Cresce la rischiosità dei prestiti in Italia a seguito del perdurare della crisi. Dall’ultimo bollettino mensile dell’Abi è emerso che lo scorso novembre le sofferenze, al lordo delle svalutazioni del sistema bancario italiano, hanno superato i 181 miliardi di euro, 1,8 miliardi in più rispetto al mese precedente e circa 31,5 miliardi in più rispetto a novembre 2013 (+21,1%).
In rapporto agli impieghi le sofferenze sono risultate pari al 9,5%, il valore più elevato da giugno 1998, ovvero da quando è iniziata la rilevazione, che si raffronta con il 7,8% dell’anno prima e con il 2,8% del 2007. Nel dettaglio, il rapporto ha raggiunto il picco del 16% per i piccoli operatori economici e del 15,9% per le imprese, mentre è salito al 6,9% per le famiglie consumatrici.
Al netto delle svalutazioni, le sofferenze sono cresciute, sempre a novembre, a 84,8 miliardi di euro dagli 83 miliardi di ottobre e di 9,2 miliardi (+12,2%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Pertanto, il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è attestato al 4,67% (4,61% a ottobre e 4,05% a novembre 2013).
A dicembre, la raccolta bancaria generata da depositi e obbligazioni è risultata pari a 1.701 miliardi di euro, in calo dell’1,6% su base annua. Prima della crisi l’ammontare della raccolta bancaria era di 1.513 miliardi di euro (+188 miliardi dalla fine del 2007 ad oggi), di cui 1.000,5 miliardi di depositi da clientela (+258 miliardi dalla fine del 2007) e 512,2 miliardi di obbligazioni (-70 miliardi).
Nello stesso mese l’ammontare dei depositi ha raggiunto i 1.258,3 miliardi, in crescita del 3,55% su base annua, segnando un aumento in valore assoluto su base annua di oltre 43 miliardi di euro. Le obbligazioni, invece, hanno registrato una flessione del 13,8% a 442,7 miliardi pari a una diminuzione in valore assoluto di 70,8 miliardi.
Quanto al tasso medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie), a dicembre si è attestato all’1,49% contro l’1,51% di novembre e il 2,89% di sette anni fa. Il tasso praticato sui depositi è leggermente sceso su base congiunturale dallo 0,74% allo 0,71%, quello sui pronti contro termine dall’1,65% all’1,55% e il rendimento delle obbligazioni dal 3,17% al 13,6%.
L’Abi ha anche osservato che il totale dei prestiti erogati ai residenti in Italia, cioè al settore privato e alle amministrazioni pubbliche, a dicembre è diminuito su base annua dell’1,75% a 1.820,6 miliardi di euro, anche se dall’inizio della crisi è cresciuto in valore assoluto di oltre 147 miliardi di euro.
Nel dettaglio, i prestiti al settore privato sono stati pari a 1.554,4 miliardi di euro (-2,28%) e quelli a famiglie e società non finanziarie a 1.417,5 miliardi, segnando dopo oltre 30 mesi di valori negativi una variazione annua lievemente positiva (+0,1%), il miglior risultato da aprile 2012.
Il tasso medio d’interesse sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è sceso al 2,76%, il valore più basso da ottobre 2010, e anche il tasso medio sul totale dei prestiti è passato dal 3,65% al 3,61%. Mentre sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese, il tasso si è ridotto dal 2,55% al 2,48%, toccando anche in questo caso il valore più basso degli ultimi quattro anni e mezzo.
Nei primi 11 mesi, invece, le nuove erogazioni alle imprese per un importo unitario fino a 1 milione di euro hanno segnato un incremento su base annua del 2,2%, le erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili del 31,2% e il flusso di nuove operazioni di credito al consumo del 10,2%.
Autore: Serena Berici
Fonte:
Milano Finanza
Cresce la rischiosità dei prestiti in Italia a seguito del perdurare della crisi. Dall’ultimo bollettino mensile dell’Abi è emerso che lo scorso novembre le sofferenze, al lordo delle svalutazioni del sistema bancario italiano, hanno superato i 181 miliardi di euro, 1,8 miliardi in più rispetto al mese precedente e circa 31,5 miliardi in più rispetto a novembre 2013 (+21,1%).
In rapporto agli impieghi le sofferenze sono risultate pari al 9,5%, il valore più elevato da giugno 1998, ovvero da quando è iniziata la rilevazione, che si raffronta con il 7,8% dell’anno prima e con il 2,8% del 2007. Nel dettaglio, il rapporto ha raggiunto il picco del 16% per i piccoli operatori economici e del 15,9% per le imprese, mentre è salito al 6,9% per le famiglie consumatrici.
Al netto delle svalutazioni, le sofferenze sono cresciute, sempre a novembre, a 84,8 miliardi di euro dagli 83 miliardi di ottobre e di 9,2 miliardi (+12,2%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Pertanto, il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è attestato al 4,67% (4,61% a ottobre e 4,05% a novembre 2013).
A dicembre, la raccolta bancaria generata da depositi e obbligazioni è risultata pari a 1.701 miliardi di euro, in calo dell’1,6% su base annua. Prima della crisi l’ammontare della raccolta bancaria era di 1.513 miliardi di euro (+188 miliardi dalla fine del 2007 ad oggi), di cui 1.000,5 miliardi di depositi da clientela (+258 miliardi dalla fine del 2007) e 512,2 miliardi di obbligazioni (-70 miliardi).
Nello stesso mese l’ammontare dei depositi ha raggiunto i 1.258,3 miliardi, in crescita del 3,55% su base annua, segnando un aumento in valore assoluto su base annua di oltre 43 miliardi di euro. Le obbligazioni, invece, hanno registrato una flessione del 13,8% a 442,7 miliardi pari a una diminuzione in valore assoluto di 70,8 miliardi.
Quanto al tasso medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie), a dicembre si è attestato all’1,49% contro l’1,51% di novembre e il 2,89% di sette anni fa. Il tasso praticato sui depositi è leggermente sceso su base congiunturale dallo 0,74% allo 0,71%, quello sui pronti contro termine dall’1,65% all’1,55% e il rendimento delle obbligazioni dal 3,17% al 13,6%.
L’Abi ha anche osservato che il totale dei prestiti erogati ai residenti in Italia, cioè al settore privato e alle amministrazioni pubbliche, a dicembre è diminuito su base annua dell’1,75% a 1.820,6 miliardi di euro, anche se dall’inizio della crisi è cresciuto in valore assoluto di oltre 147 miliardi di euro.
Nel dettaglio, i prestiti al settore privato sono stati pari a 1.554,4 miliardi di euro (-2,28%) e quelli a famiglie e società non finanziarie a 1.417,5 miliardi, segnando dopo oltre 30 mesi di valori negativi una variazione annua lievemente positiva (+0,1%), il miglior risultato da aprile 2012.
Il tasso medio d’interesse sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è sceso al 2,76%, il valore più basso da ottobre 2010, e anche il tasso medio sul totale dei prestiti è passato dal 3,65% al 3,61%. Mentre sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese, il tasso si è ridotto dal 2,55% al 2,48%, toccando anche in questo caso il valore più basso degli ultimi quattro anni e mezzo.
Nei primi 11 mesi, invece, le nuove erogazioni alle imprese per un importo unitario fino a 1 milione di euro hanno segnato un incremento su base annua del 2,2%, le erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili del 31,2% e il flusso di nuove operazioni di credito al consumo del 10,2%.
Autore: Serena Berici
Fonte:
Milano Finanza