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Intesa Sanpaolo, accordo fatto sugli npl

Il futuro dei crediti problematici è uno dei dossier più caldi per le banche italiane, che in questi mesi stanno studiando molteplici progetti per ottimizzarne la gestione.

A dire il vero finora soltanto pochi progetti hanno visto la luce, soprattutto per le significative distanze in termini di prezzo tra venditori e compratori.

Intesa Sanpaolo si è mossa in controtendenza, mettendo in cantiere sin dalla metà dell’anno scorso un progetto di gestione interna dei nuovi flussi di sofferenze che, secondo quanto appreso da Milano Finanza, potrebbe vedere la luce entro il mese di marzo.

Finora un ampio portafoglio di sofferenze di Intesa è stato affidato a Italfondiario, il gruppo controllato da Fortress e partecipato dalla banca al 12%.

Adesso però il gruppo avrebbe raggiunto un accordo di massima per la revisione di questo modello di business, al fine di valorizzare al meglio le competenze interne di Intesa.

Il piano è quello di riportare sotto la propria gestione diretta i nuovi flussi di npl, lasciando a Italfondiario gli stock accumulati dal 2006.

Al gruppo attualmente presieduto da Giovanni Castellaneta e guidato da Fabio Balbinot resterebbe in dote un portafoglio chiuso di sofferenze dal valore di circa 8 miliardi, che verrebbe gradualmente smaltito nel giro di qualche anno.

Sembra comunque escluso che Intesa esca dal capitale di Italfondiario, almeno finché lo stock di npl non diminuirà in maniera significativa.

Secondo quanto risulta, l’architettura generale dell’operazione sarebbe già ben definita e la piena operatività dovrebbe arrivare entro marzo. Le prossime settimane dovrebbero quindi servire per qualche marginale messa a punto.

Anche perché il progetto rientra nella più ampia sfera di azione della capital light bank, la divisione  costituita nello scorso mese di novembre e affidata alle cure di Giovanni Gilli.

Questa nuova struttura della Cà de Sass (che è qualcosa di molto diverso da una bad bank) ha come obiettivo la creazione di valore e la riduzione del capitale assorbito dalla attività non strategiche, a partire proprio dalla gestione delle sofferenze, degli immobili riacquistati in asta e delle partecipazioni da cedere.

L’accordo con Italfondiario sarebbe insomma la prima partita di rilievo della capital light bank e negli ultimi mesi si è lavorato per preparare le strutture interne al progetto.

Va peraltro ricordato che Intesa potrebbe non essere sola a lavorare alla gestione dei nuovi flussi di sofferenze. Secondi quanto risulta a Milano Finanza, sarebbero in corso contatti con due o tre operatori italiani specializzati nella gestione delle pratiche chirografarie di dimensione ridotte per ottimizzare il lavoro. I contatti potrebbero sfociare in accordi mirati, attesi anch’essi entro la fine del primo trimestre.

Il progetto di gestione delle sofferenze fa peraltro il paio con un altro importante dossier che in questi mesi è sulla scrivania dei vertici di Intesa Sanpaolo, guidati da Carlo Messina. Si tratta dell’iniziativa congiunta con Unicredit e KKr sui crediti in ristrutturazione, quelli cioè che non sono ancora entrati in fase di pre-contenzioso. Anche questo progetto, sul quale sono al lavoro da diversi mesi le squadre guidate da Gilli e Alessandro Decio (Unicredit), potrebbe partire nei prossimi mesi del 2015 e interessare uno stock iniziale compreso tra 1,5 e 2 miliardi.

Allargando la visione al mercato italiano, in questo periodo ci sono in pista diversi progetti che riguardano la gestione del credito deteriorato. Mps per esempio ha appena ceduto a Fortress un pacchetto di quasi 4 mila sofferenze per un valore lordo di bilancio di circa 380 milioni di euro.  C’è poi in pista il progetto di bad bank a cui Fonspa sta lavorando per conto di Banca delle Marche. L’ex Credito Fondiario controllato dalla Tages di Panfilo Tarantelli, dovrebbe gestire un cospicuo pacchetto di crediti deteriorati per un valore stimato di in 1,8 miliardi.

L’operazione potrebbe essere il perno del delicato processo di salvataggio che avverrà sotto l’ombrello del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.


Autore: Luca Gualtieri
Fonte:

Milano Finanza

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