Dallultimo aggiornamento prodotto da Crif , nei primi sei mesi del 2014 la rischiosità delle famiglie si è stabilizzata , facendo segnalare anche un lieve rientro a settembre, che ha portato il tasso di default (ossia lindice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi nei pagamenti di 6 o più rate nel corso dellultimo anno di rilevazione) al 2,4% sul complessivo credito al dettaglio.
La nota insita nel rapporto Crif spiega come questo andamento positivo non sia il riflesso di una migliore condizione economica, visto il tasso di disoccupazione ancora crescente e la debole dinamica dei redditi delle famiglie. Il merito deve piuttosto essere attribuito allEuribor prossimo a zero che ha favorito i prestiti mantenendo un tasso di interesse molto basso. Questo ha permesso, infatti, di mantenere a livelli contenuti la vulnerabilità delle famiglie indebitate, alleggerendo il peso delle rate sul reddito disponibile.
Altro fattore che ha inciso moltissimo sulla dinamica dei flussi di credito erogato è stato il calo della domanda delle famiglie, sempre più prudenti e meno inclini ad avviare nuovi finanziamenti nellanno appena trascorso. Questo atteggiamento di attesa di un momento migliore per accedere al credito e di ponderatezza ha certamente avuto un forte impatto sulla propensione allindebitamento .
Al contempo vanno segnalate le migliori condizioni dellofferta rispetto al recente passato anche grazie ad un maggiore liquidità degli istituti di credito che ha inciso sul costo del funding.
Scendendo ancora più nel dettaglio micro si possono osservare andamenti interessanti sul rischio di credito in base alletà, lo studio pone proprio lattenzione su alcune dinamiche di rilievo che stanno interessando gli under 34.
Cosa è emerso sugli under 34 e quali conseguenze sta avendo nel mercato del credito?
Crif mette in evidenza come nei prestiti permanga un gap di rischiosità tra i giovani e le restanti classi, mentre risulta interessante landamento degli under 34 rispetto ai mutui, dove si evince un percorso di contrazione rispetto al picco massimo del 2010, quando erano la categoria con il rischio maggiore. Oggi non solo si allineano alle altre fasce di popolazione, ma addirittura, anche se per pochi decimali risultano la classe meno rischiosa (vedi ALLEGATO 1).
La domanda di finanziamento delle nuove generazioni è dunque divenuta maggiormente consapevole e la qualità della domanda per i giovani risulta migliorata sia per i prestiti quanto per il credito al consumo, riflettendo di fatto una maggiore sostenibilità finanziaria degli impegni contratti.
Gli operatori del settore si sono accorti di questo cambiamento e di questa prudenza ed hanno via via erogato quote maggiori alla clientela fino ai 30 anni detà. Le quote dei flussi, evidenzia Crif, sono ancora esigue, ma la dinamica positiva è certamente un forte segnale di fiducia verso questa categoria di soggetti, da sempre, invece, marchiata come a rischio ed inaffidabile (i giovani sono purtroppo coloro che più di tutti hanno risentito della lunga crisi economica che ha causato inoccupazione o precarietà lavorativa).
I modelli di business degli operatori stanno perciò lentamente cambiando a favore dei giovani sia nei mutui che nel credito al consumo (vedi ALLEGATO 2).
La crescente attenzione e disponibilità da parte degli Istituti fornisce una risposta concreta alla crescente domanda di credito da parte dei più giovani. Per quanto concerne i mutui immobiliari nel corso del 2014, infatti, i richiedenti di età inferiore ai 34 anni hanno presentato il 30% del totale delle richieste, mentre per i prestiti la quota di popolazione under 34 ha rappresentato il 22,5% del totale, con un picco del 24,6% per i prestiti finalizzati.
Chiudiamo con un commento di Daniela Bastianelli, Senior Analyst di CRIF «Nonostante un quadro macroeconomico non favorevole ai giovani, che continuano ad avere grandi difficoltà sul mercato del lavoro, le scelte di portafoglio degli istituti di credito mostrano una maggiore considerazione per questa fascia di clientela che rappresenta comunque un importante bacino per lo sviluppo del credito alle famiglie» .
Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village
Dallultimo aggiornamento prodotto da Crif , nei primi sei mesi del 2014 la rischiosità delle famiglie si è stabilizzata , facendo segnalare anche un lieve rientro a settembre, che ha portato il tasso di default (ossia lindice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi nei pagamenti di 6 o più rate nel corso dellultimo anno di rilevazione) al 2,4% sul complessivo credito al dettaglio.
La nota insita nel rapporto Crif spiega come questo andamento positivo non sia il riflesso di una migliore condizione economica, visto il tasso di disoccupazione ancora crescente e la debole dinamica dei redditi delle famiglie. Il merito deve piuttosto essere attribuito allEuribor prossimo a zero che ha favorito i prestiti mantenendo un tasso di interesse molto basso. Questo ha permesso, infatti, di mantenere a livelli contenuti la vulnerabilità delle famiglie indebitate, alleggerendo il peso delle rate sul reddito disponibile.
Altro fattore che ha inciso moltissimo sulla dinamica dei flussi di credito erogato è stato il calo della domanda delle famiglie, sempre più prudenti e meno inclini ad avviare nuovi finanziamenti nellanno appena trascorso. Questo atteggiamento di attesa di un momento migliore per accedere al credito e di ponderatezza ha certamente avuto un forte impatto sulla propensione allindebitamento .
Al contempo vanno segnalate le migliori condizioni dellofferta rispetto al recente passato anche grazie ad un maggiore liquidità degli istituti di credito che ha inciso sul costo del funding.
Scendendo ancora più nel dettaglio micro si possono osservare andamenti interessanti sul rischio di credito in base alletà, lo studio pone proprio lattenzione su alcune dinamiche di rilievo che stanno interessando gli under 34.
Cosa è emerso sugli under 34 e quali conseguenze sta avendo nel mercato del credito?
Crif mette in evidenza come nei prestiti permanga un gap di rischiosità tra i giovani e le restanti classi, mentre risulta interessante landamento degli under 34 rispetto ai mutui, dove si evince un percorso di contrazione rispetto al picco massimo del 2010, quando erano la categoria con il rischio maggiore. Oggi non solo si allineano alle altre fasce di popolazione, ma addirittura, anche se per pochi decimali risultano la classe meno rischiosa (vedi ALLEGATO 1).
La domanda di finanziamento delle nuove generazioni è dunque divenuta maggiormente consapevole e la qualità della domanda per i giovani risulta migliorata sia per i prestiti quanto per il credito al consumo, riflettendo di fatto una maggiore sostenibilità finanziaria degli impegni contratti.
Gli operatori del settore si sono accorti di questo cambiamento e di questa prudenza ed hanno via via erogato quote maggiori alla clientela fino ai 30 anni detà. Le quote dei flussi, evidenzia Crif, sono ancora esigue, ma la dinamica positiva è certamente un forte segnale di fiducia verso questa categoria di soggetti, da sempre, invece, marchiata come a rischio ed inaffidabile (i giovani sono purtroppo coloro che più di tutti hanno risentito della lunga crisi economica che ha causato inoccupazione o precarietà lavorativa).
I modelli di business degli operatori stanno perciò lentamente cambiando a favore dei giovani sia nei mutui che nel credito al consumo (vedi ALLEGATO 2).
La crescente attenzione e disponibilità da parte degli Istituti fornisce una risposta concreta alla crescente domanda di credito da parte dei più giovani. Per quanto concerne i mutui immobiliari nel corso del 2014, infatti, i richiedenti di età inferiore ai 34 anni hanno presentato il 30% del totale delle richieste, mentre per i prestiti la quota di popolazione under 34 ha rappresentato il 22,5% del totale, con un picco del 24,6% per i prestiti finalizzati.
Chiudiamo con un commento di Daniela Bastianelli, Senior Analyst di CRIF «Nonostante un quadro macroeconomico non favorevole ai giovani, che continuano ad avere grandi difficoltà sul mercato del lavoro, le scelte di portafoglio degli istituti di credito mostrano una maggiore considerazione per questa fascia di clientela che rappresenta comunque un importante bacino per lo sviluppo del credito alle famiglie» .
Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village