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Equitalia, aperto il dossier riforma

Equitalia cambia pelle. La tanto invocata riforma della società, che riscuote per lo Stato tributi, contributi e sanzioni, sembra essere in dirittura d’arrivo. Il veicolo sarà la delega fiscale, con i decreti ad hoc che dovrebbero essere pronti, nelle speranze dell’esecutivo, già entro la fine di marzo, quando peraltro la delega dovrebbe scadere. Il condizionale è d’obbligo, perché visto il corposo numero di provvedimenti che ancora mancano all’appello, è stato lo stesso Parlamento a sollecitare una proroga. Due proposte di legge sono state presentate alla Camera ma, secondo indiscrezioni, lo slittamento dei termini a fine anno potrebbe anche essere affidato a un emendamento da presentare al decreto sulFImu agricola, in conversione al Senato (il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per mercoledì prossimo).

Restando al calendario, per ora di certo c’è che la riforma di Equitalia non farà in tempo ad approdare nel corposo consiglio dei ministri del prossimo 20 febbraio, nel quale invece dovrebbero essere esaminati diversi decreti delegati, da quello sulla certezza del diritto (con la revisione sulla soglia del 3%), al fisco internazionale, al catasto, alla fatturazione elettronica. Ma questo non significa che l’esecutivo abbia messo da parte il dossier riscossione, a partire dal nodo di quella locale. Con la legge di Stabilità, infatti, si è prorogato fino a giugno prossimo l’affidamento a Equitalia, ma questo regime transitorio, che va avanti di proroga in proroga dal 2012, dovrebbe ora cessare per lasciare spazio a una gestione diretta da parte dei Comuni. La questione, però, è delicata, perché dopo i primi entusiasmi gli enti avrebbero assunto una posizione più cauta. Il confronto con l’esecutivo, ma anche con l’Agenzia delle Entrate e la stessa Equitalia, è però in corso da tempo e dovrebbe essere ormai alle battute finali. «L’obiettivo è condiviso e l’urgenza è avvertita da tutti i soggetti coinvolti nel confronto, che ha anche prodotto una proposta in via di definizione», dice a MF-Milano Finanza Veronica Nicotra, segretario generale dell’Anci. In particolare i Comuni chiederanno il mantenimento di un presidio pubblico, pur nell’ambito della revisione del sistema, a partire dai soggetti che si dedicheranno alla riscossione.

Tutto nel quadro anche di una revisione dei meccanismi informativi, con occhio all’integrazione delle banche dati anche a livello locale. Insomma, i Comuni stanno ultimando la loro proposta e, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il governo la attende per chiudere la questione. Gli altri aspetti della riorganizza zione di Equitalia, infatti, dopo le novità introdotte con il decreto del Fare (impignorabilità della prima casa, rateizzazione in dieci anni, la possibilità di saltare otto rate senza perdere il beneficio) sono avvertite come meno pressanti. Il che non significa che tutto rimarrà com’è, anzi. In ballo c’è, oltre che la definizione di una procedura ad hoc per la riscossione delle piccole somme, anche una possibile modifica della governance di Equitalia, che oggi è organizzata come una holding, che controlla Equitalia Nord, Equitalia Cen tro, Equitalia Sud ed Equitalia Giustizia. Infine, nell’ambito della riforma della società, guidata dallo scorso ottobre dal presidente Vincenzo Busa, potrebbe trovare posto anche un complessivo restyling della sua immagine, a partire dal nome, che dovrebbe essere cambiato a indicare, anche simbolicamente, l’inizio di una nuova fase della sua storia.


Autore: Luisa Leone
Fonte:

Milano Finanza

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