Scelti per voi

Idea bad bank per le popolari

In attesa delle mosse del Parlamento e di Assopopolari (il cui consiglio di amministrazione si riunisce oggi a Milano per esaminare il progetto di autoriforma elaborato dalla commissione Tantazzi), il destino delle banche popolari italiane resta sotto la lente dei mercati. Non solo per le imminenti novità sulla governance, ma anche per i possibili sviluppi in tema di gestione del credito. A tenere alta l’attenzione su questi argomenti ieri ha pensato Equita sim che, nel consueto report mattutino, ha passato in rassegna i fronti caldi del mondo delle popolari, soffermandosi sull’ ipotesi di una bad bank per la categoria: «il consolidamento diventa opportunità per la creazione della bad bank delle popolari, con sponsorship del governo in cambio dell’attuazione di riforme sulla governance. Stimiamo un impatto positivo equivalente a quello dalle sinergie di costo. La creazione di un veicolo partecipato dallo Stato permetterebbe di assorbire parte (25%) degli esuberi che stimiamo in seguito al consolidamento», conclude il report.

La gestione dei non performing loan è certamente tra i dossier più caldi per le banche italiane, non solo popolari, anche se finora le soluzioni messe in pista per tamponare l’emergenza sono state poche. Il mercato italiano è infatti paralizzato dalla discrepanza tra valori di bilancio e prezzi di cessione, che rende assai sconveniente per gli istituti liberarsi della zavorra. In attesa di un possibile intervento governativo, che potrebbe prendere la forma di una garanzia statale alle cartolarizzazioni, ai vertici di alcune banche popolari starebbe già circolando qualche ipotesi operativa. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, alcuni consulenti di alto livello alcuni consulenti di alto livello starebbero ragionando su un progetto di gestione centralizzata degli npi per le banche popolari di medie dimensioni, quotate e non. Si tratterebbe di qualcosa di diverso dalle iniziative a cui prima Rothschild e poi Mediobanca hanno lavorato negli anni scorsi e, complice l’interessamento del governo alla materia, si confida che stavolta il piano possa andare in porto, n progetto prevederebbe la creazione di uno più veicoli comuni in cui gli istituti interessati conferirebbero parte dei propri crediti problematici per ppi acquisirne una quota, proporzionale agli stock ceduti. In questa prima fase l’obiettivo sarebbe realizzare masse critiche importanti (ma probabilmente senza mutualità dei rischi) per ottenere maggiore efficienza in termini di costi di gestione per pratica. Sotto questo profilo un ruolo importante po trebbe essere giocato da alcune società di gestione del mondo delle popolari, che in questi anni hanno accumulato esperienza nella gestione di distressed asset bancari. In una fase successiva il progetto potrebbe poi allargarsi alla costituzione di una vera bad bank, anche se su questo aspetto le variabili in gioco non sono poche. Ad esempio, condizione posta da molti banchieri è che il governo metta in campo dellemisure per assorbire le perdite sulle cessioni, magari con ammortamenti o agevolazioni fiscali di vario tipo. In assenza di misure di questo genere, la convenien za economica dell’operazione rischierebbe infatti di ridursi di molto. In ogni caso il progetto è in pista e potrebbe prendere forma nei prossimi mesi, presumibilmente in primavera. Intanto ieri il premier Matteo Renzi è intervenuto in tv sull’ipotesi che qualcuno abbia beneficiato di informazioni riservate sul decreto di riforma delle popolari, ottenendo laute plusvalenze in borsa. «Se qualcuno, chiunque sia, ha utilizzato informazioni riservate, sono il primo a chiedere le indagini più rigorose, e chi ha fatto il furbo deve pagare fino all’ultimo.


Autore: Luca Gualtieri
Fonte:

Milano Finanza

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.