evita le aste al ribasso: «Puntiamo a creare la massima competizione tra gli interessi, puntando su una vasta pubblicità dei prodotti e sulla rapidità di esecuzione, per evitare il deperimento dei beni», aggiunge Fancoli.
Autore: Luigi dell’Olio
Fonte:
Italia Oggi
E’ un segno della crisi, che mette in ginocchio un numero crescente di imprese e famiglie. Sempre più beni vengono pignorati e finiscono allasta, anche se al boom dellofferta non corrisponde una crescita della domanda, penalizzata dagli stessi problemi, nonché da quotazioni (almeno sul fronte immobiliare) non più attuali.
Tribunali ingolfati. I dati curati dalla Direzione generale di Statistica, che fa capo al ministero della Giustizia, arrivano al consuntivo 2013. Lanno (guardando ai provvedimenti attuati) si è chiuso con vendite giudiziarie di beni immobili per 12.984 unità, con un balzo del 16,9% nel confronto annuale. Mentre le assegnazioni sono crollate del 42,5%, attestandosi a quota 1.599. Insomma, le aste aumentano, ma gli acquisti si muovono in direzione opposta. Non esistono statistiche ufficiali più aggiornate, dati i tempi lunghi necessari per raccogliere tutti i dati a livello nazionale e sistematizzarli, ma la sensazione è che negli ultimi 15 mesi la situazione sia anche peggiorata.
I cancellieri raccontano di aste (soprattutto quelle immobiliari) che finiscono quasi sempre deserte, anche perché i prezzi fissati tre o quattro anni fa ormai non corrispondono più ai valori di mercato. Senza considerare che i lunghi periodi trascorsi hanno spesso ridotto i locali in condizioni pessime. Così non resta che istruire una nuova asta ribassando il prezzo di partenza, pur nella consapevolezza che questo accumularsi di procedure non fa che allungare i tempi.
A Bologna gli immobili pignorati sono passati da 500-600 annui a oltre mille nel giro di un lustro, con l80% di abitazioni private appartenute a persone che hanno perso la casa perché non riuscivano più a pagare il mutuo alla banca. A questi casi vanno aggiunti i fallimenti delle imprese di costruzioni, con tanto di debiti e opere lasciate a metà. Nel Ragusano, segnala il movimento dei Forconi, sono previste oltre mille aste nei prossimi due mesi, dati che un tempo si vedevano solo nellarco di un semestre, se non oltre.
A Bergamo il 2014 si è chiuso con 1.700 pignoramenti presso il Tribunale, il 6,45% in più rispetto allanno precedente, e di pari passo è cresciuto il numero dei procedimenti pendenti a causa dellinvenduto.
Investitori internazionali a caccia di affari. Anche sul fronte mobiliare, la tendenza è al rialzo. «I fallimenti sono passati da 9.300 nel 2009 a 15.600 lo scorso anno», ricorda Paolo Fancoli, presidente di AstExpo. «I prodotti più battuti hanno a che fare con ledilizia, come attrezzature e macchinari per il movimento terra, e con il dolciario, due settori in forte sofferenza negli ultimi anni».
Qual è il profilo degli acquirenti? «Arrivano soprattutto dallestero (tutti gli annunci sono pubblicati in sei lingue, ndr), soprattutto dallEst Europa e dai Balcani: in genere si tratta di aziende concorrenti che cercano laffare». Quanto al prezzo di assegnazione, Fancoli ricorda che «in media si arriva alla metà del valore del bene». AstExpo evita le aste al ribasso: «Puntiamo a creare la massima competizione tra gli interessi, puntando su una vasta pubblicità dei prodotti e sulla rapidità di esecuzione, per evitare il deperimento dei beni», aggiunge Fancoli.
Autore: Luigi dell’Olio
Fonte:
Italia Oggi