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Abi/Cerved, scendono le nuove sofferenze sui crediti

Il numero di nuovi prestiti in sofferenza tra quelli concessi dalle banche alle imprese italiane ha iniziato a scendere dal picco registrato nel terzo trimestre del 2013 (3,7%): alla fine di quest’anno sarà sotto il 3,5% e alla fine del 2016 sfonderà il 3%.

E’ la previsione contenuta in un nuovo rapporto curato dall’Abi in collaborazione con il Cerved,  rapporto che stima il tasso d’ingresso in sofferenza in base al numero e non al valore dei prestiti concessi e si basa sulle stime del pil formulate a dicembre dall’Abi (+0,6% quest’anno e +1,1% nel 2016) che saranno a breve riviste, con ogni probabilità al rialzo.

Il rapporto scatta una fotografia nuova, quella della dimensione delle imprese che entrano in una situazione di default del credito nei rapporti con le banche. La previsione di un calo, hanno spiegato gli economisti di Abi e Cerved,  non deve far dimenticare che il 3% è il doppio rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi, e che la media storica, a partire dal 1990, è del 2,3-2,4%.

Con i dati a disposizione, Abi e Cerved hanno previsto che il miglioramento del tasso di ingresso in sofferenza quest’anno e il prossimo riguarderà tutte e quattro le fasce dimensionali di impresa (micro, piccole, medie e grandi) anche se il prossimo anno il differenziale di rischio tra imprese grandi e piccole sarà superiore a quello pre-crisi. La profonda recessione dell’economia italiana, infatti, ha colpito con maggiore durezza le più piccole.

Il miglioramento della situazione, in ogni caso, consentirà di osservare una convergenza del tasso di ingresso in sofferenza tra imprese di tutte le dimensioni. Dal rapporto si confermano per le microimprese (meno di 10 addetti e giro d’affari sotto i 2 milioni) tassi di ingresso in sofferenza doppi rispetto alle maggiori (oltre i 50milioni di fatturato) con un’eccezione: il settore delle costruzioni. Per le grandi imprese edili, infatti, i crediti finiti in sofferenza sono aumentati in misura maggiore rispetto alle imprese di costruzioni medie, piccole e micro.

Si ricorda che, in base ai dati di Banca d’Italia, alla fine del 2014 lo stock di sofferenze lorde ha raggiunto la cifra record di 183,7 miliardi, pari al 9,6% del totale dei crediti alla clientela, valore più che quadruplicato rispetto ai circa 43 miliardi di fine 2008. La parte più rilevante delle sofferenze, sia in termini assoluti sia in relazione ai prestiti erogati, riguarda le società non finanziarie, che alla fine dello scorso anno hanno accumulato 130,8 miliardi di sofferenze lorde, il 16,2% rispetto allo stock in valore dei crediti concessi (808,4 miliardi).

Tanto che il governo e la Banca d’Italia stanno studiando soluzioni di sistema, soprattutto per gli istituti che non hanno ancora avviato iniziative al loro interno, che permettano alle banche di far emergere e far uscire dai loro bilanci i crediti deteriorati.


Fonte:

Milano Finanza

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